Lettera di Giuseppe Castronovo ai Soci dell’UICI, di Giuseppe Castronovo

Carissimi,
sento forte l’esigenza di esprimervi la mia gioia e la grande soddisfazione per l’Ordinanza adottata dal Tribunale di Roma che, in totale accoglimento delle eccezioni formulate in seno al giudizio da me proposto avverso le delibere del Collegio dei Probiviri dell’UIC che disponevano la mia sospensione per tre anni da socio dell’UIC e la mia revoca quale componente del Consiglio di Amministrazione della Stamperia Regionale Braille Onlus dell’UIC , ha sospeso l’efficacia dei suddetti provvedimenti. Il Giudice romano, esaminata la documentazione, ha ravvisato evidenti elementi di invalidità degli atti adottati in mio danno, dando atto, altresì , della correttezza del mio operato, in alcun modo qualificabile, come erroneamente purtroppo da alcuni interpretato, come condotta infedele. Desidero, per correttezza, chiarire che trattasi di un’ordinanza cautelare e non ancora di una sentenza definitiva di merito. Pur tuttavia, il vaglio del giudice è stato attento e profondo avendo lo stesso il potere, anche nella fase cautelare, di accertare se fossero state o meno rispettate le regole procedurali stabilite dalla legge e dall’atto costitutivo e quindi la legittimità sostanziale degli atti.
Non voglio entrare qui nel merito della vicenda , per me veramente dolorosa e cedere alla tentazione di sventolare la bandiera del vincitore, non sarebbe in linea con i miei principi, nè è questo il messaggio che voglio comunicarvi e di cui oggi ho sentito la necessità di rendervi partecipi.
Se c’è qui un vincitore è tutta la nostra associazione, a cui io ho dedicato tutta la mia vita, le mie energie, sacrificando anche la mia professione di avvocato e sacrificando anche i miei affetti, per gli interessi esclusivi di tutta l’Unione Italia dei Ciechi e della Stamperia braille e, questa pronuncia, se qualcuno ne attendesse una prova, me ne ha dato conferma.
Ripartirò con l’impegno che ho sempre messo nella nostra associazione, anzi, se fosse possibile, compatibilmente con la mia età e le mie forze, cercando di dare ancora tanti contributi.
Grazie
Pippo Castronovo

Commento del Presidente
Quando Pippo Castronovo mi ha chiesto di dare evidenza alla sentenza preliminare che lo riguarda, l’ho invitato a scrivere lui stesso una lettera ai soci che ora ben volentieri pubblichiamo perché è un suo diritto, oltre che un nostro dovere.
Il tempo delle censure a prescindere e delle punizioni pedagogiche invocato pubblicamente ancora pochi anni fa dallo stesso Pippo, con noi è tramontato per sempre.

E tuttavia il Presidente Nazionale ritengo non debba esimersi da un breve commento, al di là delle sentenze che vanno accettate e rispettate per quello che sono.

Il sistema giudiziario italiano, come è universalmente noto, non rifulge certo per tempestività ed efficienza.
Esso però, a volte, si palesa addirittura in modo piuttosto singolare:
così, ad esempio, cause intraprese nella primavera del 2016, penso al nostro ricorso per lo scippo della IAPB, ancora attendono di essere discusse.
Cause intraprese solo quattro mesi fa, invece, come questa che riguarda l’amico Pippo, sono già andate in dibattimento e in giudizio, sia pure solo per il semplice accoglimento della richiesta di sospensione cautelare.
Semplici coincidenze?

Il giudice, talvolta, è figura anch’essa singolare.
Tempestivo e a suo modo puntuale nell’eviscerare questioni di “infedeltà associativa” attinenti la vita interna di una Libera Associazione come la nostra Unione, puntiglioso fino a volerne comprendere ragioni e motivazioni più recondite.
Meno pignolo, tuttavia, nella lettura della sentenza dei Probiviri e del nostro Statuto Sociale, visto che ha sempre continuato a scrivere in sentenza trattarsi di “espulsione”, anche se siamo dinanzi a una semplice e ben più limitata sanzione di sospensione.
Grazie all’ultimo Congresso Nazionale, infatti, l’Istituto dell’espulsione è stato definitivamente cancellato dal nostro Statuto.
Forse un aggiornamento in proposito avrebbe giovato al giudice, il quale tuttavia, ben lo comprendiamo e solidarizziamo con lui, non avrà gran tempo da dedicare a tali faccenduole le quali, nell’ambiente giudiziario, vengono definite confidenzialmente “bagattelle”.

Personalmente, ho sempre ritenuto che una persona, nell’aderire a una associazione, implicitamente definisca e contragga un patto di rispetto e di fedeltà al vincolo associativo con il quale si obbliga ad accettare le decisioni degli organi giudicanti interni, in quanto ultime, definitive, inappellabili.
Un nostro socio che ricorre alla magistratura ordinaria dinanzi a provvedimenti disciplinari dei nostri Organi associativi interni, è paragonabile a un calciatore di serie A, il quale si rivolgesse al giudice per farsi togliere tre giornate di squalifica che gli siano state inflitte dalla giustizia sportiva in seguito al referto arbitrale.
Ma tant’è!
La Feder Calcio rende tale vincolo efficace e inviolabile mediante una clausola esplicita di accettazione.
La nostra Unione, purtroppo, ancora no…
Sarà magari materia del prossimo Congresso!
Anche per consentire ai giudici di occuparsi di questioni ben più gravi e rilevanti della infedeltà di un socio nei confronti della propria associazione.
Tale rapporto di fiducia, del resto, non si ristabilisce certo a colpi di sentenze!
Sempre che nel merito della causa l’amico Pippo riesca a trionfare, ottenendo i cinquantamila Euro richiesti alla nostra Unione a titolo risarcitorio, così come gli è accaduto di prevalere in sede preliminare sospensiva.
Noi, ovviamente, non ce lo auguriamo!

Un abbraccio sincero a Pippo e buon lavoro a tutte e a tutti.

Mario Barbuto – Presidente Nazionale