Una bussola per orientarsi- Intervento precoce residenziale presso la Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera: un approccio centrato sulla famiglia, di Elisa Moroni e Josee Lanners

Autore: Elisa Moroni e Josee Lanners

Rubrica per genitori.

Apriamo il 2015 conoscendo le attività del Centro di Cannero Riviera della Fondazione Robert Hollman, grazie all’aiuto delle dott.sse Elisa Moroni e Josee Lanners (rispettivamente terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e vicedirettrice del Centro).
Il Centro di Cannero Riviera della Fondazione Robert Hollman si occupa dell’approccio precoce al bambino con deficit visivo ed eventuali altre disabilità. Propone ai bimbi e alle loro famiglie un intervento residenziale di consulenza e sostegno dalla nascita ai 5 anni dei piccoli, rivolgendosi a nuclei familiari provenienti da tutto il territorio italiano tramite interventi gratuiti.
L’impostazione teorica di riferimento, così come avviene presso il Centro di Padova, pone gli aspetti ri-abilitativi e di consulenza all’interno di una cornice più ampia di attenzione agli aspetti emotivi e alla relazione. Ciò va inteso sia come lavoro sugli aspetti affettivo-relazionali che fungono da sfondo a tutte le attività proposte sia come attenzione allo sviluppo psicoaffettivo del bambino stesso. L’intervento è quindi rivolto alla famiglia nel suo complesso e si snoda attraverso l’accoglienza di ciascuna realtà, il sostegno della relazione genitore-bambino, la comprensione dei bisogni del bambino e la conseguente attuazione di un intervento preventivo-abilitativo o terapeutico-riabilitativo. Tutti questi elementi diventano essenziali per la realizzazione di un progetto globale ed individualizzato offerto alla famiglia.
Trattandosi di un intervento precoce risulta essenziale considerare i bambini a cui si rivolge nel loro contesto relazionale. I genitori risultano quindi parte integrante e a loro volta destinatari dell’intervento poiché “Non esiste una cosa che si chiama ‘un lattante’, intendendo con ciò che se ci mettiamo a descrivere un lattante ci accorgiamo che stiamo descrivendo un lattante con qualcuno. Il bambino piccolo non può essere da solo ma è fondamentalmente parte di una relazione” (Winnicott, 1947).
In particolare il Centro offre un intervento di tipo residenziale con lo scopo di fornire uno spazio ed un tempo privilegiati nei quali la famiglia può dedicarsi a se stessa, condividere la propria esperienza con altre famiglie sia in momenti formali che informali ed affrontare inoltre le difficoltà di gestione quotidiana del bambino con l’affiancamento degli operatori se necessario.
La presa in carico avviene attraverso un primo soggiorno residenziale della durata di 3 settimane per i bambini sotto i 2 anni di età oppure di una settimana per quelli più grandi. Il primo soggiorno viene poi seguito da ulteriori soggiorni di una settimana con cadenze concordate con la famiglia. Parallelamente possono essere proposte giornate di osservazione/valutazione ai fini di un inquadramento funzionale dello sviluppo oppure un monitoraggio di quest’ultimo.
Gli interventi specifici rivolti al bambino hanno come obiettivo generale quello di individuare e comprendere precocemente i bisogni e le risorse del piccolo per attivare proposte condivise tra genitori ed operatori, volte a promuovere il benessere e lo sviluppo di ciascun bambino nel proprio ambiente. Proprio per l’unicità di ciascun bambino riteniamo importante la presenza di un tempo dedicato a conoscere ed osservare bisogni e potenzialità di ogni piccolo. Questa conoscenza preliminare avviene grazie all’ascolto dei genitori e attraverso le osservazione dirette degli operatori ed è fondamentale affinché si possa individuare un piano ri-abilitativo specifico ed individualizzato, pensato proprio per quel bambino e per la sua famiglia.

