Presentazione candidatura, di Chiara Calisi

Autore: Chiara Calisi

Presentare se stessi non è affatto semplice: solitamente, di te, parlano gli altri. Raramente ho presentato me stessa, in quanto persona semplice e molto riservata. In ogni caso, intendo farmi conoscere: ecco, brevemente, il mio passato e il mio presente, con uno sguardo colmo di speranze, di gioie e di sogni verso il futuro.

Sono una donna non vedente giovane, tale mi sento.

Ho goduto del prezioso dono della vista solo nei primissimi anni di vita: il morbillo, tanto amico, è venuto a farmi visita ed ha compiuto il suo dovere.

Con la vivacità di tutti i bimbi, mi sono affacciata alla scuola dell’infanzia molto presto, presso l’istituto Provinciale “Messeni”, a Rutigliano, paese in cui risiedo, dove ho trascorso anche la mia fanciullezza, frequentando la scuola elementare.

Grazie ai miei formatori, fra i quali merita una doverosa attenzione il prof. Pasquale Capozza, ho presto cominciato a manifestare alcune connotazioni del mio carattere: tenacia, rigore, spirito di adattamento, lealtà, coerenza, disponibilità, anche e soprattutto nelle situazioni più scomode e difficili. Tali caratteristiche mi appartengono ancor’oggi, anche se, in una società prevalentemente caratterizzata da pressapochismo, le stesse rappresentano forse difetti, non pregi. Non intendo però cambiare: grazie al mio temperamento, considero la mia esistenza un’opportunità ed una sfida che, quotidianamente, affronto con enormi sacrifici e con immenso piacere.

Con la mente impegnata a riflettere sul mio percorso di studi, emerge ancor vivo il ricordo del mio cuore, che batteva per l’ansia di conoscere nuove situazioni e vivere esperienze diverse, allorquando, per la frequenza della scuola media inferiore,  ho intrapreso i miei studi presso l’Istituto Statale “Augusto Romagnoli di Roma, quando la struttura formativa viveva i suoi tempi d’oro. Non potrò mai dimenticare il prezioso contributo elargito, per la mia formazione umana e professionale, da illustri tiflopedagogisti e docenti (Ceppi, Banchetti, Mazzeo, Ciocchetti ed altri); a loro, comunque presenti e vigili durante la mia crescita, si sono uniti, successivamente, altri eccellenti ed affermati tiflopedagogisti (Bizzi, Capirci, Natoli, Sassi), mentre frequentavo il Corso Statale di Specializzazione biennale per gli educatori dei minorati della vista, sempre presso l’Istituto “Romagnoli”, dopo aver conseguito il diploma di maturità presso l’Istituto Magistrale Statale, nella scuola pubblica e, fortunatamente, senza sostegno. A tutti i miei formatori, non esclusi quelli che ci hanno lasciato, anche prematuramente, dei quali conservo un indelebile e piacevolissimo ricordo, rivolgo la mia profonda gratitudine, la mia stima, il mio affetto e il mio rispetto.

Giovanissima, sempre accompagnata da vivo e coinvolgente entusiasmo, ho cominciato ad insegnare nella scuola elementare, in qualità di docente di sostegno, superando un Pubblico Concorso.

Ho sempre privilegiato il lavoro in team; per tale ragione, raramente sono stata l’insegnante dell’alunno disabile; spesso, sono stata docente della classe, con interscambio di ruoli.

Lavorare per garantire a tutti gli alunni le migliori opportunità di crescita non è stato semplice: mi hanno senz’altro aiutato le competenze acquisite nel corso degli studi, il significativo grado di autonomia raggiunto, la continua ricerca tiflopedagogica, rivolta a cogliere il meglio della metodologia cosiddetta comune, per integrarla e fonderla con quella specifica, al fine di promuovere un effettivo processo di apprendimento inclusivo. Mi hanno sostenuto, poi, le connotazioni caratteriali sopra menzionate; tutto ciò, però, poggiava, ovunque e comunque, su un pilastro in cemento armato: la ferrea volontà di cambiamento e di progresso, calibrata sui singoli alunni, unici e irripetibili.

