COOP un’idea, un sogno, un progetto molto interessante!, di Valter Calò

Commissione Nazionale NAL (nuove attività lavorative) UICI Coordinatore dott. Valter Calò

 

Subito sotto, una bozza progettuale riguardante la proposta di una cooperativa sociale molto interessante. Prima permettetemi però di raccontarvi un incontro chiave per il suo sviluppo tra UICI e Politica.

Brunico, sabato 3 febbraio. Partenza ore 6:30, destinazione Treviso. Mi accompagna sulla sua Jeep il Vicesindaco di Brunico Renato Stancher. Con lui avevo già discusso del progetto che sotto vi illustrerò, per avere più consigli preziosi sulla sua fattibilità.
Passiamo Dobbiaco e inizia a nevicare; saliamo sul Passo Montecroce e la neve si fa sempre più fitta, il paesaggio è fiabesco, la coltre nevosa abbraccia nel suo bianco splendore ogni cosa.
Scendiamo lentamente verso Cortina, la neve non smette, non possiamo fermarci e così proseguiamo avanti tutta: abbiamo un appuntamento importantissimo a Treviso con il Presidente del Consiglio Comunale Dott. Franco Rosi e con il Vicesindaco Dott. Roberto Grigoletto. All’incontro sarà presente anche Nicolina Ceppaglia, in rappresentanza di un gruppo di lavoro con il quale da diversi mesi stiamo progettando e studiando la possibilità di aprire una cooperativa sociale assolutamente innovativa, e da prendere in considerazione per lo sviluppo e la ricerca di nuove opportunità occupazionali nel difficile mercato del lavoro.
Ci lasciamo le Dolomiti alle spalle, la neve si trasforma in pioggia e arriviamo verso le 10:00 a Treviso. Siamo in anticipo, ma abbiamo preferito darci un ampio margine di tempo per questo incontro. Parcheggiamo e cerchiamo un bar per un caffè. Pioggia e vento ci accompagnano sotto i portici di questa splendida città; mentre camminiamo telefono a Nicolina, che è molto nervosa ma pronta ad incontrarci. Infila un cappotto e assieme a Terry, la sua accompagnatrice, ci raggiunge per conoscermi. Fino ad oggi, l’avevo sentita solo telefonicamente. Nicolina, energia pura, di origine sarda ma che di sardo non ha nulla, nemmeno l’accento e risplende con la sua chioma bionda.
Sono le 10:50, si avvicina il momento. Ci incamminiamo verso Ca’ Sugana, la sede del comune; all’entrata ci accoglie il Presidente Rosi e con lui saliamo ai piani nobili. Ca’ Sugana, un bellissimo palazzo storico nel centro di Treviso che, a giudicare dal logorio delle scale, molto signorili, avrà almeno 200 anni. Salendo, penso chissà quanti personaggi famosi saranno saliti e scesi, mentre l’eco dei nostri passi ci accompagna al primo piano.
Ore 11:00 in punto, ci riceve nel suo ufficio il Vicesindaco Grigoletto e dopo i primi saluti e convenevoli ci mettiamo subito al lavoro. Illustro il progetto che potete leggere sotto: si tratta di una bozza ancora in fase di sviluppo, un documento che in poco spazio riassume brevemente e chiaramente l’anima del progetto. I convenuti all’incontro avevano potuto leggerla anticipatamente e avevano fin da subito manifestato grande interesse e volontà di approfondire l’argomento.
Al Presidente Rosi e al Vicesindaco Grigoletto spiego subito che UICI ha la volontà di sviluppare e incentivare cooperative di lavoro per includere e aumentare questa tipologia di occupazione. L’incentivo non è solo a parole, ma esiste un finanziamento di “buon inizio”, che è stato illustrato nel comunicato UICI n. 124 dal Presidente Nazionale Mario Barbuto. L’Onlus Nazionale si adopera per incentivare lo spirito imprenditoriale e promuovere il successo di queste cooperative, che dovranno essere autonome e sostenersi economicamente, sviluppando nel contempo un senso di inclusione lavorativa vera.
Continuo ad illustrare la struttura e l’organizzazione della cooperativa, che dai quattro componenti e ideatori del progetto potrà essere allargata anche a un gruppo più numeroso e diventare così una realtà più grande e articolata. Spiego che per abbattere i costi è prevista inizialmente l’inclusione di soli soci lavoratori e che il loro reddito sarà dipendente dai dividendi, in percentuale al lavoro svolto. Potranno essere incluse nel progetto anche altre figure in difficoltà come disabili psichici, per esempio autistici lievi. Su questa tematica, interviene il Vicesindaco Stancher, che illustra alcune realtà presenti nel suo Comune, ossia due locali gestiti da disabili psichici, sottolineando il successo di queste iniziative, sia da un punto di vista di inclusione che di bilancio di attività. Intervengo specificando che nelle mie progettualità viene sempre ricercato il pareggio di bilancio in un paio di anni e viene perseguita la soluzione commerciale ottimale al fine di abbassare i costi pubblici e aumentare l’inclusione sociale.
Assieme al gruppo di lavoro abbiamo stilato anche il progetto di fattibilità. Le due voci che potrebbero rendere vano il lavoro fatto fino ad oggi sono rappresentate dal costo del lavoro e dal sito dove svolgere il progetto. Per quanto riguarda il primo punto, abbiamo ovviato al problema prevedendo una riduzione del costo del lavoro, vincolandolo ai dividendi della cooperativa; il secondo punto, ovvero il sito dove sviluppare le attività, rappresenta forse il problema più spinoso, in quanto incide fortemente non solo dal punto di vista economico, ma anche sulla realizzazione stessa del progetto.
