Allora proviamo.
Fiore un amico da tanto tempo. Lui vende olio ma sa vendere utopie: “perché non portiamo i nostri amici ciechi sul Monviso?” Fiore per fortuna è anche il Vice Presidente del CAI di Peveragno e sa sempre coinvolgere gli amici volontari quando necessita.
Domenico ed il Maestro pensano che la pensione o almeno un pezzo di tempo della stessa possa essere regalato agli altri: costruiscono tappe per avvicinarci al Monviso.
Claudio è un Educatore attento e capace: sa creare gruppo ed alleanze
Gianfranco è il Sindaco (era) della Boarelli , Presidente dell’assemblea del Consorzio e pensa più avanti: 150 anni fa una donna su Viso oggi è tempo che il Viso sia per tutti.
Nasce così un’idea, un gruppo, una utopia.
Arrivano tante adesioni. Le sezioni CAI :di Saluzzo che regala anche la maglietta commemorativa a tutte le partecipanti femmine, di Racconigi, di Savigliano. Troviamo Seba Audisio e Mario Cedro con la loro montagna-terapia.
Molti volontari. I muli di Luciano.
Si fanno i 5 trekking di preparazione, ci si conosce, ci si confronta.
E poi……
Poi si è al Quintino. Ore 3 e 30 sveglia. Ore 4 si parte. Emozione, paura, pensieri, fiducia….Piera e Gigi i più determinati.
Al Passo delle Sagnette arrivano le Guide Daniele Maccagno e Paolo Pernigotti insieme a Luca Maccagno, fratello di Daniele e ottimo alpinista. Tutti vengono per …..non so, sicuramente non per denaro, forse, come sostiene Gianfranco, per scrivere una nuova storica pagina del Monviso.
Io, Fiore, Diego, Marco, Monica abbiamo accompagnato più volte i non vedenti sui sentieri di montagna ma dall’Andreotti in su prendono in mano la situazione le guide. Guardo Piera e Gigi e mi chiedo come facciano a salire su tutte quelle pietre, li vedo inciampare, sbattere contro gli ostacoli, anche io inciampo mi lamento. Loro nulla , un passo dopo l’altro attaccati alla corda di Daniele e Paolo.
Si sale, si fatica.” Volete che ci fermiamo, nessuno ce lo ha ordinato?” Piera zittisce Fiore: “sono arrivata fino a qui ed ora si arriva in cima”. Le guide danno il loro assenso: sono dentro all’utopia anche loro.
La storia finisce in un pianto di emozione collettivo. Tutti in cima, si commuovono anche 3 ragazze della forestale che arrivano con noi dalla via Est.
Non so quanti pensieri mi siano passati nella testa in quel momento.Troppi? Nessuno?
Poi la lunghissima discesa e la risalita alle Sagnette. Il Rifugio Quintino Sella all’alto, sono le 20: arriviamo.
Al Quintino sono in tanti, facce di amici, colleghi, ragazzi.
Trovo Mario con il quale 25 anni fa salii sull’Argentera Nord. “Mario domani ci facciamo una foto su Viso Mozzo.” 25 anni dopo, ancora su una montana, ancora ad allargare orizzonti.
Ho ancora il tempo di emozionarmi un po’ guardando 2 ragazzi della comunità, un ragazzino ed una ragazzina correre in cima alla vetta e dimenticarsi delle cose brutte della vita.
Poi è una leggera pioggerellina,la lunga discesa, Claudio che ci aspetta al Pian del Re, i pulmini.
Ma oggi è qualcosa di più. E’ aver provato ad aprire strade, orizzonti, pensieri…..è aver provato a regalarci, tutti, una sana felicità. E’ aver sempre più la convinzione che bisogna provarci, che nel mondo ci sono un sacco di belle persone, che lo star bene nasce dal sentirsi vivi e che adesso…… bisogna pensare a qualcosa per il prossimo anno.
Grazie
Livio Tesio