Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Viale Pietro de Coubertin – Roma
31 luglio 2012 – ore 21,00
Il Presidente Nazionale Tommaso Daniele ha il piacere di invitarLa alla serata di gala Premio Louis Braille 2012 che si terrà presso Auditorium Parco della Musica – Sala Detrassi. Viale Pietro de Coubertin – Roma. Martedì 31 luglio 2012 alle ore 21,00
Nel corso della serata saranno premiati:
Enrica Bonaccorti
Conduttrice radiofonica
Lorenzo Dellai
Presidente della Provincia Autonoma di Trento
Amelia Impellizzeri
Scrittrice
Osservatorio Siti Internet
Gruppo di verifica dell'accessibilità dei siti web
Angelina Pimpinella
Responsabile dell'Ufficio di Consulenza per le Persone Sordocieche
Andrea Vianello
Giornalista televisivo
Artisti:
Grande Orchestra Sinfonica di Udmurtia, Russia
Leonardo Quadrini, direttore
Francesco Baccini
Eugenio Bennato
Eugenio Finardi
Ninni Gibboni
Antonello Rondi
Yasko
Massimo Tagliata
Presenta
Eleonora Daniele
La manifestazione sarà ripresa da RaiUno e trasmessa in differita il giorno 16 agosto in seconda serata
Per l'ingresso in sala è necessaria la prenotazione dei biglietti tramite email ustampa@uiciechi.it oppure telefonando ai numeri 06.699.88.376 – 06.678.94.63
I biglietti potranno essere ritirati presso il guardaroba della Sala Petrassi a partire dalle ore 19,00 del giorno 31 luglio oppure nei giorni immediatamente precedenti presso la Sede Centrale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in Via Borgognona 38
Per esigenze televisive si raccomanda di essere in sala per le ore 20,30
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ringrazia la Banca Popolare di Vicenza per aver contribuito alla realizzazione di questa edizione del Premio Braille
Lo stato d'emergenza del lavoro dei ciechi
La XVII edizione del Premio Louis Braille dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in questo periodo di grande difficoltà vuole accendere i riflettori soprattutto sullo stato di emergenza del lavoro dei ciechi.
Sono anni che ci scontriamo con il muro di gomma del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con la pigrizia delle Regioni senza alcun risultato; sono anni che chiediamo al Ministero di individuare nuove professioni lavorative per i ciechi e gli ipovedenti ed un intervento nei confronti della Conferenza delle Regioni per l'attuazione del decreto Salvi del 2000 che individua tre nuove attività lavorative: l'addetto alle relazioni con il pubblico, il gestore di banche dati e l'operatore di marketing. Ma il risultato è stato sempre lo stesso: il silenzio o vaghe promesse.
Si ha la sensazione che la classe politica e la Confindustria, che ci vedono come dei privilegiati, considerino le leggi speciali del collocamento dei ciechi e degli ipovedenti come qualcosa di superato e che ci sia la voglia di inserirci nelle regole del collocamento obbligatorio degli altri disabili obbedendo alla logica perversa di voler fare parti uguali tra disuguali.
Dobbiamo tutti insieme innalzare la bandiera della resistenza, forti delle nostre buone ragioni; il lavoro, insieme all'istruzione, ha sempre costituito la via maestra per la piena conquista dell'integrazione sociale.
Paolo Bentivoglio sosteneva che "il lavoro è luce che ritorna", io mi permetto di aggiungere che il lavoro è lo strumento per la conquista della dignità di ogni uomo e in particolare dei ciechi e degli ipovedenti che devono sempre dimostrare di essere più bravi degli altri per essere considerati cittadini con pari dignità.
È davvero singolare che si voglia privarci del lavoro proprio oggi che la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, firmata e ratificata dal nostro Governo, ne afferma la intangibilità senza se e senza ma per tutti i disabili del mondo.
Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo difendere le leggi speciali senza falsi pudori e pretendere che esse siano estese ad altre categorie di lavoratori ciechi ed ipovedenti. Le leggi speciali sono il frutto dell'intelligenza dei nostri predecessori che hanno saputo dimostrare che le possibilità lavorative dei ciechi sono largamente inferiori a quelle degli altri disabili; non costituiscono, quindi, un privilegio ma una dura necessità.
Le leggi speciali costituiscono anche una difesa contro il pregiudizio dei datori di lavoro che ancora oggi, nonostante le grandi prove di professionalità dei ventimila lavoratori ciechi, non li assumono volentieri e si oppongono con pervicacia in Parlamento alle modifiche migliorative della legge 113 del 1985 (centralinisti telefonici) e della legge 29 del 1994 (terapisti della riabilitazione).
Il futuro dei ciechi passa attraverso il lavoro, senza il lavoro c'è solo l'esclusione sociale e il ritorno alle miserie di un secolo fa.
Il contesto nel quale ci muoviamo è estremamente difficile, si può definire con un solo aggettivo: drammatico. Ma è proprio in queste situazioni che l'Unione ha sempre trovato le energie migliori e ha vinto. Vinceremo anche questa volta, tanto più che le nostre richieste sono a costo zero.
Tommaso Daniele
Presidente Nazionale
dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus
Il metodo Malossi
Il metodo Malossi è il principale sistema di comunicazione tra o con sordociechi in Italia. Tale sistema di comunicazione si basa sull'uso della mano come una sorta di tastiera dove sono collocate tutte le lettere dell'alfabeto in punti determinati. Basta toccarli o pizzicarli per scrivere parole e frasi con una certa velocità.
Il metodo Malossi nasce dalle intuizioni del maestro Francesco Artusio, nei suoi tentativi di trovare un modo per comunicare con il suo allievo sordocieco Eugenio Malossi, al quale viene riconosciuto il merito di aver perfezionato tale sistema, oggi utilizzato in base alle modifiche da lui apportate. In seguito Eugenio Malossi fu nominato Cavaliere della Repubblica per la sua opera a favore dei ciechi e dei sordociechi.