La via italiana all’inclusione scolastica: valori, problemi, prospettive, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Questo il titolo dell'interessante seminario  nazionale, riservato agli addetti ai lavori, svoltosi, primo nel suo genere, giovedì 6 novembre nella Sala della comunicazione al MIUR. Un gruppo di "voci" sono state riunite dal MIUR, per un   confronto teso ad una verifica dei risultati di questi 35 anni di esperienza di inclusione scolastica, ad assistere in sala i referenti regionali e funzionari del MIUR.  Il ministro Francesco Profumo, molto interessato ad esserci ,  causa la particolare giornata parlamentare, è stato chiamato dagli inderogabili impegni di governo   al Senato , ma non ha voluto far mancare il suo apporto in un incontro "privato", prima dell'apertura dei lavori, con i relatori ai quali, dopo averli salutati personalmente uno ad uno,  ha significato il suo ringraziamento per  la collaborazione ed il lavoro fatto  insieme e ha indicato l'orientamento del MIUR per il futuro dell'inclusione, dicendo, tra l'altro: Nonostante la grande positività del modello italiano, tuttavia permangono delle "criticità, alle quali cerchiamo oggi di dare una risposta  ai nuovi e vecchi bisogni con un provvedimento che, da una parte, ha l'obiettivo di rafforzare l'organizzazione territoriale del Miur per l'inclusione scolastica, dall'altro affronta il tema dei Bisogni educativi speciali (Bes), ossia di una vasta gamma di problematicità che non rientrano nella legge 104 né nella 170/2010".
E' toccato a al sottosegretario Marco Rossi Doria, con al fianco la dirigente generale dell'istruzione Letizia Stellacci e il direttore della direzione per lo studente Giovanna Boda, dare avvio ai lavori. Egli in una brevissima introduzione si è limitato a ribadire la validità del modello italiano di inclusione, un modello che l'Europa intera, cerca di emulare, ma , proprio per questa consapevolezza  , occorre soffermarsi a riflettere, facendo una approfondita verifica dei risultati ottenuti per individuarne punti deboli e criticità. La dirigente generale Letizia Stellacci, che presenzierà, assieme al sottosegretario  e al direttore Boda, all'intera sessione dei lavori, ha sottolineato la sua volontà di superare l'autoreferenzialità, esaminando il  processo  di inclusione in termini di efficacia e  efficienza e, per questo,  si è impegnata a far sì che, questo primo momento importante di verifica ,   diventi un appuntamento annuale.
Per dar concretezza alla verifica, viene data la parola alle diverse "voci" coordinate al mattino da  Italo Fiorin, (Università Lumsa Roma)  sono  la voce della ricerca"  din Andrea Gavosto  (della Fondazione Agnelli, quella "della pedagogia speciale" di  Andrea Canevaro dell'Università di Bologna, quella "del dibattito in atto" di   Dario Ianes dell'Università di Bolzano,, quella "dell'amministrazione" di Raffaele Ciambrone, uffficio disabilità del Miur. Al pomeriggio, con il coordinamento di Paolo Mazzoli , capo segreteria del sottosegretario Rossi Doria, si ascoltano la "voce delle scuole" di Giuseppe Fusacchia, dirigente scolastico, quella "delle  ASL" di  Guido Fusaro ,  neuropsichiatra ASL B1 Piemonte, quella  "dell'osservatorio sull'integrazione scolastica" di Pietro Barbieri, in rappresentanza della FISH e di Luciano Paschetta, in rappresentanza della FAND, quella "dell'esperienza tridentina" di Marta Dalmaso, assessore della provincia di Trento, quella "degli enti locali" di Elio Satti, collaboratore di Stella Targetti, coordinatrice Assessori all'Istruzione, nella Conferenza  stato Regioni e di Alessandro Cattaneo, Sindaco di Pavia, in rappresentanza dell'ANCI nazionale.
Hanno concluso gli interventi le "voci della politica" quella dell'on. Letizia De Torre e quella dell'on. Elena Centemero, della 7ª Commissione della Camera.
La giornata è stata vivacizzata anche da alcune testimonianze di situazioni di inclusione attraverso alcuni collegamenti in teleconferenza e da quella  di Francesco,  studente milanese con disabilità presente in sala.
Difficile raccogliere tutti gli stimoli , le suggestioni e le considerazioni emerse nei vari interventi, cercherò di farne un ragionamento    complessivo.
