Sintesi dei lavori del Network per l’Inclusione Scolastica del 15 Giugno 2016, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Il 15 giugno 2016, alle ore 9.30, presso la sede del Centro di Documentazione Tiflologica, via della Fontanella di Borghese, 23 Roma, ha avuto luogo l’incontro fra i componenti del Network per l’Inclusione Scolastica, come da convocazione del7 giugno 2016.

Erano presenti: il prof. Giancarlo Abba, il prof. Vincenzo Bizzi, il prof. Pier Michele Borra, il prof. Marco Condidorio, il prof. Pietro Piscitelli ed il prof. Gianluca Rapisarda.
Assenti giustificati la prof.ssa Roberta Caldin e il prof. Luciano Paschetta.

Il prof. Piscitelli introduce la riunione, sollecitando la stesura dei documenti previsti nelle precedenti riunioni, in particolare le linee guida ed il protocollo d’intesa. Suggerisce comunque che tali documenti siano sottoposti ai Consigli Regionali UICI per ottenere un avallo dalla base associativa.

Il prof. Borra invita a riflettere sulle prospettive occupazionali dei tiflologi, che, ad oggi, sembrano minori di quelle degli Assistenti alla Comunicazione, che sono figure previste sia dalla L.104/92 sia dalla legge sulla “Buona Scuola”. Occorre fare presenti le nostre decisioni, anche per evitare che possibili iniziative di altri siano portatrici di istanze particolari riguardo alle figure suddette. In tal senso sottolinea la necessità di una maggiore capacità di comunicazione che può avvalersi di una rete in cui siano presenti tutte le strutture UICI.

Si apre una discussione sulle strutture dell’UICI, sulle loro competenze e attività.

Il prof. Condidorio mette in evidenza la necessità di un riconoscimento legislativo della figura del tiflologo: tale figura deve avere una caratterizzazione professionale e deve essere accreditata alle certificazioni. Ricorda che l’Università del Molise ha dato la propria disponibilità ad istituire una cattedra di tiflologia, che potrebbe iniziare dall’anno accademico 2016/2017. Occorre velocizzare eventuali iniziative a livello parlamentare. Per quanto riguarda la figura dell’Assistente alla Comunicazione, occorre partire dai termini: la parola “assistente” sembra determinare una figura che richiede particolari competenze formative (es. non richiederebbe una laurea). Se gli assistenti devono invece avere competenze tiflologiche non dovrebbero essere chiamati “assistenti”.

Il prof. Bizzi sottolinea come nella definizione di Assistente alla Comunicazione sia insita una competenza sulla disabilità che si va a servire. Si tratta di competenze tecniche che lo differenziano da quelle del tiflologo. Una volta si parlava di “assistente-educatore”. L'”assistente-educatore” di rado sta in classe ma deve preparare il materiale.

Il prof. Abba ribadisce come l’Assistente alla Comunicazione sia capace di mettere il bambino nella condizione di stare a scuola. L’importanza della figura del tiflologo è legata al bisogno di istruzione del bambino. Occorre che questa peculiarità della figura del tiflologo sia correttamente comunicata presso il Ministero, in quanto nella discussione odierna in ambito legislativo raramente appare il concetto di istruzione. La figura del tiflologo in tal senso non viene capita. Il tiflologo deve avere un apparato alle spalle per poter operare.

Il prof. Piscitelli ricorda come il MIUR emani circolari e direttive su una normativa. Per questo occorre riuscire a normare la figura del tiflologo.
Il prof. Borra invita a discutere sulle linee guida, sulle competenze delle figure professionali e sulla qualità dei servizi per poter essere in grado di competere con altre iniziative analoghe che si stanno presentando (es. da parte di cooperative). Propone di partire dai documenti presentati nei giorni passati sulla lista di discussione del Network.

Il prof. Bizzi fa presente come la figura dell’Assistente alla Comunicazione si riveli una figura dalle competenze generiche, assegnata in base a ragionamenti di tipo ragionieristico, senza prendere in esame competenze e discorso pedagogico. Invece i diritti sindacali, diritti di continuità di servizio sono fondamentali per gli educatori. Oggi anche le famiglie hanno un piccolo potere sugli educatori, di cui firmano il controllo delle presenze. Ci sono poi i doveri diformazione ed anche i doveri di essere sottoposto a valutazione.

Viene deciso di lavorare sulle linee guida presentate dal prof. Abba.
Il prof. Abba legge il documento e lo spiega.

Il prof. Bizzi sottolinea come ci si debba occupare del bambino in senso globale e non solo nel suo rapporto con la Scuola. In tal senso, parla di “servizio di consulenza educativa”. Occorre conoscere i bambini nella loro specificità e tenere in considerazione che molti di loro possono avere delle lentezze evolutive.

Il prof. Abba riconosce una diversità di figure di tiflologo (ad es. chi è esperto di informatica) e ricorda che il servizio di consulenza deve andare presso le scuole.

Si discute pertanto sulla corretta denominazione del servizio di consulenza educativa e tiflologica e sul corretto concetto di “imparare a vedere”, quale percorso che dura tutta la vita.

