Un primo grande premio per l’impegno profuso in questi anni. Salvatore Urso è stato convocato nella nazionale giovanile di nuoto paralimpico che il prossimo ottobre parteciperà ai campionati europei di categoria. “Quando mi è stata comunicata la notizia non sapevo se crederci o meno anche se un po’ me l’aspettavo dati gli ottimi risultati ottenuti nelle ultime manifestazioni – commenta – Tali buoni piazzamenti sono conseguenza della grande passione per questo sport.
Mi alleno prima di tutto per questo sentimento e, poi, penso all’aspetto agonistico che richiede molto impegno, attenzione, concentrazione. Tutto ciò è stato ripagato con questa bella novità che non è un punto d’arrivo, ma di partenza verso traguardi superiori che posso raggiungere solo con il duro allenamento, tanti sacrifici e la massima umiltà. Nel frattempo mi godo questa gioia che dedico in primis ai miei genitori che mi sono stati vicini in tutti i momenti, belli e diversamente belli. Con sacrifici importanti hanno fatto e fanno il massimo per fare in modo che possa realizzare i miei sogni. Poi certamente al mio allenatore Luca Del Giudice che mi guida con pazienza e dedizione, poi all’asd Noived Napoli ed al presidente Rocco Deicco che è molto sensibile, attivo nella diffusione della pratica sportiva tra i cechi e gli ipovedenti. Ultimi, ma non per importanza, i miei nonni (figure indispensabili) e gli altri componenti della famiglia che mi supportano in vari modi”.
Un team che opera dietro le quinte per consentirgli di rendere al meglio e conquistare sempre più medaglie d’oro (principalmente nei 100m farfalla) ed il titolo di vice campione italiano nel 100m stile nei 100m rana. “Questi sono i miei stili e una delle mie distanze (anche i 50m) – sottolinea – Per capire quale fosse lo stile in cui mi sarei potuto esprimere meglio ho provato anche la rana ed il dorso, disputando alcune gara, pure belle, ma non sono le mie predilette”. Idee precise, chiare per un ragazzo che ha scoperto il nuoto un po’ tardi (sugli 8 anni) ed in maniera un po’ casuale. “Sin da bambino sono sempre stato appassionato di sport (calcio, tennis, basket, altre discipline) – racconta – Una sera mi capitò di guardare, per caso, in tv delle gare, se non ricordo male erano le Olimpiadi di Pechino 2008. Nei giorni seguenti mi divertivo ad imitare quei nuotatori nelle piscine degli alberghi o in mare.
Qualche mese dopo i miei genitori mi iscrissero in piscina e quella fu la mia fortuna. Grazie alla forza di volontà ed alla cresciuta passione ho colmato il divario con quanti hanno iniziato prima di me”. Oggi tanti lo guardano dal basso verso l’alto anche se lui non si sente assolutamente arrivato. E’ consapevole che può migliorare ancora, seguendo i consigli ricevuti anche da Federica Pellegrini (primatista mondiale in carica sui 200m stile libero, oro ed argento olimpico sui 200m – ha regalato una cuffia autografata) e Filippo Magnini (campione mondiale sui 100m stile libero nel 2005 e nel 2007) che ha incontrato, di recente, al Grand Prix tenutosi alla Scandone. “Sono due splendide persone, molto disponibili e professionali – rivela – Chiacchierando con loro sono riuscito a cogliere un bel messaggio: tra noi diversamente abili e loro non c’è alcuna differenza dal punto di vista sportivo. Parlare con loro è stato bello così come aver avuto uno spazio, seppur minimo, in un importante manifestazione FIN”.
Un’esperienza che ricorderà per sempre anche se il suo idolo è Pietro Mennea primatista mondiale sui 200m piani dal 1979 al 1996, oro olimpico nella specialità a Mosca 1980, 11 titoli nazionali assoluti sui 200m, 3 sui 100). “Un atleta, un uomo del sud che ha fatto e farà parlare tanto di se – spiega – I suoi risultati sono prestigiosi, ma rilevante è soprattutto la passione, l’umiltà con cui è arrivato a certi livelli. Sono questi gli aspetti che ci accomunano.
Entrambi, inoltre, crediamo nei veri valori dello sport. Approfitto per esortare tutti coloro che non praticano alcun’ attività a provarne una, ad iniziare perché vi ricompenserà, non per le medaglie che magari potrebbero non arrivare neppure (in caso contrario ben venga), ma per i valori, le emozioni, i vantaggi per il benessere psicofisico. Qualunque disciplina è molto rincuorante, è più ripagante dello stare a casa senza far nulla. Andate e fate sport! E prima di tutto sognate perché come disse un vecchio filosofo “i sogni rendono l’uomo libero”.