La chiusura d’anno suscita spesso voglia di bilanci.
Abbiamo operato al meglio delle nostre possibilità?
Abbiamo saputo essere all’altezza del compito, pur con la necessaria umiltà e modestia?
Abbiamo conseguito gli obiettivi che ci siamo dati:
– tutela delle strutture del territorio;
– difesa delle conquiste acquisite;
– organizzazione di un congresso di riforma, di dialogo, di unità democratica.
Domande alle quali non io, ma il corpo associativo, dovrà rispondere a tempo e luogo.
Si conclude, mentre scrivo queste note, una settimana appassionata e appassionante che ci ha visto il 13 Dicembre in udienza privata da Papa Francesco; il 15 al teatro Sistina per una gioiosa edizione del Premio Braille; il 17 in Senato, nell’ambito della legge di stabilità 2015, con l’approvazione di norme che ristabiliscono la cadenza pluriennale ordinaria delle risorse destinate alla nostra cara Unione e ai servizi rivolti ai ciechi e agli ipovedenti italiani.
A Papa Francesco, in un abbraccio commosso senza confini, ho chiesto di pregare per la nostra Unione, lui che può e che sa…
Quanta umanità nel suo discorso di risposta al mio umile indirizzo di saluto!!!
Quanta concreta comprensione e quanto realismo operante, nelle sue Sante Parole.
E quell’abbraccio donato a tutti i presenti… Incontrati uno a uno.
Il Premio Braille ci ha offerto l’occasione di dare un simbolico riconoscimento a Nicola Zingaretti per l’attenzione ai nostri problemi e il sostegno alle nostre strutture sul territorio del Lazio.
E poi alla famiglia Parisi, affidataria di cuccioli di cani guida, idealmente accomunata a tutte quelle famiglie che generosamente donano ai ciechi questo preziosissimo servizio.
A UniCoop Firenze, per aver costruito una rete ampia di lettori volontari al servizio del nostro Libro Parlato.
A Giorgio Rognetta, in memoria, per la lunga e fruttuosa vicinanza legale offerta all’Unione, praticamente fino al giorno della sua dolorosa scomparsa.
Lo splendore e la simpatia di Claudia Andreatti, insieme all’ironica e intelligente presenza di Enzo De Caro, hanno reso ricco e divertente lo spettacolo nel quale, accanto agli artisti professionisti Luca Barbarossa, Ron, Cristiano De Andrè, abbiamo portato sul palco tre talenti della nostra Unione: Dario Mirabile, Luigi Ferzini e Samantha De Rosa.
E come posso tacere della piccola Viola, sì, “il cane del presidente”, che mi ha assistito e guidato tutta la sera dentro e fuori dal palco, su e giù per il palco…
I timori della vigilia per un teatro tanto grande e importante nel cuore di Roma, sono stati fugati dalla presenza di un pubblico meraviglioso, accorso numeroso con spirito appassionato e partecipativo.
La legge di stabilità che aveva riservato all’Unione negli ultimi anni molti timori e qualche amarezza di troppo, è stata quest’anno una occasione per sanare la ferita del 2011, quando furono praticamente azzerate le risorse disponibili, gettando l’Associazione intera in uno stato di incertezza che da allora si è ripetuto ogni anno.
Il provvedimento del 2015 ristabilisce la modalità ordinaria di un finanziamento pluriennale che dovrebbe consentirci una maggiore serenità operativa e una più concreta opportunità di programmare, organizzare e gestire il nostro futuro.
La norma conferisce oggi alla nostra Unione maggiori responsabilità nelle scelte e nella distribuzione delle risorse assegnate, riconoscendole quel ruolo-guida di gestione e di rappresentanza delle problematiche che riguardano i ciechi e gli ipovedenti italiani.
Un traguardo storico, che riconsegna all’Unione il ruolo di interlocutore privilegiato delle istituzioni dello Stato, forse lievemente offuscatosi in anni recenti.
Un risultato che ci riempie di orgoglio e ci carica di nuove responsabilità.
Orgoglio, perché è il frutto di un impegno vasto e compatto giunto da ogni angolo d’Italia e coordinato dal Consiglio, dalla Direzione e dalla Presidenza Nazionale.
Responsabilità, perché ora più che mai, dovremo dimostrare di saper fare buon uso delle risorse che ci sono state assegnate, delle quali dovremo rispondere, centesimo per centesimo, dinanzi ai ciechi e agli ipovedenti d’Italia e davanti al Parlamento e al Governo che hanno voluto credere in noi.
Rimangono in essere, anzi si rafforzano in me, comunque, tutti gli obiettivi da perseguire nei prossimi anni, a partire proprio dalla capacità di convogliare risorse che non abbiano soltanto e sempre il segno della mano pubblica, ma che siano il frutto di strategie di fund raising, di progettazione sui fondi europei, di maggiore efficacia nella gestione del patrimonio, di riqualificazione e riorganizzazione della nostra spesa.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è una associazione dal profilo alto e dai valori solidi; basata sulla serietà dei suoi componenti, sulla qualità della sua missione, sul rispetto delle regole statutarie e sulla democraticità dei metodi di selezione e di decisione.
A tali valori continuerò a ispirare il mio lavoro e la mia azione di presidente, per rendere sempre più forte e trasparente questa nostra Associazione, oggi investita di nuove e più significative responsabilità dinanzi al Governo e al Parlamento che le hanno riconfermato in pratica il titolo a esercitare quel ruolo-guida che le compete a livello nazionale e locale nel settore delle disabilità visive.
Mario Barbuto
Presidente Nazionale