Relazione tenuta al Convegno “Gli ipovedenti tra passato, presente e futuro”
Roma, 14 febbraio 2015
Non devo certo spiegare a voi (che in materia siete senz’altro più esperti di me) cosa vuol dire “investire”. Ma per sviluppare queste brevi note, ho bisogno di partire da una affermazione condivisa: investire, vuol dire impegnare un certo capitale, per ottenere nel medio-lungo periodo dei guadagni.
In ambito squisitamente economico-finanziario, tale affermazione sarebbe banale e assai limitativa; ma in un contesto di azioni culturali e socio-sanitarie, quale quello odierno, credo possa tornare utile.
Il nostro capitale è di tipo misto, fatto cioè di risorse economiche, professionali ed umane; non freddo, quindi, come può esserlo quello esclusivamente finanziario (dove la componente umana è quasi sempre del tutto assente). Le risorse economiche del nostro capitale, sono quelle della Legge 28 agosto 1997, n. 284, ormai ridotte al lumicino; le professionali, sono oculisti ed ortottisti; le umane, sono quelle di tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati nelle Associazioni e che quotidianamente si battono per la difesa di diritti e per il cambiamento culturale del nostro Paese. Ecco, il nostro è un investimento culturale, perché cambi l’atteggiamento dei pubblici decisori e perché cambino i comportamenti dei cittadini, anche rispetto alla prevenzione delle patologie oculari.
Tre componenti di un capitale che, giorno per giorno, rischia di essere deprezzato da quanto è mediaticamente più rilevante, ma che, oggettivamente, già dopo i primi anni dalla citata Legge n. 284/1997, ha cominciato a dare importanti positivi ritorni.
E’ doveroso ricordare che i primi azionisti del nostro investimento furono, nel 1977, l’Unione Italiana Ciechi e la Società Oftalmologica Italiana, i quali dettero vita alla Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (oggi, IAPB Italia ONLUS). Si aggiunsero, poi, rispettivamente nel 1989 e nel 1991, l’Associazione Professionale Italiana Medici Oculisti ed il Gruppo Italiano Studi Ipovisione. Solo nel 1997, però, l’investimento in prevenzione assume forma e sostanza; infatti, con la citata Legge n. 284 “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”, lo Stato mette in campo alcuni finanziamenti, certamente già allora del tutto inadeguati: figuriamoci, oggi, che quei 5 miliardi di lire (ovvero, più o meno 2 mioni e 500.000 euro) sono stati ridotti a poco più di 400.000 euro.
Senza dubbio, uno dei pilastri portanti per una efficace prevenzione della cecità (e che scarseggia in questa società dell’immagine e della comunicazione in tempo reale) è una corretta informazione sul bene prezioso della vista; sulla necessità di proteggerlo e salvaguardarlo. Molti non si rendono neppure conto che la gran parte delle informazioni giunge al cervello per mezzo della vista; che vedere male, vedere poco o – peggio ancora – non vedere affatto, limita e condiziona fortemente anche la libertà personale. Molti evitano di sottoporsi a visite preventive, per il timore di un risultato inatteso: ed in diversi casi tale atteggiamento determina l’irreparabile. Tanti trascurano di rivolgersi all’Oculista al manifestarsi di alcune sofferenze oculari (arrossamento, bruciore, lacrimazione, facile stancabilità), ritenendo di risolvere il problema con un semplice collirio consigliato dal farmacista di fiducia. Tanti altri ancora, anziché ricorrere all’Oculista per accertare le ragioni per le quali leggono con difficoltà o non riescono a focalizzare ciò che vedono, corrono dall’ottico per farsi misurare la vista. Si pensi a quei lavoratori che, disinformati sulle possibili conseguenze, continuano a svolgere determinate attività senza proteggere adeguatamente i propri occhi; e si pensi a quanti bambini sono vittime di gravi danni oculari per l’uso di giocattoli appuntiti.
Lo Stato, nelle sue diverse articolazioni territoriali, non sembra ancora del tutto convinto che, investire nella prevenzione, vuol dire arrecare notevoli benefici anche alle risorse umane e finanziarie della collettività. Si considerino, ad esempio, gli enormi benefici scolastici e sociali che potrebbero risultare da una corretta campagna di informazione nella scuola, dove i più non pensano che le difficoltà di lettura o di scrittura dell’alunno possano derivare da alterazioni della macula, da una illuminazione dell’aula insufficiente ed inadeguata, da un problema di coordinazione oculo-manuale.
In questa sfida di civiltà, quindi, le nostre armi sono l’informazione, la divulgazione scientifica, spot televisivi e radiofonici per sensibilizzare tutti a difendere il bene prezioso della vista, quale diritto fra i diritti fondamentali dell’uomo.