Il silenzio mi accompagna durante la mia esposizione. Ogni tanto penso di essere solo dentro la stanza e che le mie parole scorrano vane tra le pareti di quello splendido palazzo. Successivamente, durante il viaggio di ritorno, ripensando a quel silenzio, mi confronto con Renato: mi rassicura che sia il Presidente che il Vicesindaco erano stati molto attenti e avevano continuato a prendere appunti, annuendo in diversi miei passaggi. C’è sempre da imparare: questa situazione mi ha fatto riflettere sul mio modo di interloquire, spesso interrompendo i relatori. Come diceva Pavarotti «a volte il silenzio è la miglior musica».
Finisco la mia presentazione, sottolineando il fatto che una cooperativa di questo genere avrebbe anche l’importante compito di sensibilizzare la cittadinanza verso il nostro mondo. Passo la parola a Nicolina, che illumina la sala con il suo entusiasmo e la sua voglia di fare: veramente la persona giusta al posto giusto. Con i suoi interventi trasmette a tutti la sua voglia di finalizzare e proseguire nello sviluppo di questa idea. Subito dopo inizia la discussione; domande e risposte si susseguono, intervengono tutti: l’elemento che potrebbe accendere o spegnere gli entusiasmi è la seconda voce menzionata sopra.
Presentato l’alto valore sociale del progetto, la cooperativa necessita di un sostegno attivo dell’amministrazione di Treviso. Chiediamo un sito per poter iniziare questa attività, ricercando tra le proprietà immobiliari dell’ente locale o demaniale. Nicolina interrompe e osa; chiede in concessione e una rinomata villa veneta, Villa Margherita, di proprietà del Comune di Treviso. Silenzio assoluto. Rosi prende la parola: «cara signora, quella che chiede è una villa che da anni stiamo cercando, per altro senza riuscirci, di collocare. Sono duemila metri di superficie e un parco enorme». Nicolina ribadisce: «sì sì è bellissima». Intervengo abbassando l’asticella e chiarendo che soltanto le spese di riscaldamento di un immobile così grande manderebbero subito la cooperativa economicamente in rosso. Il sito è importantissimo e deve essere valutato attentamente, sia per la posizione, sia per la sua grandezza; non deve essere a margine della vita cittadina, ma facilmente fruibile. Tanto per iniziare, si conviene che la metratura iniziale dovrebbe essere di circa 150/200 mq, poi si vedrà. Si apre un lungo dibattito tra Rosi e Grigoletto alla ricerca di possibili opzioni. Sento che il progetto piace, percepisco la volontà di proseguire e approfondire il dialogo tra UICI e l’amministrazione pubblica di Treviso.
L’incontro, della durata di circa ottanta minuti, si conclude con delle idee interessanti. Rosi, dopo aver analizzato diverse possibilità, propone come soluzione un «appello di interesse alla cittadinanza».
Mi siedo bene sulla sedia e chiedo lumi. Mi spiegano che è un iter già consolidato: l’amministrazione apre un dialogo interno tra i diversi componenti, la giunta e il consiglio comunale, dopo di che il progetto viene presentato alla cittadinanza, alle associazioni e alle fondazioni sensibili al tema, per trovare una soluzione appropriata. Verranno coinvolti diversi centri culturali e associazioni, oltre che partner commerciali e industriali che hanno a cuore la città di Treviso. Pensiamo, ripensiamo e valutiamo. Bellissimo, insomma una sorta di democrazia a partecipazione diretta e in questo caso direzionata verso soggetti sensibili. Sono molto sollevato ed elettrizzato dalla proposta di Rosi, in quanto mi spiega le ottime potenzialità immediate di questo strumento in termini pubblicizzazione e sensibilizzazione della cittadinanza e dell’amministrazione.
Il tavolo di confronto e discussione del progetto è stato molto ristretto. Questa era una mia precisa volontà sia verso il gruppo di lavoro che verso altri rappresentanti o colleghi dell’UICI, per non trasformare l’incontro in dibattito, ma per l’unica finalità di concretizzare e stabilizzare un lungo lavoro di mesi di riunioni e analisi. Alla fine dell’incontro ho chiesto infatti una calendarizzazione sul prosieguo di questa nuova cooperazione tra UICI e Comune di Treviso. In comune accordo Rosi e Grigoletto hanno stabilito che ci vorrà circa un mese per avere le prime risposte.
Il Presidente UICI di Treviso, Massimo Vettoretti, era stato da me informato. Con lui ci confronteremo e svilupperemo insieme questo progetto, nato da alcuni soci UICI che, attenti ai comunicati, avevano letto con interesse la nostra presentazione sul mondo delle cooperative. (comunicato UICI n. 124/2017)
Scusatemi per questa lunga presentazione, ma ho voluto farvi partecipi di una giornata dedicata a tutti noi.
Attenzione! Leggete con calma la bozza progettuale sotto riportata. La ritengo una splendida idea e le buone idee vanno obbligatoriamente copiate.

