Domenica, 17 marzo 2013, alle ore 09.30 aveva inizio la manifestazione sportiva, maratona di Roma, con la partenza degli ottanta atleti disabili motori, i quali hanno corso in handbike. Subito dopo sono partiti migliaia di atleti normodotati, provenienti da tutto il mondo, , i quali si accingevano a percorrere 42 chilometri. Per concludere, sono partiti i dilettanti, per percorrere una distanza pari a cinque chilometri. Al punto di arrivo erano state allestite le unità di soccorso e fra queste l'unità di riabilitazione, la quale, essendo dotata di circa 100 unità, ha potuto intervenire su 1200 atleti che, stremati dalla fatica e dal dolore, afferivano ai box di fisioterapia. Ad assicurare questo servizio è stata l'Associazione Italiana Fisioterapisti in collaborazione con L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. A rappresentare l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sono stati: Mirella Gavioli, Samantha De Rosa, Claudio La Corte, Francesco Ciardone e Alfio Pulvirenti, i quali si sono avvalsi del supporto e della competenza di Valentina Massimi, laureanda in scienze dell'educazione.
Dopo un'ora ,12 minuti e 15 secondi dalla partenza veniva annunciato l'arrivo di Alex Zanardi, atleta disabile, che confermava, anche questa volta, il primo posto in classifica. Dopo l'assedio della stampa, Zanardi si è allontanato dai riflettori ma, inevitabilmente, è stato raggiunto da Mirella Gavioli, fisioterapista non vedente, la quale ha espresso apprezzamenti per il traguardo raggiunto dall'atleta. Zanardi ha ricambiato i complimenti, apprezzando la presenza dei professionisti non vedenti.
I Fisioterapisti hanno svolto un lavoro di squadra, ricevendo l'apprezzamento non solo formale, da parte delle autorità istituzionali, ma da ogni singolo atleta che, rimuovendosi dal letto di trattamento, esprimeva un cenno di gratitudine nei loro confronti.
Lo slogan, più volte citato dallo speaker, incitava tutti gli ascoltatori a chiudere le porte alla discriminazione per aprirle al mondo. Spesso si considera questo fenomeno in riferimento alle caratteristiche etniche e culturali delle persone ma esso, talvolta, può riguardare le differenze nelle abilità. Alla manifestazione hanno preso parte abili e disabili così come è avvenuto per coloro che hanno svolto il soccorso fisioterapico. Professionisti normodotati e non vedenti hanno svolto il proprio ruolo in perfetta sinergia ed armonia, integrandosi, per offrire agli atleti il meglio della loro conoscenza e competenza.
Il messaggio del valore e della possibilità di integrazione sociale delle persone è stato tacito ed efficace. Il dialogo e la cooperazione fra operatori normodotati e non vedenti, emersi dal terreno della spontaneità e dell'avanzamento culturale della società, costituiscono l'esempio della strada da percorrere per il raggiungimento di questo meraviglioso obiettivo.
Alfio Pulvirenti
Roma: Maratona 17 marzo 2013, di Alfio Pulvirenti
Autore: Alfio Pulvirenti