Dai dati e dalla ricerca emerge un dato  incontestabile sulla validità della via italiana all'inclusione scolastica dei disabili: il progressivo aumento degli iscritti negli anni.    Gli alunni con disabilità per l'anno scolastico 2011/2012 sono stati 215.590: nell'anno scolastico  2010/2011 erano 208.521.    queste  Nei dieci anni precedenti, dall'anno scolastico 2000/2001 al 2010/2011,  gli alunni con disabilità iscritti sono aumentati del 51%, passando dai 126.994 del 2000/2001 ai 208.521 del 2010/2011. Chi sostenesse che questo aumento è dovuto , non ad una maggior scolarizzazione reale dei disabili, ma all'"effetto parcheggio", sarebbe smentito   dall'aumento  dei dati degli studenti universitari con disabilità, passati dai 4.816 dell'anno accademico 2000/2001 ai 14.171 dell'anno accademico 2010/2011. Certamente questo incremento è dovuto    alla legge 17/1999, dopo la quale gli atenei , tenuti ad adottare un approccio di tipo sistematico in materia di integrazione e supporto agli studenti disabili,   in molte realtà hanno garantito sussidi tecnici e didattici specifici, un tutorato specializzato. Il docente   che è stato delegato dal rettore per funzioni  di coordinamento del servizio disabili    si cura, nella stragrande maggioranza dei casi, che venga garantito  il supporto,  e il trattamento individualizzato per il superamento degli esami universitari, permettendo in tal modo maggiori possibilità di successo agli studenti con disabilità.
L'aumento degli allievi inseriti nei vari ordini di scuola ha prodotto , inevitabilmente, una lievitazione dei docenti di sostegno nell'a.s. 2011/2012, nonostante il rapporto medio    sia di i uno a due, sono stati poco meno di 100000, raggiungendo la percentuale del 12,8% rispetto all'intero corpo docente, ma, cosa che fa riflettere, non sembra esserci correlazione tra il numero di ore di sostegno e la qualità dell'inclusione.   E' questo una delle criticità evidenziate dalla ricerca del prof. Dario Ianez realizzata esaminando 33 relazioni provenienti dale diverse componenti: MIUR, associazioni di genitori e associazioni di disabili.Ci troviamo di fronte ad una altra criticità  rappresentata  da un  numero di docenti di sostegno così elevato, tanto da essere al limite della sostenibilità economica ed, inoltre, non sempre, nei casi dove il  numero di ore  di sostegno assegnate è elevato, ci si trova in presenza di un "buon modello" di inclusione.
Altra criticità del nostro modello di inclusione è rappresentata dal fatto che mentre il sostegno è utilizzato esclusivamente per gli studenti con disabilità, nella scuola  nessuno si occupa, né si preoccupa di coloro che presentano necessità educative speciali: ragazzi con DSA o in forte disagio scolastico. Parte da qui la riflessione verso il nuovo modello di inclusione: questi ragazzi, assieme agli alunni con disabilità, vanno a formare il gruppo dei BES (bisogni educativi speciali), gruppo che comprende complessivamente poco meno di un milione di studenti per i quali è indispensabile una scuola inclusiva che faccia però riferimento ad un modello diverso dall'attuale.
Due le proposte emerse con forza dal convegno: un grande sforzo per formare i docenti curriculari all'accoglienza dei BES e , come ha sostenuto il prof. Andrea Canevaro, la trasformazione del ruolo del docente di sostegno da "sostegno individuale" a "sostegno diffuso": quello su cui deve fondarsi il nuovo modello è una scuola capace di "accogliere" per questo occorre intervenire  sul contesto per rendere inclusivo e l'"ambiente" nel suo complesso.
Un altro dato che ci ha fatto riflettere è stato quello segnalato dal prof. Andrea Gavosto: se confrontiamo il livello di scolarizzazione dei disabili italiani con quello del resto d'Europa, il confronto è a nostro favore, ma se poi paragoniamo il numero degli inserimenti lavorativi  di disabili all'estero    con il nostro, il raffronto è decisamente a nostro sfavore . Una delle  cause  di ciò è  sicuramente da ricercarsi nella "distanza" che c'è nel nostro paese tra il sistema scolastico e il tessuto socio-lavorativo: la scuola, soprattutto nei confronti degli alunni con disabilità, fa fatica a porsi obiettivi che vadano oltre all'"hortus  conclususs" del sistema, Inoltre la valutazione della nostra scuola continua ad essere autoreferenziale: manca un metodo di valutazione dei risultati diverso dall'autovalutazione. In proposito la dirigente Letizia Stellacci ha sottolineato come il seminario rappresentasse proprio un momento importante di verifica   del processo di integrazione fatta da esperti esterni all'amministrazione e che era sua intenzione , farlo diventare un appuntamento annuale.
