Negli ultimi 2 decenni la nostra società ha vissuto un progresso tecnologico senza precedenti. Da una comunicazione basata sul formato cartaceo e sull’informazione diffusa solo tramite radio, tv e giornali, si è giunti ad un sistema imperniato sempre più sull’informazione diffusa tramite mezzi digitali, in particolare tramite la rete internet.
Se grazie a questo mutamento attualmente gli utenti possono usufruire di un accesso più pratico e immediato alle informazioni stesse, si rileva purtroppo il rischio che da questo progresso e dai conseguenti vantaggi rimangano escluse le categorie più deboli come le persone disabili.
E’ pertanto fondamentale garantire l’effettiva accessibilità dei media, in quanto solo tramite un’informazione totalmente accessibile si realizza la vera integrazione sociale anche dei soggetti più deboli.
Di questi temi si è discusso in occasione del convegno dal titolo “Accessibilità ai media un’opportunità per tutti” svoltosi a Milano presso Palazzo Pirelli il 3 ottobre 2014. L’evento, rivolto a giornalisti, operatori dell’informazione e webmaster, è stato promosso dal CO.RE.COM (Comitato Regionale per le Comunicazioni) della Lombardia, e rappresenta il frutto di un intenso confronto che ha visto il coinvolgimento di varie associazioni operanti nel 3° settore, fra le quali l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia e l’Ente Nazionale Sordi. Tra gli altri, erano presenti Nicola Stilla, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia, e Franco Lisi, responsabile del Polo Informatico dell’Istituto dei Ciechi di Milano.
Dai vari interventi è emersa in tutta evidenza l’estrema complessità, nonché la delicatezza del tema.
Parlando di “accesso alle informazioni”, infatti, non ci si riferisce più solo alle notizie diffuse tramite giornali, tv e radio, ma ad una serie sconfinata di servizi offerti tanto da privati, quanto dalla Pubblica Amministrazione (si pensi alle banche dati alle quali il cittadino può accedere per ottenere la documentazione di cui necessita senza dover passare per i classici “sportelli” degli enti).
A livello sovrannazionale il diritto all’accessibilità è stato ampiamente riconosciuto in maniera inequivocabile. Come evidenziato nel proprio intervento dal Presidente del Forum Italiano sulla disabilità e Segretario dell’EDF (European Disability Forum) Rodolfo cattani, “La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità riconosce l’importanza dell’accessibilità, tra l’altro, dell’informazione e della comunicazione al fine di consentire alle persone disabili il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
Sia l’Unione Europea, sia gli Stati Membri devono quindi assicurare alle persone disabili la piena accessibilità a tutti gli strumenti della comunicazione scritta, sonora, semplificata e mediata, inclusi quelli specificamente destinati alle persone disabili”.
“Il Forum Europeo della Disabilità, sottolinea Cattani, riconosce che sono stati conseguiti risultati significativi, ma osserva che sussistono numerose criticità riguardo al recepimento e all’attuazione della Convenzione per quanto concerne l’accessibilità dei mezzi dell’informazione, un settore vastissimo in continua evoluzione ed espansione”.
Nello specifico, all’articolo 9, comma 1, la Convenzione invita gli Stati Parti a prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità l’accesso “(b) Ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi elettronici e quelli di emergenza”, e al comma 2 per “(g) Promuovere l’accesso per le persone con disabilità alle nuove tecnologie ed ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso Internet”. L’articolo 21, inoltre, richiama la necessità di “(a) Mettere a disposizione delle persone con disabilità in forme accessibili e mediante le tecnologie appropriate ai differenti tipi di disabilità, tempestivamente e senza costi aggiuntivi, le informazioni destinate al grande pubblico” e a “(d) Incoraggiare i mass media, inclusi gli erogatori di informazione tramite Internet, a rendere i loro servizi accessibili alle persone con disabilità”.
Fra coloro che più spesso si devono scontrare con il continuo progredire della tecnologia vi sono sicuramente le persone non vedenti ed ipovedenti. In ambito nazionale la legge 4/2004 certamente rappresenta un importante traguardo nell’affermazione del principio dell’accessibilità ai sistemi informativi, in quanto impone obblighi specifici alle Amministrazioni pubbliche e a tutti coloro che offrono servizi di pubblica utilità, affinché garantiscano un livello minimo di accessibilità dei propri servizi per tutti gli utenti.
Afferma Nicola Stilla: “Se da una parte l’applicazione degli standard tecnici segna un livello necessario sotto il quale non è consentito scendere nel rispetto dei principi di parità di accesso, i cittadini utenti e le stesse Amministrazioni, tuttavia, avvertono che la garanzia all’accesso non si esaurisce nel rispetto dei meri aspetti tecnici, poiché il diretto e pieno coinvolgimento delle persone per mettere a punto la vera fruibilità è un passo importante per poter garantire la qualità e l’usabilità dei prodotti”.
