Anziani: L’ipovisione, un problema sociale emergente di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Luigi sta per uscire: “Ciao, vado perché si fa tardi per l’appuntamento. Ci vediamo a pranzo.” “Stai attento nell’attraversare quella strada maledetta in cui le automobili corrono all’impazzata”, gli grida la mamma preoccupata. “Certo, mamma, non ti preoccupare!”.
In realtà Luigi per l’attraversamento si regolava dal posizionamento di altri che, fermi sul marciapiede, attendevano all’altezza delle strisce tanto scarsamente evidenti. Ma quel mattino non c’era nessuno, le automobili sfrecciavano senza sosta e le strisce, dove erano? “Dovrò attendere, prima o poi qualcuno dovrà pure attraversare la strada”. Non giungeva nessuno e chi passava procedeva velocemente. Luigi vedeva la luce e, a breve distanza, anche l’ombra di un ostacolo particolarmente voluminoso, nient’altro, troppo poco per avventurarsi in percorsi stradali frequentemente impegnativi e, ancor più, troppo poco per affrontare pericolosi attraversamenti in sicurezza.
Come fare? Già, forse il bastone bianco l’avrebbe aiutato e meglio ancora sarebbe stato possedere un cane guida.
Nulla di tutto questo perché Luigi era ipovedente e si fidava del suo residuo visivo.
Già, il residuo visivo, spesso tanto ridotto da non consentire alla persona ipovedente di distinguere una foto, un disegno, un residuo soggetto a diminuire in condizioni di luce diversa in relazione all’ambiente in cui ci si viene a trovare.
Un tempo si diceva che l’ipovisione era una condanna al Limbo, ma oggi come viene considerata?
Fortunatamente la legge n.138 del 3 aprile 2001è finalmente giunta a stabilire che la classificazione e quantificazione del danno visivo non può basarsi esclusivamente sulla visione centrale, ma anche sul campo visivo, cioè sulla visione periferica.
L’attenzione posta dalla sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, dopo anni di lotta e di trepidante attesa, ha conseguito un traguardo di tappa particolarmente importante, anche se non è completamente dirimente e risolutivo.
In Italia gli ipovedenti sono circa 1.500.000 e nel mondo 245.000.000, cifre enormi che devono necessariamente richiedere la massima attenzione e l’impegno sociale e scientifico sufficiente per affrontare convenientemente questo fenomeno in continuo aumento.
Per saperne di più e per soffermarci su considerazioni di ordine pratico e conoscitivo avremo con noi, nella nostra sala virtuale 98 90 50 Angelo Mombelli responsabile operativo per l’ipovisione, una persona particolarmente ricca di esperienza personale e comunitaria in continuo rapporto con l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.
Già, “prevenire”, un termine su cui dovremo soffermarci perché davvero è indispensabile conoscere per evitare il peggio e, nel contempo, conoscere altresì gli ipovedenti, persone con cui condividiamo spesso tanti momenti della nostra quotidianità.
L’incontro avrà luogo mercoledì 8 aprile alle ore 18 e sarà interessante partecipare e porre le nostre domande di approfondimento.
Ritroviamo la soddisfazione di sentirci uniti nella nostra sala virtuale che ci ha fornito tante informazioni e numerosi spunti meritevoli di interesse.
Chi avesse necessità di conoscere il pin di ingresso può telefonare a me, agli amici Nunziante Esposito e Pino Servidio: telefonate o scrivete ed avrete tutte le indicazioni utili per essere con noi.
Ricordo che sul nascere la nostra sala virtuale era stata denominata “Parla, un amico ti ascolta” e questa significativa locuzione continua ad essere efficace.
Cesare Barca

Email: cesarebarca@alice.it tel. 329 20 50972
Pino Servidio: email giuseppe.servidio@alice.it tel.335 80 82 002
Nunziante Esposito: email nunziante.esposito@alice.it tel. 349 67 23 351