Si discute inoltre sugli interlocutori possibili del documento che si sta leggendo (le “linee guida”): accanto alla presentazione della qualità dei servizi, occorre far presente che esistono servizi particolari per i bambini con disabilità visiva, che si pongono a fianco all’insegnante di sostegno. La continuità del sostegno, si afferma, deve essere continuità di competenze. L’Assistente alla Comunicazione fornisce strumenti per l’autonomia.

Il prof. Condidorio si chiede se parlare di “Assistente alla comunicazione” nel caso di un bambino cieco senza altre minorazioni non significhi dare una immagine sbagliata dello stesso bambino. Propone di chiamare l’Assistente alla Comunicazione “Educatore tiflologico”

Il prof. Piscitelli propone di pensare ad un servizio a domicilio che serva alla formazione del bambino.

Il prof. Bizzi, riprendendo alcuni spunti di discussione precedenti, sottolinea come in alcuni casi di bambini non vedenti senza altre minorazioni ci sia bisogno della figura dell’Assistente alla Comunicazione. Tale figura predispone gli strumenti adeguati, organizza assieme allo stesso alunno, aiuta a scoprire nuovi strumenti speciali.

Viene deciso di dare tempo fino al 30 giugno per la discussione delle Linee Guida presentate e lette dal prof. Abba.

Alle ore 13.15 si effettua la pausa.
La riunione riprende alle ore 14.45

Entra il prof. Rapisarda, mentre il prof. Piscitelli lascia la riunione.
Il prof. Borra riassume la prima parte della riunione e si decide di lavorare sul Vademecum inviato in lista nei giorni passati.

Il prof. Bizzi ritiene che il Vademecum presentato non sia di aiuto immediato alle famiglie: le famiglie hanno bisogno di risposte semplici e di conoscere i propri diritti. Propone, per un possibile Vademecum, di presentare per prima l’UICI e i suoi servizi, poi pagine sulla Biblioteca, sulla Federazione, sui Centri di Consulenza e sull’I.Ri.Fo.R. ecc. Propone inoltre di inserire i Centri di oculistica pediatrica tra i luoghi di diffusione del vademecum. Lamenta inoltre che a volte gli ortottisti invadono il campo prettamente pedagogico, che dovrebbe essere di competenza dei tiflologi.

Si discute sul rapporto tra oculisti/ortottisti e tiflologi.

Il prof. Borra ribadisce che nel vademecum debbano esserci solo riferimenti al mondo educativo e formativo.

Alle ore 16.00 il prof. Condidorio lascia la riunione.

Il prof. Rapisarda presenta una ricerca approvata dal CTS dell’I.Ri.Fo.R. sui percorsi di alternanza scuola-lavoro riguardanti l’inclusione dei disabili visivi. Suggerisce che tale ricerca sia sottoposta ai nostri vari Centri di Consulenza Tiflodidattica, per conoscere eventuali percorsi di alternanza scuola-lavoro che abbiano avuto successo od al contrario siano stati in qualche modo fonte di ostacoli ed “esclusione” per i nostri ragazzi. Conclude, affermando che l’obiettivo dell’I.Ri.Fo.R. è quello di individuare eventuali “buone prassi” od altrettante criticità da segnalare al MIUR perché la pratica dell’alternanza scuola lavoro possa diventare veramente una risorsa inclusiva per gli studenti con disabilità visiva.

Anche il prof. Bizzi illustra dei casi di alternanza scuola-lavoro e propone la stesura di indicatori di qualità che li possano riguardare.

Il prof. Rapisarda precisa che la ricerca I.Ri.Fo.R. di cui sopra consta di due questionari da rivolgere rispettivamente ai CCT ed agli studenti coinvolti o che abbiano subito rifiuti e dunque non inseriti in stage di “alternanza scuola lavoro. Chiede ai colleghi del Network di condividerla e che, per la sua comprovata ed indiscussa competenza nel settore, sia l’Istituto Cavazza di Bologna a curare l’aspetto della somministrazione digitale dei questionari in oggetto.

Il prof. Borra, Vice Presidente del Cavazza, s’impegna a far sua la proposta del Prof. Rapisarda, riservandosi di parlarne con la Direzione dell’Istituto bolognese e con i suoi esperti informatici.

Il prof. Rapisarda ringrazia il Network per avere “sposato” l’importante causa della ricerca I.Ri.Fo.R. sull’alternanza scuola lavoro ed auspica un sollecito riscontro alla sua richiesta da parte del Cavazza, in quanto il termine di scadenza di presentazione della ricerca è stato fissato per il 31 Ottobre p.v.

Si discute della possibile utilizzazione di stampanti 3D per la produzione di sussidi. Si discute sulle particolarità e sui limiti dei libri tattili e sulle metodologie di produzione.

Il prof. Bizzi suggerisce un sistema di validazione dei sussidi da un punto di vista tiflologico.

Viene deciso di dare tempo fino al 30 giugno per la discussione del Vademecum.

Viene altresì stabilito che la prossima riunione si terrà il 13 luglio 2016, dalle ore 9.30 alle ore 17.30. Tale decisione viene poi modificata con una discussione sulla lista del Network: pertanto la data della prossima riunione è stabilita nel 12 LUGLIO 2016 DALLE ORE 9.30 ALLE ORE 17.30.

Null’altro essendoci da discutere, la riunione termina alle ore 16.45.