In estate 2017, l’UICI di Prato incontra i giovanissimi!, di Francesca D’Alò

Autore: Francesca D'Alò

Dal 19 giugno al 10 luglio 2017, grazie a Rosa Bianca Bartucci, che ha fatto servizio civile presso la sezione UICI di Prato, ai gestori dell’oratorio di S. Anna situato in centro città vicino alla sede UICI e al Consiglio dell’UICI stessa, si è tenuto un laboratorio per ragazzi della scuola media inferiore allo scopo di far loro conoscere la realtà dei minorati della vista.
I ragazzi sono stati suddivisi per ragioni pratiche in due gruppi di circa dieci unità ciascuno e si sono recati, accompagnati dai loro due animatori, alla sede UICI per due lunedì pomeriggio dove hanno potuto non solo conoscere persone non vedenti, ma anche svolgere due tipi di attività per ognuno dei due incontri.
Nel primo incontro, teorico-frontale, dopo una breve presentazione dell’Unione Ciechi e delle persone non vedenti che hanno raccontato le loro storie personali a partire dalla presidente Stefania Scali che ha poi passato la parola alle due socie UICI presenti, i ragazzi sono stati invitati a fare un gioco detto “gioco delle posizioni”. L’attività consisteva nel far disporre i ragazzi in un punto della stanza sulla quale erano state poste quattro linee di scotch,ciascuna con un valore numerico simbolico: 0 = per niente, 4 = poco, 7 = abbastanza, 10 = molto. In base all’affermazione letta dal conduttore, i ragazzi dovevano posizionarsi sulla linea corrispondente a ciò che pensavano, ovvero, secondo quanto erano in linea con l’affermazione appena ascoltata.
Al gioco hanno potuto partecipare anche i non vedenti che potevano individuare e quantificare la distribuzione dei ragazzi sulle varie linee grazie a un campanello del quale essi erano stati muniti.
Il conduttore del gioco ha letto varie affermazioni riguardanti le persone non vedenti e dopo alcune di esse sono state mostrate alcune attività che i non vedenti possono compiere come leggere e scrivere, fare sport, partecipare a eventi culturali come mostre, film al cinema, rappresentazioni teatrali, andare in giro da soli per la città, usare lo smartphone etc.
Tutte queste esperienze sono state mostrate sia dal vivo dai non vedenti presenti, sia raccontate da questi ultimi, sia mostrate grazie a dei video.
La conseguenza è stata che i ragazzi hanno avuto modo di comprendere come i non vedenti facciano le stesse cose che tutti fanno, solo, con modalità diverse e hanno potuto scardinare alcuni tra i luoghi comuni e pregiudizi più frequenti tra le persone normodotate.
A questo incontro della durata di due ore ne è seguito un secondo il lunedì successivo di uguale durata nel quale i ragazzi hanno potuto confrontarsi con esperienze pratiche come toccare, ascoltare, odorare, assaggiare cibi semplici e muoversi per la città, il tutto bendati.
Questo è stato possibile grazie a due psicoterapeuti esperti in questo tipo di giochi grazie ai quali i ragazzi hanno anche potuto sperimentarsi nell’accompagnare una persona bendata, ovvero, una persona che non vede.
A conclusione sono stati consegnati ai ragazzi l’alfabeto Braille, un libretto che spiega cos’è l’ipovisione e il libretto “Non così ma così” che spiega il modo corretto di comportarsi con un non vedente anche grazie a vignette divertenti.
Gli incontri per i soci e gli amici dell’Unione Ciechi di Prato sono stati quattro perché i due incontri sopra descritti si sono ripetuti per un secondo gruppo di ragazzi.
L’esperienza è stata molto interessante per tutti perché ha permesso ai ragazzi di scoprire una realtà che non conoscevano e agli ideatori del laboratorio di potersi raccontare e confrontare con quelli che saranno gli uomini e le donne di domani.

Francesca D’Alò