La Ciclopedalata Roma – Olimpia – Atene organizzata dall’Associazione Pedalando nella Storia – Maurice Garin, si è conclusa nel migliore dei modi con grande soddisfazione dei trentuno partecipanti . Anche quest’anno la presenza di atleti non vedenti nel gruppo (Cinzia Coluzzi e Maria Teresa Pagliaroli sui tandem con le rispettive guide e Filippo Innocenti nello staff degli accompagnatori) è stato un grande esempio di vita e un importante stimolo per tutti i partecipanti. Di seguito un resoconto della manifestazione
16 aprile 2016 (Roma – Formia 153 km)
Alle 10.00 presso lo Stadio dei Marmi – Pietro Mennea al Foro Italico inizia la cerimonia di partenza della “Ciclopedalata Roma Olimpia Atene”.
Oltre a numerosi amici e parenti dei 31 partecipanti sono presenti Otello Donati, presidente della sezione di Roma dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia con alcuni grandi campioni del passato tra cui Daniele Masala, (Pentathlon Moderno); Salvatore Gionta, (pallanuoto); Piero Italiani, (tuffi); Franco Fava, (atletica leggera); Bruno Calvia, (canottaggio).
Dopo i saluti di rito, un rapido ristoro a buffet e gli scambi di doni tra gli organizzatori e gli ospiti, alle 11.30 si parte.
I primi chilometri si sviluppano lungo la pista ciclabile sull’argine del Tevere e, a seguire, sulla via Appia Antica prima di trasferirsi sulla trafficatissima Appia Nuova.
Le due soste previste si effettuano regolarmente a Cisterna di Latina e a Terracina.
Alle 18.30 il gruppo fa il suo ingresso sulla pista di atletica del Centro di Preparazione Olimpica di Formia, concludendo questa prima giornata.
17 aprile 2016 (Formia – Lago Laceno 198 km)
Partenza alle 7.30 lungo la via Appia fino al primo ristoro a Capua (65 km).
Verso mezzogiorno, sotto un sole implacabile, il gruppo arriva compatto a Ponte per un ottimo e abbondante pranzo nel “Café Noir”.
Superata Benevento iniziano le salite ed il gruppo progressivamente si sfalda. Un ultimo ricompattamento viene effettuato all’ultimo ristoro a 35 chilometri dall’arrivo dopodiché ognuno deve contare solo sulle proprie forze per affrontare gli ultimi impegnativissimi chilometri fino a Lago Laceno, sede di tappa.
La luculliana cena presso l’hotel “La Locanda degli Hirpini” ripaga abbondantemente i ciclisti delle fatiche odierne.
18 aprile 2016 (Lago Laceno – Matera 208 km)
È la tappa più lunga ed impegnativa della manifestazione: 208 km con 3.300 metri di dislivello fino a Matera.
Dopo 5 chilometri si raggiunge la “Cima Coppi” della ciclopedalata (1.248 m slm). Segue una lunga discesa nel bosco che ci riporta sulla via Appia/Ofantina.
Al termine della seconda salita di giornata (km 50) è posto il primo ristoro presso un bel fontanile mentre il secondo si trova dopo ulteriori 50 km al termine della terza ascesa, poco prima di Potenza.
Superato il capoluogo lucano il gruppo prosegue lungo la via Appia fino al bivio per Grassano dove è posto l’ultimo ristoro. Gli ultimi 35 km scorrono via veloci, grazie ad una generosa brezza, fino a Matera, l’affascinante città dei “sassi”.
19 aprile 2016 (Matera – Bari 130 km)
La tappa odierna è corta (130 km) ma si parte comunque alle 7.30 per non rischiare di perdere il traghetto a Bari.
Le montagne appenniniche sono finite e il paesaggio è dominato dagli oliveti e dall’infinità di muretti a secco che caratterizzano la Puglia.
Il primo ristoro è posto ad Alberobello dove i ciclisti, una volta rifocillati, visitano il Trullo Sovrano, l’unico a due piani.
A Conversano il vice presidente dell’Audax Randonneur Italia, Carlo Sulas, ha allestito un ottimo pranzo a base di orecchiette pugliesi ed altre prelibatezze presso il negozio di bici Cyclon Store.
Si riparte ben rifocillati da Conversano e, poco dopo, si avvista l’Adriatico. Gli ultimi chilometri scorrono via rapidi sul lungomare fino all’ingresso del porto di Bari.
Espletate le operazioni di imbarco, alle 19.30 la nave salpa verso la Grecia. Domani sera saremo ad Olimpia.