Buona lettura.

Valter

BOZZA PROGETTUALE
Cooperativa sociale L’Aedo

Il progetto mira alla creazione di una cooperativa sociale, fondata e gestita da una quota di soci con disabilità visiva. La Mission dei membri fondatori vuole perseguire l’obiettivo di creare un centro di aggregazione culturale nella città di Treviso, che sia un punto di riferimento non solo per la comunità dei disabili visivi, ma anche per la vita sociale della città, che ha sempre dimostrato di essere molto sensibile allo sviluppo delle arti, della musica e della cultura tout court.
Indirettamente si potrà così raggiungere facilmente altri obiettivi sociali, come inclusione e sensibilizzazione.

Le attività
Attività
Descrizione
Programmazione
Organizzazione di eventi ad alto contenuto artistico-culturale
Coinvolgimento di realtà emergenti, giovani ensamble, talenti provenienti dai conservatori o da altre realtà di formazione.
Attenzione all’inserimento e alla valorizzazione di musicisti non vedenti o ipovedenti.
– Un aperitivo in musica a settimana;
– Un evento di musica da camera, jazzistica o altro con cadenza mensile;
– Lezioni-concerto con cadenza da programmare.
Gestione di un caffè multiculturale
Il caffè rappresenta il nucleo centrale della nostra attività, centro di aggregazione, confronto e scambio multiculturale.
Spazio per la realizzazione degli eventi musicali e sede fissa di uno spazio espositivo per la promozione di artisti contemporanei.
Non vedenti e ipovedenti verranno accompagnati alla scoperta delle opere d’arte attraverso specifici percorsi tattili ideati in collaborazione con gli artisti stessi.
– Vernissage alla presenza degli artisti;
– Concorsi artistici a tema;
– Percorsi didattici e workshop per promuovere l’arte, l’archeologia, la musica, lo sport ecc.
Consulenze per i beni culturali

Ricerche documentarie e archivistiche con lo scopo di analizzare e approfondire temi di interesse culturale, storico e artistico (Archivio di Treviso, Archivio di Stato di Venezia, Archivi religiosi, biblioteche ecc.).

Monitoraggio di bandi pubblici e ricerca di collaborazioni esterne.

Redazione di testi a carattere culturale: grazie all’esperienza maturata nella redazione di articoli, testi, brochure informative e materiali didattici, i soci mettono a disposizione le loro competenze specifiche per la stesura di testi a carattere culturale, sia di natura scientifica che divulgativa.

Si prevede la possibilità di includere personale con disabilità psichica, che sarà coinvolto nelle nostre attività in un programma da condividere con associazioni per l’inserimento sociale.
Per la realizzazione delle nostre attività, stiamo cercando di individuare uno spazio di prestigio e di facile accessibilità, possibilmente nel centro cittadino, e in grado di accogliere le nostre iniziative. È inoltre importante la presenza di almeno un ufficio operativo per le attività di gestione e di amministrazione della cooperativa (circa 200mq di superficie commerciale complessivi).
La cooperativa parte con i membri fondatori, ma non esclude il coinvolgimento di altri soci sia con che senza disabilità, nel rispetto del quadro normativo vigente.
I soci fondatori prevedono un pareggio del bilancio societario in tre anni dalla sua costituzione; visto l’alto profilo sociale e culturale, chiedono all’Amministrazione Pubblica alcune agevolazioni e un sostegno o un contributo economico per l’avvio di questa attività.
Membri fondatori
Ceppaglia Nicolina, nata il 08/08/1965 a Carbonia, cieca civile dal 2015. Trent’anni di esperienza lavorativa nella ristorazione e nei servizi.
Causin Alessandro, nato il 30/06/1987, cieco civile dalla nascita. Chitarrista e appassionato di musica classica; campione mondiale di arrampicata per disabili.
Carboni Fabio, nato il 09/04/1986 a Carbonia, dottore in Conservazione dei beni culturali. Esperienze lavorative nei servizi e nel commercio.
Pancot Chiara, nata il 07/12/1990 a Treviso, dottoressa in Filosofia, e in Economia e Management delle arti e delle attività culturali. Esperienza nel mercato dell’arte, nella ricerca universitaria e archivistica.