Il 25 marzo scorso è stata celebrata a Roma la ricorrenza dei sessant’anni dalla sottoscrizione dei primi accordi che hanno dato vita nel tempo all’Unione Europea così come oggi la conosciamo.
Con la costituzione del Parlamento Europeo quale organismo elettivo libero direttamente rappresentativo della volontà popolare dei cittadini d’Europa, si sono accresciute le opportunità di ottenere Diritti per le persone con disabilità, sanciti e tutelati da leggi e direttive specifiche, capaci di proiettare effetti sull’intera popolazione più svantaggiata dell’Unione e del continente tutto.
Il contrassegno di libera circolazione stradale, la riconoscibilità delle monete e delle banconote Euro, il servizio di assistenza per la mobilità autonoma nei trasporti aerei, ferroviari e urbani, sono soltanto i più facili degli esempi che ricordano e sottolineano l’importanza di norme comuni, valide su tutto il territorio d’Europa e applicate con modalità pressoché analoghe a milioni di cittadini a tutte le latitudini del continente.
Le persone con disabilità e le loro associazioni di rappresentanza, pertanto, da una Europa sempre più unita e condivisa, possono soltanto ricavare vantaggio e beneficio, rendendo meno incerte le condizioni di tutela e migliorando i contesti di applicazione di disposizioni e pratiche comuni all’insieme dei Paesi dell’Unione, con il superamento delle frammentazioni nazionali, delle norme distinte e spesso contrastanti, dei trattamenti diseguali dinanzi a problemi uguali e a cittadini aventi uguali diritti.
Negli ultimi mesi, presso le commissioni preposte del Parlamento Europeo sono state e sono all’esame varie direttive che influenzano in modo significativo la vita quotidiana delle persone con disabilità quali l’accessibilità ai servizi e ai prodotti informatici, sia privati, sia soprattutto della pubblica amministrazione; il Diritto di accesso indipendente ai prodotti librari e audiovisivi; la libera distribuzione di materiali librari in formati alternativi quando il formato ufficiale di pubblicazione non sia rispettoso della fruibilità della lettura per tutti; l’usabilità autonoma di ascensori ed elevatori regolati da dispositivi a touchscreen; l’installazione obbligatoria di segnalatori di allerta sulle automobili a trazione elettrica, cosiddette “silenziose” e poi tante altre disposizioni normative e regolamentari capaci di rendere meno disagevole e meno faticosa l’esistenza quotidiana di milioni di persone in condizioni di difficoltà.
Nel nostro settore specifico della disabilità visiva, in questi anni, abbiamo promosso iniziative efficaci e ottenuto risultati preziosi e consistenti a partire dall’opera svolta dalla nostra Unione e da molte altre associazioni nazionali di categoria, secondo gli obiettivi definiti nell’ambito dei programmi d’azione dell’EBU (Unione Europea dei ciechi) che si assume l’onere di rappresentare in sede UE le istanze e le aspettative dei milioni di ciechi e di ipovedenti europei.
L’EBU infatti, svolge un’azione metodica e mirata di sensibilizzazione, di pressione e, quando necessario, anche di lotta e di protesta, presso le autorità della Commissione e del Parlamento Europeo, tramite i propri canali di informazione e di comunicazione, i propri gruppi di lavoro, il proprio Direttivo al quale, chi scrive, si onora di appartenere.
L’azione promozionale e propositiva dell’EBU si intreccia spesso anche con quella altrettanto efficace e consistente svolta dall’EDF (Forum Europeo della Disabilità) con il quale sono state condotte e coordinate iniziative di elevato impatto sociale sui cittadini europei con disabilità come la richiesta di approvazione del trattato di Marrakech sul libero scambio non commerciale delle opere librarie.
I processi di integrazione e di globalizzazione delle economie e delle società, sempre più vorticosi nonostante qualche patetica intenzione di negazione o di contrasto che di volta in volta si assumono politici variamente assortiti di questo o quel Paese dell’Unione o del Mondo, richiedono anche alle Associazioni e alle Federazioni di rappresentanza delle persone con disabilità una capacità nuova e moderna di organizzazione e di azione, sostanzialmente basata sulla messa in pratica di uno slogan semplice nell’enunciazione, ma molto, molto complicato nell’attuazione:
“pensare globalmente, agire localmente”.
Grazie a questa modalità nuova si è pervenuti alla definizione, approvazione e sottoscrizione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità che ora, tuttavia, dovrà trovare sempre di più il proprio terreno di attuazione nell’ambito dei territori nazionali tramite il confronto con i Governi e le autorità politiche e amministrative nazionali che dovranno saperne articolare e applicare le linee direttive, colmando il ritardo intollerabile già registrato, purtroppo, di recente anche nel nostro Paese, condannato a una pessima figura di inefficienza e di inadempienza dinanzi agli ispettori ONU in fase di verifica dopo il primo quinquennio di entrata in vigore.
Grazie a questa modalità nuova si sono conquistati Diritti primari di altissimo valore morale e pratico sul territorio dell’Unione Europea, sebbene ancora tanto rimanga da fare in questo lungo cammino di uguaglianza e di vera cittadinanza compiuto dalle persone con disabilità nell’ambito dei risvolti più comuni e semplici della vita quotidiana di ciascuno di noi.
Lo strumento di rappresentanza e di azione interassociativa verso l’Europa oggi è il FID (Forum Italiano della Disabilità) che raggruppa tutte le principali associazioni e federazioni italiane di rappresentanza e che noi dell’Unione ci onoriamo di aver animato e sostenuto fin dall’inizio, offrendo ancora oggi il prezioso supporto tecnico e sostegno politico che ne garantisce funzionalità ed efficienza operativa.
In Italia il FID è una grande occasione di rappresentanza e di proposta rivolta proprio alle federazioni nazionali della disabilità quali FAND e FISh che proprio in quella sede potranno sviluppare iniziative unitarie e sperimentare modalità operative comuni al di là di distinzioni e separazioni che ci permettiamo, con tutto il rispetto per la Storia e per chi l’ha scritta in passato, di considerare oggi non solo superate, ma addirittura anacronistiche.
Quando saremo davvero in grado di trarre ragioni di concordia e di azione dalle necessità di risolvere le problematiche contingenti che affliggono le persone con disabilità e riusciremo ad ammainare le bandiere delle singole associazioni e federazioni per marciare tutti insieme sotto il solo vessillo dell’Unità nel nome degli interessi materiali e morali delle persone con disabilità e delle loro famiglie, allora sarà inaugurata un’epoca nuova nella quale la voce e la forza dei più deboli acquisteranno finalmente quel peso politico e negoziale indispensabile a influenzare positivamente le scelte parlamentari, governative e amministrative del nostro Paese così da garantire più tutela, più rispetto, più dignità.
Al FID l’onore e l’onere di interpretare queste indicazioni e renderle davvero efficaci nella pratica di tutti i giorni.
Mario Barbuto – Presidente Nazionale
L’Europa e le persone con disabilità, di Mario Barbuto
Autore: Mario Barbuto