Pluriminorati: “Costruzione di un percorso: dalla Legge n. 284 del 1997, alla valorizzazione della persona con pluridisabilità”, di Michele Corcio

Autore: Michele Corcio

Napoli 28 febbraio 2015

Dal 1920 (anno di fondazione dell’Unione Italiana Ciechi) ad oggi, la nostra storia associativa è contrassegnata da date e Leggi, che è bene ricordare e che, anzi, dovrebbero rimanere scolpite nella nostra memoria collettiva, perché non hanno segnato solo il riscatto sociale e culturale di una minoranza, ma ne hanno spesso determinato la qualità di vita. Solo per citarne qualcuna a mo’ d’esempio (senza offesa per le altre):
1923, il R.D. n. 3126, che ha sancito l’obbligo scolastico anche per i fanciulli ciechi;
1934, il T.U. n. 383, Art. 144, obbligo per le Amministrazioni Provinciali di provvedere al pagamento delle rette di convittualità per i ciechi;
1954, marcia del dolore e conquista della pensione per i ciechi civili;
tra la fine degli anni ’50 e la fine degli anni ’80, una serie di Leggi per il collocamento obbligatorio dei centralinisti e dei massofisioterapisti ciechi, nonché indennità di accompagnamento al solo titolo della minorazione;
1975, Legge n. 18, validità legale della firma dei ciechi;
2001, Legge n. 138 “Nuova classificazione delle minorazioni visive”: di fatto, pieno riconoscimento sociale degli ipovedenti.

Ma, ovviamente, quella che qui maggiormente ci interessa è la Legge 28 agosto 1997, n. 284 “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”, immaginata, scritta, voluta e conquistata dal grande artefice Presidente Nazionale Prof. Tommaso Daniele. Una Legge che non è soltanto una bella pagina di civiltà del Parlamento italiano, ma anche un autentico capolavoro sociale, che ha di fatto determinato il decollo della cultura per la prevenzione delle patologie oculari, della riabilitazione visiva degli ipovedenti, un cambio di passo delle attività della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi e, finalmente, dato sostanza alle iniziative per il recupero sociale dei ciechi pluriminorati nelle diverse realtà territoriali.

In Puglia, cominciò così a prendere forma, nell’anno 2000, un percorso comune tra le Sezioni Provinciali dell’Unione Italiana Ciechi, divenuto progetto regionale con capofila l’Istituto per Ciechi “Anna Antonacci”, di Lecce. Con i finanziamenti della citata Legge n. 284, infatti, vennero creati presso quattro Sezioni U.I.C.I. i Centri diurni per il recupero sociale dei ciechi pluriminorati adulti ed assicurate attività domiciliari a tanti pluriminorati impossibilitati a frequentare i Centri diurni.

Un percorso che ha restituito il sorriso della vita a tanti giovani ormai fuori dalla scuola e senza alcuna prospettiva di formazione professionale ed inserimento lavorativo; il piacere di uscire di casa alle 8 del mattino, dal lunedì al venerdì, per recarsi in altra zona della città, incontrare altri giovani e partecipare alle diverse attività di laboratorio, per poi rientrare a casa alle ore 13 e pranzare di gusto, raccontando ciò che era accaduto nella giornata. Una sequenza di tempi e di azioni, che hanno dato significato al trascorrere del loro tempo; attività di laboratorio, che hanno messo in luce le capacità manipolative dei nostri pluriminorati adulti: “rallenta il ritmo”, dicevamo al nostro Gigi, felicissimo di preparare salsicciotti d’argilla, che, sovrapposti e lisciati, diventavano vasi, piatti, boccali ecc..

Ma dopo alcuni anni di serene attività, sono venuti meno i finanziamenti della Legge 284, in qualche misura recuperati poi dalla Legge Regionale n. 19 del 2007, che ha trasferito alle Province ogni competenza assistenziale per i ciechi. E così, ogni Sezione Provinciale dell’Unione Italiana Ciechi ha dovuto seguire un proprio pecorso, a volte con alterne vicende con il cambio delle Giunte Provinciali. Per quel che concerne la provincia di Foggia, non c’è stata soluzione di continuità ed i nostri pluriminorati adulti hanno continuato a frequentare il Centro diurno, vivendo in prima persona le diverse attività, delle quali vi parlerà la nostra Educatrice tiflologica Dr.ssa Annarita Gentile. Dallo scorso anno, il nostro Centro diurno è inserito, con apposito finanziamento, nel piano di zona 2014-2016 del Comune di Foggia.

Come indicato nel titolo di questo mio intervento, ogni nostro progetto ed ogni nostra quotidiana attività sono finalizzati a valorizzare i nostri amici pluriminorati, in quanto persone, aiutandoli a scoprire e riconoscere le proprie capacità, sostenendoli nei difficili momenti di insuccesso, condividendo con loro la gioia per un obiettivo raggiunto e incoraggiandoli a superare anche alcuni momenti critici in famiglia.

E a proposito delle famiglie, mi fa piacere comunicarvi che, proprio per iniziativa di un gruppo di genitori di ciechi e ipovedenti pluriminorati adultyi, da alcuni mesi è ufficialmente costituita e riconosciuta dalla Regione Puglia la Fondazione “Gli occhi del cuore”; essa si propone prioritariamente di offrire, nella provincia di Foggia, Servizi che favoriscano la permanenza in famiglia di queste persone particolarmente bisognose di cura e di affetto. Tali servizi saranno finalizzati a migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei disabili visivi pluriminorati adulti, che hanno concluso la frequenza scolastica e non sono inseribili nel mondo del lavoro, offrendo loro :
– opportunità formative
– di riabilitazione e socializzazione
– momenti espressivi e ludico-ricreativi
– interventi domiciliari
– servizi di semiresidenzialità.

Il percorso da noi intrapreso non ha e non potrà avere una fine, ma un divenire continuo e il nostro auspicio è quello di continuare ad avere al nostro fianco “persone” e non semplici Pubblici Amministratori, che abbiano sincera, incrollabile fiducia nei disabili, in quanto persone.

Grazie.
Michele Corcio