Rappresentanza delle Associazioni delle persone con disabilità, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Su questa importantissima tematica ho letto un contributo di Nicola Stilla che va finalmente nella direzione da me auspicata da sempre.
Esprimo pertanto vivo compiacimento nel riscontrare come la via dell’unità tra le associazioni rappresentative delle persone con disabilità stia guadagnando consensi anche tra gli scettici e i diffidenti.
Dunque quanto da me sostenuto nella conferenza di Napoli il 10 giugno scorso non era poi una fuga in avanti così terribile!
Eppure allora la mia sollecitazione rivolta ai presidenti di FAND e FISH per lavorare su ciò che ci unisce, mettendo da parte quello che ci potrebbe dividere, fece storcere il naso a più di qualcuno, inclusi nostri dirigenti associativi di rilievo.
Constatare oggi che la via dell’unità viene considerata l’unica strada percorribile per dare maggior vigore alle istanze del mondo della disabilità, aggiunge perfino un pizzico di serenità associativa alla vigilia del nostro congresso.
Magari gli spiriti non sono già così maturi e pronti a entrare addirittura nei dettagli organizzativi così come Nicola tenta di fare nel suo articolo, sia pure con lodevole intenzione.
Prima di porre frettolosamente sul tappeto questioni di organi, statuti rappresentanze ed elezioni, temo occorrerà ancora lavorare per creare innanzitutto quello spirito unitario e quel sentimento condiviso che sono e saranno alla base di qualsiasi azione comune che abbia prospettive di successo sul lungo periodo.
Non dobbiamo lasciarci prendere da una specie di frenesia schematica da anteporre al necessario confronto di merito sui valori, sulle strategie, sulle convergenze programmatiche in cui devono potersi riconoscere tutte le Associazioni interessate a un processo unitario.
Rischieremmo infatti di far arenare quel processo intorno a questioni di assegnazione di posti e ripartizione di sedie che francamente sono l’ultimo dei nostri attuali interessi, sul cammino difficile di costruzione di una sola e unica rappresentanza federativa delle associazioni.
Abbiamo tenuto alcuni giorni fa un primo incontro nazionale tra i comitati esecutivi di FAND e FISH, proprio a seguito della mia sollecitazione di giugno.
Abbiamo cominciato a parlare di iniziative comuni, di momenti di consultazione permanente, di definizione di strategie condivise.
Abbiamo immaginato nel FID (Forum Italiano della Disabilità) uno strumento concreto, ma non l’unico, comunque già a disposizione, al quale ricorrere per sperimentare nuove occasioni di azione unitaria.
C’è una volontà di proseguire, sebbene permangono ancora tutte le distinzioni derivanti da radici storiche e culturali diverse sulle quali si sono fondate le varie associazioni appartenenti a FAND e FISH.
Come ho avuto modo di scrivere e di dire in altre occasioni nel sottolineare il mio forte desiderio di attivazione di processi unitari, le nostre due grandi federazioni devono saper congiungere il meglio delle loro caratteristiche di eccellenza, per derivarne quella forza e quella capacità che oggi risultano frenate dalla separazione in atto.
FAND rappresenta molto bene i numeri e le dimensioni del fenomeno disabilità, con i milioni di aderenti alle sue associazioni federate, mentre FISH sa valorizzare di più le specificità, dando voce anche a gruppi molto ristretti, pur tuttavia rappresentativi di fenomeni di disabilità particolarmente sentiti e presenti in seno al nostro tessuto sociale.
Riuscire a fondere queste preziose capacità costituirebbe un punto di forza formidabile per dare rappresentanza al mondo della disabilità in modo più incisivo, più efficace, più coinvolgente, più concreto.
Lungo questo complesso percorso di unità, dovremo saper mettere insieme sensibilità diverse, visioni distinte, concezioni variegate che dovranno imparare a incontrarsi, a dialogare insieme, a progettare un futuro comune e condiviso.
Prima di tutto i valori, dunque; le aspirazioni, le prospettive, le strategie.
Poi potranno venire anche gli organi gli statuti e le regole che non saranno tuttavia il risultato di accordi a tavolino, ma piuttosto il frutto di un processo lungo di conquista della fiducia reciproca attraverso il lavoro quotidiano fianco a fianco nelle battaglie di civiltà e di conquista dei Diritti di cittadinanza.

Mario Barbuto