La piena accessibilità non è un obiettivo fra i più facili da raggiungere, ed è pertanto fondamentale “fare rete”, mettendo a frutto tutte le conoscenze e le esperienze a disposizione. In tal senso l’Istituto dei Ciechi di Milano, con il proprio Polo Informatico, si pone come valido punto di riferimento scientifico grazie alla costante ricerca di soluzioni che assicurino ai non vedenti e agli ipovedenti un concreto accesso ai mezzi d’informazione. Fra i vari progetti dello stesso Istituto, si segnala un corso rivolto ai giornalisti e ai webmaster che, grazie al supporto di esperti altamente qualificati, potranno acquisire un’adeguata formazione per quanto riguarda le linee guida che, correttamente applicate, consentiranno loro di realizzare siti web che garantiscano un’effettiva accessibilità non solo nel rispetto degli standard minimi imposti dalla legge, ma nel rispetto tanto dei loro utenti, quanto della loro stessa missione: fornire informazioni e servizi.
Riferendosi specificamente ai mass media, prosegue Stilla: “Forse il settore più “coperto” dalla Legge e dai Decreti è quello della stampa. Le informazioni e gli articoli sono oggi sempre più diffusi tramite i siti web, nonché tramite le applicazioni mobili. In merito ai siti web, la Legge 4/2004, anche tramite il Decreto attuativo il cui allegato A è stato aggiornato nel settembre 2013, e il più recente Decreto Legislativo n. 179 del 2012, forniscono dirette indicazioni su come i contenuti debbano essere realizzati. Tuttavia, nonostante tali indicazioni, si deve purtroppo riscontrare una scarsa applicazione dei principi di accessibilità, dovendosi così avvalere di specifici accordi con i mass media di riferimento per poter garantire l’accessibilità per categorie specifiche di utenti. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, infatti, anche a seguito di uno specifico accordo, ha realizzato un servizio di consultazione dei quotidiani tramite il progetto Evalues. Ciò ha consentito anche di realizzare un’applicazione mobile che sia accessibile e fruibile tramite le tecnologie assistive utilizzate dalle persone non vedenti. Tutto questo però dovrebbe poter essere attuabile accedendo direttamente alle risorse disponibili per tutti, al fine di garantire pari opportunità a prescindere da specifici accordi e collaborazioni. Rispetto ai siti web, meno attenzione è rivolta alla progettazione e allo sviluppo di interfacce mobili oggi sempre più diffuse per rendere disponibili news tramite gli smartphone e i tablet, ovvero le APP dedicate a specifici contenuti. Né la Legge, né i decreti citano con chiarezza “anche tramite applicazioni mobili”, con la conseguente libertà da parte dei committenti di richiedere o meno che l’applicazione fatta realizzare sia effettivamente fruibile da parte di tutti, anche tramite le tecnologie assistive. Per gli articoli, spesso forniti in formato PDF, fortunatamente i Decreti attuativi, nonché il Decreto Legislativo n. 179 del 2012, danno chiare indicazioni; ora andrà rivolto ogni sforzo al fine di sensibilizzare gli operatori affinché le stesse siano rispettate.
Per quanto concerne i servizi televisivi e radiofonici invece, sebbene i principi della Legge siano riferibili senza difficoltà, il concetto di accesso universale è pressoché assente, se non in pochi e troppi limitati servizi. I servizi di sottotitolazione e di audiodescrizione, sono sempre pochi e poco garantiti. La legge su questo è in qualche modo “ammorbidita” limitando i produttori a garantire i suddetti servizi in maniera limitata, commisurando l’obbligo al contenuto specifico.
Se da un lato il Legislatore ha il chiaro obiettivo di evitare un eccessivo carico di lavoro nella predisposizione dei contenuti, dall’altro si deve registrare il rischio di esclusione dalla fruizione di molti servizi di utenti di svariate categorie”.
Come si può capire l’accessibilità ai media è un tema alquanto complesso; la tecnologia progredisce a passi da gigante, e ad ogni passo compiuto da quest’ultima corrisponde un mutamento dei criteri per definire l’accessibilità stessa. Il convegno in oggetto ha rappresentato indubbiamente un’ottima occasione di confronto fra i vari esperti presenti, ed è proprio questa la via da seguire: confronto e scambio di esperienze. Tanto più si metteranno a frutto le migliori esperienze, quanto più l’accessibilità ai mezzi d’informazione non rappresenterà più il mero rispetto di obblighi imposti dalla legge, ma sarà davvero un’opportunità da sfruttare da parte di tutti: dagli operatori che potranno competere a tutto campo nell’offrire servizi completi e di alta qualità, e dagli utenti che tramite il libero accesso saranno in possesso di un elemento in più per integrarsi appieno nella società.
Il convegno del 3 ottobre, come già detto, è il risultato di un lungo e intenso lavoro che, si auspica, non si esaurisca in questo singolo evento, ma prosegua con un costante e intenso confronto fra i vari operatori. Per la buona riuscita un ringraziamento particolare va a Federica Zanella, Presidente del CO.RE.COM della Lombardia, nonché a tutti i Membri del Comitato, in modo particolare al Dott. Diego Borella che hanno creduto fortemente nell’iniziativa e che, con il loro impegno, vogliono proseguire sulla strada del pieno accesso alle informazioni, così come testimoniato dal sito web del CO.RE.COM. Lombardia che oggi, anche grazie alla consulenza offerta dall’Istituto dei Ciechi di Milano, è totalmente accessibile a tutte le persone e, quindi, anche alle persone non vedenti ed ipovedenti.
Milano: Mass media e accessibilità: un ostacolo o un’opportunità?, di Massimiliano Penna
Autore: Massimiliano Penna