Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Mobilità, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli, 15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.
Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo
Lafrancesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.
Il presente è il secondo dei tre documenti che affrontano il tema dell’Autonomia e della Vita indipendente (nel primo, uscito nei giorni scorsi, si è trattato il tema dell’Accessibilità e della Tecnologia).
Mobilità
1 l’abbattimento delle barriere che ostacolano la mobilità autonoma dei disabili, compresi quelli visivi, ampiamente affrontato dalle leggi vigenti, viene raramente messo concretamente in atto; le sezioni locali si trovano quotidianamente a combattere contro aziende di trasporti e comuni che, pur dimostrando disponibilità a parole, nei fatti disattendono completamente la legge. A livello locale non sempre, per ragioni economiche o di altra natura, si è in grado, una volta verificata l’inutilità di dialogo e manifestazioni, di percorrere le vie legali. Si ritiene utile che a livello centrale l’associazione attivi un ufficio legale che sostenga tali iniziative sia economicamente che con personale preparato.
2 Sul territorio nazionale si nota una grande difformità di trattamento nei confronti dei ciechi per quanto riguarda i trasporti: taxi, autobus, servizi di trasporto organizzati dal comune ecc., si ritiene indispensabile un’azione della sede centrale, per esempio attraverso un incontro con l’associazione dei comuni (ANCI), che porti, anche gradualmente, al raggiungimento di un trattamento il più possibile equo ed uniforme per tutti i ciechi italiani;
3 La mancanza di una legge chiara sui corsi di orientamento, mobilità ed autonomia personale, costringe le sezioni locali a dover continuamente combattere con le aziende sanitarie, i comuni ed i servizi sociali, per far comprendere l’importanza di tali iniziative per il raggiungimento, da parte di un cieco, di un’autonomia che sia, a seconda delle possibilità e delle caratteristiche della persona, il più vicina possibile alle sue reali capacità. È fondamentale quindi che ci si faccia carico di un progetto di legge, anche elaborato con altre associazioni di ciechi, che porti ad una chiarezza maggiore, sulle competenze dei vari enti ed all’individuazione, di un centro adeguato per questo tipo di riabilitazione, almeno in ogni regione del paese.
4 La scelta progettuale che ha portato alla sostituzione, in molte zone urbane, dei semafori, con rotatorie più o meno grandi e più o meno realmente funzionali, ha reso più pericolosa e difficile la mobilità di ciechi ed ipovedenti. Si ritiene che potrebbe essere utile uno studio di quali strategie siano state adottate negli altri Paesi in cui si è optato per questa soluzione e, qualora si riesca ad individuarne una valida, ci si faccia promotori di questa sul territorio italiano. In caso contrario si ritiene utile studiare soluzioni alternative che possano essere proposte alle varie amministrazioni e che siano ragionevoli sia dal punto di vista dei costi che della reale fattibilità.
5 La diffusione sempre maggiore di auto e biciclette elettriche rende più pericoloso per un cieco, percorrere da solo le strade delle nostre città. Sappiamo che a livello europeo si sta cercando di trovare una soluzione che preveda l’implementazione di un suono che sostituisca il rumore del motore, chiediamo che la sede centrale tenga monitorata questa situazione e spinga affinché si raggiunga presto una soluzione al problema, prima che diventi veramente ineludibile. Riteniamo anche in questo che sia fondamentale il ruolo dell’EBU.
6 Nonostante la maggior praticità di installazione e il minor impatto sul territorio, dei semafori sonori dotati di clock, che ne segnala la posizione, questi non sono stati omologati dal nostro ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Riteniamo utile, da parte della sede centrale, una ricerca sempre a livello europeo, per verificare se tali semafori sono stati omologati in altri paesi e, qualora la ricerca desse esito positivo, chiediamo che si riporti all’attenzione del ministero, la questione per cercare di ottenere il nulla osta per l’installazione di suddetti dispositivi.