Sostenuta dal mio spirito di abnegazione, per oltre quindici anni, quasi sempre in volontariato:

  • ho condiviso le mie esperienze umane e professionali con le famiglie degli alunni disabili visivi, con i docenti impegnati nell’integrazione scolastica ed extrascolastica, con le istituzioni coinvolte nel processo di formazione e di crescita dei medesimi alunni, in qualità di responsabile UICI provinciale e regionale del Settore Istruzione;
  • ho progettato, diretto e coordinato alcuni campi estivi educativo-riabilitativi, ai quali hanno partecipato anche bimbi e studenti con disabilità plurime di grado medio.

Con notevole impegno, su incarico dell’UICI, ho elaborato i primi progetti italiani, relativi:

  • all’attuazione di corsi di formazione e di aggiornamento, da me diretti e coordinati, riservati ai docenti di ogni ordine e grado di scuola;
  • all’espletamento delle attività integrative extrascolastiche pomeridiane.

Sono altresì cresciuta e mi sono arricchita, partecipando attivamente e consapevolmente:

  • alla formazione di centinaia di docenti, che hanno frequentato corsi di specializzazione polivalente;
  • al Gruppo H e al GLIP, presso l’ex Provveditorato agli Studi di Bari, per molti anni;
  • a numerosi Gruppi di Lavoro, istituiti presso alcune scuole per la verifica e la valutazione di Progetti educativi sperimentali;
  • alla Commissione Nazionale Istruzione dell’UICI, coordinata dall’illustre e compianto Preside Tioli;
  • alla valutazione dei giovani disabili visivi durante gli esami di iscrizione all’Albo Professionale dei centralinisti telefonici, quale rappresentante della Regione e del Ministero dell’istruzione;
  • all’espletamento del ruolo di consulente tiflologo, PER CIRCA SEI ANNI, presso un Centro di Consulenza tiflodidatticaistituito dalla BIC;
  • all’espletamento del ruolo di tutor in un corso di formazione professionale, riservato a giovani disabili visivi, da impegnare come addetti alle pubbliche relazioni e al centralino.

Mio malgrado, con inimmaginabile tristezza, per rettitudine morale e professionale, ho lasciato l’insegnamento nella scuola primaria, dopo circa un ventennio, non potendo aiutare, efficacemente, alunni ipovedenti; tuttavia, non ho mai smesso di studiare e di insegnare; infatti:

  • ho continuato e continuo a svolgere attività di consulenza presso famiglie e scuole, che direttamente mi coinvolgono, prescindendo dalla presenza di alunni disabili;
  • sono docente formatore, per il secondo anno scolastico, nei Corsi Base di Tiflodidattica, organizzati dall’IRIFOR Nazionale.

Ho sperimentato con interesse e piacere di crescere, anche il ruolo di impiegata presso il CNT, che mi ha garantito l’opportunità di elevare le mie competenze:

  • nella ricerca di nuovi sussidi ed ausili, per alunni disabili visivi;
  • nella loro validazione e sperimentazione;
  • nella dimostrazione delle loro modalità di utilizzo e tanto altro ancora.

Attualmente, per continuare ad imparare, sono impiegata, nella pubblica Amministrazione, con mansioni diverse.

Mi auguro di poter offrire il mio umile contributo anche in contesti per me nuovi: non mi spaventa lavorare, neppure imparare. Sono a disposizione, per offrire il mio tempo, le mie competenze ed il mio impegno, nei tempi e nei modi ritenuti utili.

Vorrei collaborare per garantire ai nostri alunni, in modo omogeneo, su tutto il territorio nazionale:

  • pari opportunità di crescita, commisurate ai bisogni specifici di ciascuno;
  • percorsi di potenziamento, laddove indispensabili, da svolgersi in centri comuni, oppure in strutture appositamente individuate;
  • servizi qualificati e mirati, integrati e coordinati, erogati dagli Enti collegati all’UICI.

Una rete di servizi e di interventi opportunamente creata e potenziata, stabile nel tempo e ugualmente diffusa su tutto il territorio italiano, garantirebbe, a coloro che operano nel campo specifico, l’opportunità di formare cittadini consapevoli non solo dei loro diritti, ma anche dei loro doveri. Con profonda stima, rivolgo il mio sincero e sentito grazie, al sig. Presidente Nazionale, per la preziosa opportunità, che mi ha concesso.