Libri, libri, e ancora libri! Questa è la linfa vitale del “Tropea Festival Leggere&Scrivere” , promosso dall’ Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e giunto quest’anno alla sua VII edizione. Scrittori, poeti, intellettuali, giornalisti e numerosi altri artisti, hanno dipinto i vari appuntamenti dando colori accesi al disegno del Festival. Un’atmosfera che ci ha coinvolti rendendoci protagonisti di un’avventura che si snoda tra le pagine di centinaia di libri, mostre, laboratori ed eventi vari! E Noi, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro, travolti da questa onda abbiamo cercato di giocare al meglio la nostra partita, condividendo lo stesso amore per la cultura di chi a questa fantastica iniziativa ha dato il via. Quando nel corso della serata del 9 novembre la giornalista mi chiese: “Qual è la differenza tra ascoltare un libro e poterlo leggere?” Io per un attimo restai senza parole! “La magia di un libro è poterne sfogliare le sue pagine e sentirne il profumo, la lettura diretta è quella che stimola i sensi, la memoria, il ricordo. Ci fa vivere al 100%”, risposi. Eppure, secondo una recente ricerca, i dati sulla lettura in Italia sono allarmanti: ben il 62% degli italiani “NON LEGGE NEMMENO UN LIBRO ALL’ANNO” o, si limita alla lettura di “UN SOLO LIBRO”. Quelli che lo fanno preferiscono leggere su internet tramite I-Pad, I-Phone e quant’altro. Ma sfogliare le pagine di un libro e sfogliare le pagine di uno schermo è totalmente diverso. Ogni lettera di ciascun libro ha una sua voce, un suo suono, una sua immagine, che solo la nostra mente può carpire. Ogni libro ha una sua storia. Ogni storia ha mille sfaccettature. Dalla televisione ultimamente qualcosa si è vista in questa direzione, con le cosiddette “pubblicità-progresso” che spronano in tutti i sensi i giovani ad appassionarsi alla lettura sotto gli slogan “Leggere è il cibo della mente!” , “ Più leggi, più sai leggere la realtà!”. Eppure, com’è strano il mondo! Mentre tu vieni invogliato a prendere un libro in mano, a sfogliarlo, a scoprire le bellezza della lettura c’è chi accanto a te ti ammira “ad occhi chiusi”, e un po’ ti invidia perché questo piacere non può averlo. Mi riferisco a chi come me, nonostante l’incommensurabile voglia, ciò non lo ha mai potuto apprezzare. Com’è il piacere di mettere il segnalibro tra una pagina e l’altra e poi vedere quanto manca alla fine? O magari, andare direttamente all’ultima pagina per leggere come si conclude la storia prima di scoprire il suo intreccio? L’unico piacere che ci è permesso è quello di toccare con i polpastrelli delle dita le singole lettere di un libro, ma non di quello normale, s’intende, non capiremmo nulla, bensì di quei libri fatti “ad hoc” per noi, con il cosiddetto sistema “Braille” , dove è possibile tramite la combinazione di sei punti comporre lettere, numeri, e note musicali. Leggere le pagine di un libro, con il polpastrello dell’indice, della mano destra e della mano sinistra, non è poi così tanto facile. Mentre un cieco legge una riga, un ragazzo normodotato ne avrà lette già quattro o cinque. Ed è qui che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ci viene in aiuto. Nel 1957 il progresso tecnologico si spinse verso l’emancipazione culturale e sociale dei non vedenti con la nascita del Libro Parlato. Un servizio gratuito che permette non solo ai non vedenti ed ipovedenti gravi, ma anche a chi per l’avanzata età o per le numerose patologie ha problemi di vista, di acculturarsi, di studiare, scegliendo tra più di 30.000 libri quello più adatto ai propri gusti. Da anni anche i Lion’s si stanno muovendo in questa stessa direzione, promuovendo una “Audobiblioteca” interamente costituita da libri registrati da “viva voce”. L’obiettivo è solo uno: rendere accessibile anche alle persone disabili, non vedenti ed ipovedenti, il piacere della lettura. Perché la lettura è un momento per pensare, per aprire la propria mente verso qualcosa di ignoto, permettendoci di vagare nello spazio infinito del sogno e dell’immaginazione. Leggere però, non vuol dire soltanto volare con la fantasia, un libro può essere uno strumento valido per comprendere la realtà che ci circonda, è una fonte di arricchimento non solo culturale, ma anche intellettivo, etico, morale e sociale. Ogni libro contribuisce in qualche modo a renderci persone migliori, a cambiare una parte di noi, a cambiare il modo stesso di intendere la vita e di viverla. Un plauso dunque all’On.le Mario Caligiuri per il successo che quest’anno il festival ha raggiunto, nonché ai moderatori delle serate Livia Blasi e Pasqualino Pandullo, i quali magistralmente hanno introdotto e reso pienamente fruibili ai presenti, la vera anima sia degli scrittori finalisti del Premio letterario che quest’anno è giunto alla sua II edizione, sia delle opere che li hanno portati nella splendida location del museo diocesano di Tropea. L’arretratezza del sistema culturale per i ciechi può essere abbattuto senza alcun ostacolo e di fatti alla specifica domanda che il giornalista Rai Pasqualino Pandullo ha voluto rivolgermi ho colto lo spunto per invitare le case editrici per favorire l’accesso dei disabili visivi alla cultura, attraverso la produzione in formato audio degli stessi libri prodotti in nero, favorendo anche l’accesso dei testi in formato documento per le stamperie braille italiane, al fine di poter provveder con la decodifica del testo in braille.
Il Presidente UICI di CATANZARO LOPRETE LUCIANA