Finalmente è arrivato ciò che era tanto richiesto
Chi scrive è membro della Commissione autonomia e mobilità e da anni lavora alla sensibilizzazione del problema delle auto silenziose. L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, quale componente dell'Ebu, accoglie con le sue consorelle europee la notizia che il Parlamento Europeo ha approvato una bozza di regolamento che, una volta adottato dalla Commissione e dal Consiglio, porterà a limiti più stringenti riguardo le emissioni di rumore di macchine, furgoni e autobus. Nel nuovo disegno di legge sono, però, previsti anche studi sull'adozione di dispositivi che emettano un suono artificiale su veicoli ibridi, elettrici o con motore a combustione a bassissime emissioni acustiche, per evitare pericoli ai pedoni e agli utenti della strada e, in particolare, a noi non vedenti; un problema presente sin da quando si cominciavano a vedere le prime auto elettriche o ibride e ci si chiedeva come un non vedente avrebbe potuto accorgersi dell'avvicinamento di un veicolo ultrasilenzioso. Il problema, certamente, non è solo dei ciechi, ma riguarda anche le persone anziane, i bambini, i pedoni e anche ciclisti che non si accorgono di un veicolo silenzioso avvicinarsi da dietro.
Gli eurodeputati, nel testo che hanno approvato, si sono presi l'impegno di studiare le soluzioni più tecnologicamente adeguate per affrontare il problema: la cosa più probabile è che, in futuro, le automobili e gli autobus ultrasilenziosi saranno dotati di dispositivi acustici di allerta, in gergo chiamati Avas (sistema di allerta acustico per veicoli). Per la European Blind Union, l'organizzazione che a livello europeo cura gli interessi di ipovedenti e non vedenti, tali Avas dovrebbero essere obbligatori su veicoli ibridi ed elettrici, soprattutto a basse velocità (sotto i 40 chilometri orari), perché, una volta superato tale limite, un'automobile diventa identificabile. La nostra commissione Ebu ha sempre sostenuto che gli Avas dovrebbero, inoltre, indicare al pedone il tipo di movimento del veicolo, ovvero, permettere di capire se quest'ultimo sia in accelerazione, decelerazione o retromarcia e offrire la possibilità di individuare le automobili anche quando queste siano ferme. Più volte abbiamo lavorato su protocolli che venivano dagli Stati Uniti in quanto il problema era stato studiato più approfonditamente e la nostra Unione, più volte, ha cercato di sensibilizzare le nostre case automobilistiche a prendere in esame tale necessità. Così, finalmente, questo problema verrà studiato e imposto alle case automobilistiche affinché la mancanza del rumore non possa mettere in pericolo le persone che non hanno la possibilità di vedere ciò che li circonda e che, grazie a questi dispositivi, potranno continuare a mantenere la loro autonomia e mobilità in piena sicurezza.
Giuseppe Bilotti
Non vogliamo il silenzio,di Giuseppe Bilotti
Autore: Giuseppe Bilotti