Sparisce la tastiera, arriva il touch screen. E pagare col bancomat diventa un problema
I nuovi dispositivi Pos (gli strumenti usati per il pagamento con bancomat o carta di credito) non sono accessibili ai disabili visivi. Lo denuncia l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei suoi iscritti. I vecchi Pos con tastiera fisica, che poteva essere percepita dai polpastrelli, vengono gradualmente sostituiti da modelli più “aggiornati” (si fa per dire), dotati di tecnologia touch screen. Il risultato è che, al momento di pagare, chi non vede o vede poco si trova davanti un muro.
Economisti ed esperti informatici ci dicono che stiamo andando verso una progressiva e sempre più rapida smaterializzazione del denaro. Il Pos è diventato obbligatorio per professionisti e commercianti (lo si trova perfino sui taxi, mezzi di trasporto molto usati dai disabili visivi). Non poter accedere a questo sistema di pagamento ha conseguenze pesanti. Quando, ad esempio, un cieco entra in un negozio e scopre che il Pos non è accessibile, se non ha con sé denaro contante sufficiente e se non è accompagnato da una persona di fiducia, per effettuare il pagamento non può far altro che rivelare all’esercente il codice segreto del bancomat o della carta di credito: operazione rischiosa e gravemente lesiva della privacy.
«Da notare che, proprio per ragioni di sicurezza, solitamente i disabili visivi non girano con molto denaro contante – sottolinea il presidente UICI Torino, Franco Lepore – Per evitare furti o truffe, preferiscono affidarsi ai pagamenti elettronici. Ma i nuovi modelli inaccessibili rischiano di limitare notevolmente l’autonomia personale di chi non vede». Una pericolosa involuzione, dunque, «proprio ora che, dopo anni di impegno, eravamo riusciti a ottenere l’attivazione di numerosi sportelli bancomat accessibili».
Dal 2014 esiste un protocollo d’intesa tra UICI e ABI (Associazione Bancaria Italiana), volto a stimolare buone pratiche per un sistema bancario più attento ai ciechi e agli ipovedenti. Nell’ambito di questo accordo, si sta lavorando per realizzare un Pos accessibile, ma di sicuro l’introduzione non sarà immediata. Per ora regna l’anarchia, anche perché, a differenza di quanto accade per gli sportelli bancomat, non esiste una mappa dell’accessibilità: quando il disabile entra in un esercizio commerciale, non può sapere se troverà uno strumento accessibile o un modello touch.
«Manifestiamo fin d’ora la nostra totale disponibilità a lavorare insieme per risolvere al più presto il disservizio – conclude il presidente UICI Torino Franco Lepore – In particolare chiediamo un incontro immediato con gli istituti di credito, con l’obiettivo di individuare gli accorgimenti più opportuni per rendere accessibili anche i Pos touch screen».