Ebu – Seminario internazionale sulla parità di genere, di Cinzia Artaria

Sabato 8 dicembre 2016 ho partecipato insieme ad Antonio Quatraro al seminario internazionale on-line sulla parità di genere organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi (EBU).
Erano presenti diversi rappresentanti provenienti da paesi quali Francia, Cipro, Slovenia, Finlandia, Olanda e Svezia nonché rappresentanti di associazioni di disabili visivi dal Guatemala, Argentina e Perù, inoltre era presente Tanja Kleut rappresentante del Parlamento Europeo.
La conferenza è iniziata con parole di ringraziamento ai partecipanti da parte di Mokrane Boussaid dirigente esecutivo di EBU e della Segretaria Generale Maria Kyriacou, la quale ha sottolineato l’importanza di organizzare questi seminari, al fine di sensibilizzare le persone verso tematiche importanti quali per esempio la parità di genere, da considerarsi non solo nel rapporto uomo/donna, ma anche la parità di genere nei confronti della religione nelle questioni razziali, dell’omosessualità, ecc.

La prima parte del seminario è stata condotta da Mary Collins rappresentante della lobby delle donne europee.
La signora Collins ha esordito dicendo che metà della popolazione mondiale è composta da donne, le quali devono sempre più acquisire delle consapevolezze e lottare per far rispettare i propri diritti.
Per raggiungere questa uguaglianza c’è bisogno delle istituzioni che attraverso le leggi permettano alle donne di vedere rispettati i loro diritti, e le aiutino ad essere sempre più parte integrante della società.
Dagli anni ’60 e ’70, in diversi paesi Europei, sono stati firmati molti trattati ed emanate leggi a tutela delle donne , dal 2014 è stata emanata anche una legge a favore delle donne disabili.
In realtà la condizione della donna varia a seconda delle aree geografiche prese in considerazione.
La Collins ha analizzato uno studio condotto recentemente in Francia, in cui si evidenzia che una donna su 3 ha subito violenza fisica o sessuale, molto spesso all’interno delle mura domestiche, da un compagno o un familiare. Molto spesso però le donne si astengono dal denunciare episodi di violenza, quindi i numeri potrebbero essere superiori.
Nonostante molteplici leggi, stiamo attraversando un periodo di stagnazione.
Si avverte una forte riduzione dei servizi e dei fondi stanziati dalle varie associazioni. Non più di 15 giorni fa in Turchia sono state chiuse delle organizzazioni che combattevano a fianco delle donne.
La Collins ha poi continuato facendo delle domande ai partecipanti sotto forma di quiz relativamente alle statistiche da lei mostrate sulla presenza delle donne nell’ambito del lavoro, della politica, nella vita sociale.
Purtroppo si deve sempre prendere atto che il numero degli uomini è superiore in questi ambiti.
Antonio Quatraro presidente del Consiglio Regionale Toscano UICI è intervenuto puntualizzando che nella nostra associazione è stata introdotta la cosiddetta “equiparazione di genere”, nella composizione degli organi periferici.
Nella seconda parte la Collins ha approfondito il suo intervento considerando il futuro che vorremmo e quindi la necessità di passare dalle parole alle azioni concrete attraverso quattro tappe
Step 1 – Fondamentale avere e dare consapevolezza, costruire consapevolezza nei confronti delle donne, controllare e pianificare all’interno delle associazioni.
E’ importante controllare se lo statuto ne parla, considerare quello che vogliamo fare , quali decisioni vogliamo prendere al riguardo, quali sono i nostri obiettivi, elaborare delle strategie a lungo termine, capire dove sono le criticità, e come ci approcciamo all’uguaglianza di genere.
Molto importante è anche il linguaggio utilizzato nei documenti, inclusi quelli relativi alle politiche di indirizzo, dove generalmente prevale l’uso del soggetto maschile piuttosto che quello femminile.
Step 2 – Implementazione.
Reperire risorse economiche, possibilmente incrementandole di anno in anno, che però non siano solo finanziare ma anche umane.
Stabilire un budget preciso e decidere come utilizzarlo.
Al momento si deve registrare una carenza sotto questo aspetto.
Step 3 – Monitoraggio delle risorse a breve e lungo termine.
Incrementare il numero delle donne che ricoprono incarichi all’interno delle associazioni, per raggiungere una rappresentanza di qualità.
Le donne a loro volta devono essere consapevoli delle proprie capacità e del proprio potere decisionale.
Monitorare se ci sono risultati apprezzabili e, in caso negativo, cercare di capire come rimediare, analizzare i risultati raggiunti e quelli non realizzati.
Capire se l’obiettivo è stato raggiunto e con quali modalità.
Step 4 – Eventuale riassegnazione delle risorse.
Nella seconda parte del seminario , Karin Hjalmarson, Rappresentante dell’ uguaglianza di genere all’interno dell’associazione di disabili visivi svedese, ha parlato dell’esperienza dei paesi dell’Europa del nord in particolare della Svezia.
La loro è una lunga tradizione iniziata negli anni ’90.
Questi paesi hanno investito molto sulla formazione, organizzando Workshop, e hanno investito sulla comunicazione continua dei media.
Hanno lavorato molto sulla autostima delle donne pensando, di fatto, concretamente all’assegnazione di ruoli importanti all’interno delle associazioni e affidando loro ruoli decisionali fondamentali; tanto che nel 2014 hanno avuto la loro prima donna Premier.
due terzi dei dirigenti associativi sono donne e il potere fra uomini e donne è ugualmente distribuito.
Ad ogni modo in alcuni settori si evidenzia ancora una supremazia maschile e quindi c’è ancora da lavorare.
Le strategie da utilizzare riguardano sia gli aspetti organizzativi sia quelli più strettamente politici.
Bisogna utilizzare meglio i fondi a disposizione.
Per quanto riguarda la discriminazione degli uomini nei confronti delle donne disabili Karin ha sottolineato che non si tratta solo di una violenza di tipo fisico o sessuale, ma può essere anche più semplicemente la cattiva abitudine di non considerare la necessità di lasciare le cose in ordine quando si va a far visita ad una donna ad esempio, creandole quindi grosse difficoltà nell’orientarsi oppure lasciarla in qualche luogo da sola senza darle punti di riferimento.
I risultati conseguiti sono molteplici, ma non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti si torna indietro.
Minna Kejonen dell’associazione finlandese ha aggiunto che anche nel suo paese si è lavorato molto sulla consapevolezza e sulla formazione, organizzando grandi conferenze per trattare e analizzare il problema.
Bisogna aiutare le donne a raggiungere l’indipendenza economica, ad esporre le loro problematiche.
In un altro intervento si è poi sottolineato che attraverso foto ed immagini passano dei messaggi sbagliati, che riducono le donne ad oggetti di piacere.
Ad ogni modo se la parità di genere non viene rispettata all’interno delle nostre associazioni, non si può pretendere che sia rispettata nella società che ci circonda.
Quindi bisogna lavorare anche in questo senso dato che ci sono donne con grandi capacità che aspettano solo di essere valorizzate.