Caro direttore,
il corpo docente dell'Istituto Paolo Colosimo, avendo avuto notizia di un eventuale accorpamento di questa situazione scolastica, riunito nel Collegio dei docenti del 22 gennaio scorso, ha ritenuto necessario stilare un documento, insieme a tutto il personale Ata, per denunciare presso tutte le istituzioni competenti la gravità di una tale decisione, che porterebbe non solo a ledere i diritti di persone con disabilità visiva, ma a distruggere il bagaglio di tradizione, competenze e specificità legate a questa scuola. Il Colosimo di Napoli è una storica scuola avente particolare finalità per alunni non vedenti e ipovedenti. La minorazione visiva, a differenza delle altre tipologia di handicap, impone una competenza didattica di estrema specificità. Si comprende, facilmente, che tale peculiarità non può essere acquisita solo frequentando un corso di specializzazione, ma discende da anni di insegnamento agli alunni ciechi. La didattica deve fondare su tre assunti: la conoscenza del codice Braille, l'utilizzo dei nuovi sistemi tiflotecnici (screen reader vocali e display Braille) e soprattutto, sulla perfetta conoscenza delle dinamiche psico-relazionali dei giovani ciechi. L'integrazione scolastica degli alunni non vedenti nelle scuole normali, per aver successo, deve poter contare su un contesto socio-ambientale adatto, dove tutti gli interventi della scuola non rimangono una sterile trasmissione di competenze, ma permettano l'integrazione in un mondo che conosce e comprende gli strumenti specifici del diversamente abile. La scuola "Paolo Colosimo" di Napoli, avente particolari finalità per ciechi e ipovedenti, fornisce tali strumenti e titoli specifici, sicuramente spendibili nel mondo del lavoro in quanto leggi speciali garantiscono nella pianta organica di istituzioni pubbliche e private (ospedali, Asl, Inps, Inail, comuni, province, eccetera) dei posti riservati ai centralinisti e ai massofisioterapisti ciechi. La specificità di questa istituzione scolastica e la notevole varietà di problematiche legate al mondo dei non vedenti impongono una dirigenza scolastica esclusivamente dedicata a questa tipologia di scuola. Si tenga conto che il Colosimo di Napoli raccoglie, come platea, tutti i disabili visivi d'Italia. Il suo eventuale accorpamento, pertanto, condizionerebbe in maniera significativa la sopravvivenza di un polo speciale che, unico, fornisce ai non vedenti imprescindibili e reali opportunità di lavoro, socializzazione, autonomia e integrazione. Il Colosimo è nato grazie alla lungimiranza di coloro che all'inizio del secolo scorso hanno indirizzato il loro impegno alla crescita culturale e lavorativa del non vedente. Sarebbe , pertanto, paradossale, nel secolo delle pari opportunità, rendere vana l'azione di chi ha voluto integrare le persone non vedenti nella società e ignorare le esigenze di un'utenza che, pur presentando oggettive difficoltà, può contribuire come gli altri all'evoluzione civile. Il corpo docente e il personale Ata chiedono a tutte le istituzioni competenti di non essere responsabili, per pure ragioni economiche, del declino di questa realtà formativa, punto di riferimento per tutti i non vedenti in età scolastica e non.
I docenti dell'Istituto statale di Istruzione superiore "Paolo Colosimo" Napoli
Corriere del Mezzogiorno del 29-01-2013