La direttiva  ministeriale presentata dal dott. Raffaele Ciambrone dell'ufficio disabili del MIUR, frutto anche di suggerimenti provenienti dall'Osservatorio sulla disabilità, vuole rappresentare una prima guida verso un nuovo modello.  La  direttiva si propone di superare la tradizionale distinzione fra alunno disabile e alunno "normale",  evidenziando  come vi siano una varietà di situazioni riferibili all'area dello svantaggio scolastico. Un modello di scuola   inclusiva, deve prestare attenzione  e saper dare risposte , non solo alle "certificazioni", ma  ai "bisogni educativi speciali" dell'alunno:disturbi evolutivi specifici ,  situazioni di svantaggio  derivanti dalle difficoltà linguistiche, culturali e/o socio-economiche.
Il sottosegretario Marco Rossi Doria nel ricordare che "il modello italiano di inclusione scolastica è considerato tra i migliori in Europa" e che "le criticità emerse negli anni ci permettono ora di considerare e ripensare un nuovo sistema", tenendo conto della "complessa realtà delle classi". Nel corso del seminario viene sottolineata l'opportunità  – di assumere un diverso approccio educativo, dove l'identificazione degli alunni con  bisogni educativi specifici non avvenga solo sulla base dell'eventuale certificazione di disabilità, sicuramente importante, ma anche individuando  lo stato di disagio  e di difficoltà dell'alunno, derivanti  da disturbi evolutivi specifici e/o  dallo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. In  tutte le  classi, infatti, c'è un numero di alunni che richiedono  una speciale attenzione per una varietà di ragioni, per i quali è opportuno individuare un percorso didattico personalizzato.
La Direttiva riconoscendo la necessità di un generale potenziamento della cultura dell'inclusione scolastica, prevede interventi personalizzati per  tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali,  attraverso una formazione generalizzata alle tematiche dell'inclusione dei  docenti curriculari, la valorizzazione della funzione del docente per un sostegno  "diffuso" all'ambiente. Un ruolo particolare , nel supportare  questo nuovo modello, avrà  la riorganizzazione e il potenziamento dei Centri Territoriali di Supporto (Cts) istituiti  , sin dal 2005 e non sempre valorizzati nel modo giusto. Questi, funzionanti  presso scuole polo, possono costituire una rete di supporto al processo di integrazione mediante l'uso delle nuove tecnologie, ma anche offrendo un ausilio ai docenti secondo un modello cooperativo di intervento.
Da parte del ministero, inoltre,  è stato predisposto  un portale come ambiente di "apprendimento-insegnamento e scambio di informazioni " , proprio quale strumento di raccordo e "disseminazione" del lavoro dei Cts, che hanno il compito di operare a supporto delle scuole offrendo consulenza e formazione per docenti, studenti e famiglie sulle nuove tecnologie per l'inclusione (il tutto coordinandosi anche con province, comuni, servizi sanitari, associazioni, e centri di formazione e documentazione),. All'interno di questo portale "sono compresi i siti Handytecno ed Essediquadro (rispettivamente dedicati agli ausili ed al servizio di documentazione dei software didattici) .
Sul portale è presente una mappa completa dei Cts e dei Cti (centri territoriali per l'integrazione) realtà a livello distrettuale  oltre ad una pagina dedicata alle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari .
Il sottosegretario  Marco Rossi Doria, nel concludere la giornata, ha voluto ribadire come al di là di ogni dubbio il nostro modello di inclusione dei ragazzi con disabilità, sia un punto di riferimento per l'Europa. Delegazioni di funzionari, dirigenti e docenti di altri paesi si alternano nel venire a conoscere questa nostra realtà, che, pur tra difficoltà ed errori, ha fatto dei disabili soggetti con pieno diritto all'istruzione. Da questa esperienza , ormai condivisa da tutti, ha tenuto a precisare il sottosegretario ribadendo che: Da tempo ormai nessuna forza politica, sindacale e nessuna organizzazione sociale  del nostro paese , mette più in discussione la validità dell'integrazione scolastica". Di qui bisogna partire, da questa positiva esperienza pluridecennale, non per cullarsi sugli "allori", ma per leggerne le criticità, prenderne atto e trovare strumenti e metodi per superarle.
Luciano Paschetta