Qualche anno fa, per supportare con adeguati studi e dati oggettivi, la validità dei nostri investimenti in prevenzione, abbiamo commissionato alla LUISS di Roma uno studio sull’impatto dei costi della cecità sulla spesa pubblica. E lo studio ha documentato che, con la prevenzione delle patologie oculari, è possibile ottenere una riduzione della spesa pubblica compresa tra il 9 ed il 34 per cento, a seconda del tempo di intervento.
Come detto, abbiamo investito e continuiamo ad investire anche in capitale umano, capitalizzando, cioè, la buona volontà e l’entusiasmo di quanti condividono e sostengono questa sfida di civiltà che è la prevenzione. Abbiamo costituito, presso la gran parte delle Sezioni Provinciali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, i Comitati IAPB, dei quali fanno parte non vedenti e medici oculisti desiderosi di impegnarsi nei propri territori affinché Pubblici Amministratori e privati cittadini facciano propria la cultura per la prevenzione della cecità. Accenniamo soltanto a qualche plusvalenza dei nostri titoli investiti in prevenzione:
1) la possibilità, per tutti i cittadini che lo desiderano e che non sono mai andati da un oculista, di farsi visitare gratuitamente presso le nostre unità mobili attrezzate ad ambulatorio oculistico (ad oggi ne sono attive 14) e presenti periodicamente nelle piazze e nelle scuole di molte province, nonché nei quartieri ad elevato disagio sociale. L’esperienza dimostra l’importanza di questa forma di prevenzione, perché molte sono le patologie riscontrate, delle quali i soggetti visitati non sono a conoscenza e che permette agli stessi di evitare conseguenze drammatiche. Le visite non hanno lo scopo di curare eventuali danni oculari riscontrati, ma quello di accertare la presenza di eventi silenti e quindi avviare gli interessati presso le strutture sanitarie pubbliche, territorialmente competenti.
2) l’attivazione di una linea verde, disponibile dalle ore 10 alle ore 13.00 dal lunedì al venerdì; per cui, telefonando al numero 800068506, è possibile consultare degli Oculisti ed acquisire informazioni corrette sulle diverse patologie e sulle strutture pubbliche specializzate.
3) la pubblicazione della rivista trimestrale “Oftalmologia Sociale – rivista di Sanità Pubblica”, realizzata con la collaborazione scientifica della Clinica Oculistica dell’Università “La Sapienza” di Roma. La rivista informa sullo stato della ricerca e delle nuove scoperte nel campo oftalmologico, a livello nazionale ed internazionale; la nuova veste grafica risulta particolarmente gradita e la rivista è edita anche in Braille e su supporto informatico.
4) Predisposizione e divulgazione di opuscoli per le specifiche patologie e con studiata veste grafica affinché risultino non solo gradevoli all’occhio, ma facilmente consultabili;
5) Il sito web www.iapb.it, con la rubrica “L’Oculista risponde” ed una miniera di utili informazioni, oltre alla Rivista on-line “Oftalmologia Sociale”.
6) La Giornata Mondiale della Vista, celebrata il secondo giovedì di ottobre ed articolata in una Conferenza nazionale (solitamente presso la Camera dei Deputati o presso il Senato) ed in decine di iniziative locali.
Quelle appena elencate, sono solo alcune delle iniziative per promuovere la cultura per la prevenzione della cecità, ma la nostra Agenzia ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ed ha voluto investire anche in riabilitazione, realizzando in Roma il Polo Nazionale per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti, il cui Progetto è stato approvato dal Parlamento italiano e finanziato con la Legge n. 291 del 16 ottobre 2003. Il Polo Nazionale, inaugurato l’11 ottobre 2007, è oggi una realtà concreta quotata a livello internazionale, grazie anche al riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quale suo unico Centro internazionale di collaborazione per la riabilitazione visiva.
Finalità del nostro Polo Nazionale, sono l’acquisizione di dati epidemiologici, la sperimentazione di nuovi protocolli riabilitativi e creazione di una rete fra i Centri italiani e quelli internazionali.
Per concludere, non posso tacere dei nostri investimenti per la lotta alla cecità evitabile nelle aree povere del mondo. A mo’ d’esempio, mi piace ricordare la costruzione di 113 pozzi d’acqua in Etiopia, l’accordo di collaborazione con il Marocco per la lotta al tracoma e, da ultimo, la costruzione di una sala operatoria nel Burkina Faso. Investimenti che, seppure onerosi, hanno concorso a migliorare le condizioni di vita di tanti uomini, donne e bambini, altrimenti destinati a sicura cecità.
Che bello sarebbe se ognuno di voi potesse divenire azionista attivo dei nostri investimenti! certamente le quotazioni delle nostre azioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva aumenterebbero di giorno in giorno. Fatelo, investite con noi e i risultati non mancheranno. Grazie.
Michele Corcio