Vengono quindi proposte diverse attività con obiettivi specifici adattati alle necessità di ciascun bambino:
– Valutazione ortottica, riabilitazione visiva, neuro-visiva e visuo-motoria: per accompagnare il bambino ad essere consapevole del proprio potenziale visivo ed imparare ad utilizzarlo al meglio, integrandolo nella quotidianità;
– Neuropsicomotricità e psicomotricità: per accompagnare il bambino a scoprire il piacere di relazionarsi con l’altro, conoscere e sperimentare il proprio corpo e il movimento. Sostenere e facilitare l’acquisizione delle competenza motorie e i prerequisiti di orientamento e mobilità;
– Attività di gioco/multisensorialità: per sostenere il bambino nella motivazione al gioco, nella comunicazione, condivisione e scambio con l’altro, nell’acquisizione di autonomie personali e nell’integrazione plurisensoriale;
– Gruppi di gioco genitori/bambini, massaggio infantile e musicoterapia: per sostenere la dimensione relazionale tra bambini, genitori e famiglie.
Un tempo viene dedicato anche a capire quale possa essere l’assetto emotivo e psicologico della famiglia; attraverso la raccolta anamnestica e colloqui con i genitori si cerca di comprendere meglio come la nascita di un bambino con disabilità influisca sulla funzione genitoriale, soprattutto alla luce del processo di elaborazione del lutto che i genitori devono o dovranno affrontare: al bambino immaginato si contrappone la realtà di un bimbo di cui prendersi maggiormente cura.
Gli interventi rivolti ai genitori hanno come obiettivo quello di accoglierne le difficoltà emotive e sostenere il processo di “empowerment”, ovvero di accrescimento delle competenze genitoriali percepite, aiutando i genitori a sentirsi competenti nel promuovere lo sviluppo e il benessere del proprio bambino.
In particolare alle famiglie vengono offerti:
– Sostegno psicologico attraverso colloqui individualizzati;
– Gruppi di sostegno facilitati ad orientamento psicodinamico;
– Un accompagnamento costante durante le attività con i bambini per facilitarli nel riconoscere le esigenze dei piccoli, la loro comunicazione e i bisogni e per promuovere la comprensione del progetto abi/riabilitativo proposto.
In generale, l’intervento proposto è di tipo integrato per offrire al bambino un ambiente psicologicamente adeguato che lo faciliti ad esprimere al meglio le proprie potenzialità e per restituire alla famiglia l’immagine del bambino nella sua globalità ed accompagnarla a comprenderlo, sostenendo la relazione genitore-bambino.
Il lavoro di osservazione, intervento ed accompagnamento di genitori e bambino viene svolto da un’equipe multidisciplinare. La presenza di diverse figure professionali e l’integrazione costante del loro lavoro conferisce un valore aggiunto ai singoli interventi. Consente infatti di sfruttare le conoscenze tecniche di ciascun operatore e di condividerle con gli altri con lo scopo di attuare un intervento ri-abilitativo che tenga conto di ciascuna area di sviluppo del bambino attraverso un’integrazione coerente delle proposte effettuate e delle indicazioni fornite.
Infine, obiettivo dell’intervento è anche quello di confrontarsi e dialogare con le altre strutture di riferimento della famiglia e di accompagnarla ad individuare centri territoriali a cui rivolgersi per costruire un’efficace rete di supporto. I contatti con gli altri centri vengono mantenuti nel tempo, in modo da favorire una collaborazione all’interno della quale condividere ed integrare le osservazioni emerse. L’obiettivo è quello di individuare gli interventi più appropriati per supportare l’intera famiglia ed accompagnarla nel percorso di crescita del bambino.
La motivazione che spinge i genitori a rivolgersi alla Fondazione Robert Hollman è il bisogno di attivare un intervento rivolto in modo specifico al proprio bambino, in seguito ad iniziativa personale o indicazione di altri genitori e/o Centri, Strutture Ospedaliere o Territoriali.
Durante i primi contatti l’urgenza è solitamente quella di comprendere le difficoltà del proprio bambino e di conseguenza attivare interventi riabilitativi per recuperare ed eliminare le difficoltà. Sulla base di tali richieste vengono attivati fin da subito interventi volti ad osservare le risorse e le difficoltà del piccolo per poter individuare le modalità più appropriate di intervento. Parallelamente, in considerazione dello stato di fragilità emotiva in cui si trova una coppia genitoriale alle prese con una situazione così difficile, vengono fin da subito attivati gli interventi volti ad offrire aiuto anche a loro. Questo si realizza nell’accogliere le loro preoccupazioni sullo sviluppo del figlio, aiutandoli a ritrovare una dimensione evolutiva rispetto al futuro del proprio bambino tramite l’osservazione non solo delle difficoltà ma soprattutto delle sue risorse e potenzialità. Questo avviene attraverso l’accompagnamento ed il sostegno quotidiano dei genitori nello “stare con” il proprio piccolo, ri-scoprendo il piacere del tempo condiviso. Concretamente si realizza con la presenza dei genitori nelle stanze di attività sia attraverso la possibilità di osservare insieme e a tappeto la modalità di ciascun bambino di comunicare e di entrare in relazione con gli altri sia attraverso rimandi costanti tra operatore e genitore. L’attenzione posta al bambino non ha quindi finalità esclusivamente riabilitative ma ha lo scopo di aiutare il piccolo e la sua famiglia a trasferire momenti preziosi di crescita e benessere anche nella propria quotidianità. Per tali ragioni ai genitori vengono fornite indicazioni su come portare l’esperienza fatta al Centro anche nella vita di tutti i giorni: per esempio vengono accompagnati a capire come costruire a casa un angolino gioco con le caratteristiche visuo-tattili più adatte per il loro bambino, si sperimentano facilitazioni posturali utili in diversi momenti della quotidianità, si forniscono per il periodo del soggiorno giochi o ausilii utilizzati in attività e, se i genitori ne hanno piacere, possono essere affiancati in momenti particolarmente intimi e delicati che talvolta risultano un po’ difficili come ad esempio il momento della pappa o della nanna. La residenzialità rende possibili queste attenzioni alla quotidianità ed una buona flessibilità organizzativa della giornata di ciascun bambino, pensata in base al suo ritmo sonno-veglia affinché possa godere appieno dei momenti di attività dedicati a lui.
Dall’esperienza accumulata nel corso degli anni e in riferimento alla nostra cornice teorica, riteniamo che l’intervento più appropriato e vincente sia quello che riesce a coinvolgere tutta la famiglia, favorendo nel bambino il benessere emotivo. Sperimentare un ambiente accogliente, affettivo ed attento ai propri bisogni pratici ed emotivi permette infatti al bambino di sentirsi compreso. Lo incoraggia ad avere fiducia nel mondo circostante, a scoprire il piacere ed il desiderio di aprirsi all’altro, esplorare, sperimentare e capire. Per tale motivo ciò che viene proposto durante i soggiorni presso il nostro centro non vuole essere un intervento riabilitativo di tipo intensivo, bensì uno spazio e un tempo privilegiati. Qui i genitori possono sentirsi meno soli condividendo le proprie esperienze e le proprie emozioni con altre famiglie e con personale formato, ed i bambini vengono accompagnati da operatori qualificati a trovare le modalità più adeguate attraverso le quali crescere.

Dott.ssa Elisa Moroni
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva presso la Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera
Josée Lanners
Vicedirettrice Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera