Siamo lieti di informare di una iniziativa nata dall’azione sinergica della sezione territoriale di Matera della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con il comitato C.P.UNESCO di Matera, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, l’Associazione Madonna della Bruna, Sabap Basilicata – ex Ospedale San Rocco, CAMERLINGVS di Geert Camerlinckx, imprenditore belga e mecenate a tutela di arte e storia di una terra in cui è giunto e ha da subito amato (anche dedicando a Matera una linea di produzione di birra).
Dal 01 al 09/07 (poi prorogato al 13/07 p.v.) c/o l’ex Ospedale di san Rocco, in piazza San Giovanni a Matera è in corso la mostra multisensoriale “La Bruna – Umanità di una festa”. La mostra, incentrata sulla festività patronale della Madonna della Bruna a Matera, che da seicentoventotto anni cadenza le annate della città, coinvolge davvero tutti i sensi ed è bastato amplificarne alcuni, oltre che moltiplicarne i linguaggi, per farla conoscere e sentire “oltre” i confini territoriali e oltre le barriere della percezione tradizionale.
Il percorso della mostra , articolato tra gli spazi esterni e la chiesa sconsacrata – ma densa di fede e devozione attraverso l’arte – nell’ ex Ospedale di san Rocco, prevede una galleria di stampe fotografiche, d’epoca o delle feste recenti, corredata da didascalie che raccontano i momenti della festa tradotti oltre che in tre lingue straniere anche in scrittura Braille, su lastre di rame; un audio diffuso a ripetizione montato sulle diverse fasi dell’intera giornata del 2 luglio, dai canti ai mortaretti, dallo scalpitio dei cavalli allo squillo che annuncia il passaggio della Madonna, dallo “straccio” del carro ai fuochi pirotecnici ; un video che attraversa i secoli di storia della festa trasmesso a cadenza oraria su un piccolo schermo; una raccolta di pezzi in cartapesta di età compresa tra i duecento anni e le poche settimane dell’ultimo carro, quasi tutti a disposizione dei non vedenti per poter essere toccati con l’ausilio del personale.
Il senso dell’umanità è quello privilegiato: sono queste feste paesane, religiose, forse le realtà che più di altre riescono a mantenere, magari a ricordare e ripristinare l’autenticità dei rapporti umani che le piazze virtuali stanno cancellando. La fede e la religiosità legate alla propria terra e alle propria storia si rivelano ancora come il luogo sicuro cui affidarsi, dove sperare, dove tornare.
Questa mostra in pochi giorni si sta rivelando “necessaria”, viste le testimonianze e i sensi di gratitudine soprattutto dei numerosi turisti che hanno l’opportunità di comprendere una delle essenze fondamentali dell’anima dei Sassi. Oltre i selfie sui panorami mozzafiato dei sassi e della gravina, Matera si propone nella sua essenza più intima, che forse, anzi, certamente, la rende più bella e preziosa. Le statue, comprese quelle dell’ultimo carro, stracciato solo domenica scorsa, continuano ad arrivare nell’ ex Ospedale dai collezionisti privati, felici di rispoverarle da depositi e capannoni.
Il sorriso impresso sui visi di coloro che, per la prima volta, sentono apparire tra le mani il volto dolcissimo di Gesù benedicente, le guance paffute dei puttini, il saio di San Francesco, le ali spiegate dell’angelo che nella Chiesa del Cristo Flagellato è in perpetuo anelito al cielo, ripaga ampiamente dei sacrifici e motiva tutti i promotori a far si che l’esposizione della cartapesta diventi mostra multisensoriale permanente nella città di Matera, Patrimonio Unesco e Capitale Europea della Cultura 2019.