20 aprile 2016 (Patrasso – Bari 111 km)
Si sbarca a Patrasso, ben riposati, alle 12.30 e, dopo un pranzo a buffet nell’unico punto all’ombra dell’area portuale, si inizia a pedalare sulle strade greche dapprima sul lungomare e poi su una strada a scorrimento veloce poco trafficata e con una piacevole brezza alle spalle.
Alle 17.30 si arriva, non senza emozione, ad Olimpia.
La cittadina è letteralmente invasa da atleti, delegazioni dei vari comitati olimpici nazionali e da tantissimi turisti in attesa dell’accensione della fiaccola olimpica fissata per le dodici di domani.
21 aprile 2016 (Olimpia – Levidi 100 km)
È il gran giorno! A mezzogiorno, nell’antico stadio di Olimpia, inizierà la cerimonia di accensione della torcia olimpica.
Con largo anticipo ci sistemiamo, sotto un sole implacabile, sulle tribune d’erba dello stadio destinate al pubblico. Il colpo d’occhio è emozionante. Sull’altro lato dello stadio sono disposti centinaia di ragazzi con le bandiere di tutte le nazioni aderenti al CIO mentre all’interno della pista si trovano le delegazioni ufficiali invitate alla cerimonia.
Alle 12.00 in punto, dopo l’alzabandiera, iniziano i discorsi del presidente del CIO, Thomas Bach, e dei presidenti dei comitati olimpici brasiliano e greco. Segue una suggestiva coreografia ispirata ai riti sacri in onore di Zeus, a cui erano dedicati i Giochi Olimpici, che culmina con l’ingresso nella stadio di una sacerdotessa in costume d’epoca portatrice del sacro fuoco di Olimpia.
La sacerdotessa accende la torcia del primo tedoforo che da il via alla lunga staffetta che si concluderà il 5 agosto nello stadio Olimpico di Rio de Janeiro sede dei XXXI Giochi Olimpici dell’era moderna.
Finita la cerimonia pranziamo in hotel e alle 14.45 partiamo alla volta di Levidi: 100 km con 2.000 metri di dislivello.
La strada, pressoché deserta, sale progressivamente attraversando piccoli paesini con paesaggi che ricordano le nostre Alpi. Poco dopo il primo ristoro, 45° km, il furgone con tutti i bagagli e le vettovaglie inizia ad avere problemi meccanici con repentini cali di potenza che ne ritardano di molto l’arrivo nel bellissimo hotel di Levidi dove molti ciclisti attendono pazientemente le valigie per potersi cambiare.
22 aprile 2016 (Levidi – Atene 185 km)
Partenza da Levidi alle 7.45 con una temperatura assai prossima allo zero. La discesa iniziale crea ulteriori problemi ai ciclisti. Per fortuna dopo una decina di chilometri si inizia a salire per l’ultima asperità della ciclopedalata e così ci si scalda un po’.
Il clima in corsa è festoso e rilassato e si giunge rapidamente al ristoro di Nemea dove alcuni, approfittando della sosta, visitano lo stadio assai ben conservato.
Oramai siamo giunti in pianura e iniziamo ad attraversare centri abitati sempre più grandi e trafficati fino a Corinto dove, subito dopo il ponte sull’istmo, è allestito il secondo ristoro di giornata. Ad attenderci c’è anche il furgone riparato in una locale officina.
Gli ultimi ottanta chilometri verso Atene corrono lungo la costa con bellissime vedute sul mare e sulle numerose isole.
L’ultima sosta si effettua presso il monastero di Dafni, alla periferia di Atene. I ciclisti procedono, quindi, nel traffico verso l’arrivo.
Alle 17.30, con il capitano Nunziato in testa, facciamo l’ingresso trionfale sulla pista nera dello stadio Panathenaico che nel 1896 vide la rinascita dei giochi olimpici e nel 2004 il trionfo di Stefano Baldini nella maratona olimpica.
Al termine della solita infinità di foto con tutti gli sfondi possibili ed immaginabili c’è un breve scambio di doni con una funzionaria dell’HOC (Hellenic Olympic Committee) che dona a ciascun partecipante un interessante libro sullo stadio Panathenaico.
Con un ultimo sforzo carichiamo le biciclette sul furgone e poi andiamo in hotel per il meritato riposo ed un’indimenticabile cena sul roof garden con vista sull’Acropoli illuminata.
Il dopo cena è dedicato ai bilanci finali, alla consegna dei diplomi e alla presentazione della ciclopedalata del 2017 che si svilupperà da Roma a Berlino passando per Wittenberg, in Sassonia, ove il 31 ottobre 1517 il monaco agostiniano Martin Lutero affisse sulla porta della cattedrale le celebri 95 tesi contro la vendita delle indulgenze dando, di fatto, l’avvio alla Riforma Protestante.
Andrea Perugini