Con il presente articolo, esprimo tutto il mio rammarico relativamente all’accordo siglato lo scorso 26 giugno tra il MIUR e le organizzazioni sindacali, in vista delle assegnazioni per il prossimo anno scolastico sul sostegno.
Infatti, a mio avviso, sembra abbastanza chiaro che ancora una volta, in materia di disabilità, ciò che guiderà sarà il diritto del lavoratore (sacrosanto, beninteso), ma non quello dell’alunno, ad avere riconosciuto il proprio diritto allo studio.
Nel prossimo anno scolastico, in base alla suddetta intesa tra il Ministero ed i Sindacati della scuola, l’assegnazione avverrà in via residuale sui posti disponibili autorizzati in deroga in organico di fatto e dopo i necessari accantonamenti per garantire il contingente delle nomine annuali dei precari con titolo di sostegno (sia delle graduatorie ad esaurimento sia delle graduatorie d’istituto) e il contingente delle immissioni in ruolo”. Dunque, se fino a ieri i docenti di ruolo senza titolo di specializzazione non potevano chiedere le assegnazioni provvisorie su posto di sostegno, da oggi il docente sprovvisto di titolo di specializzazione sul sostegno – in subordine e in via derogatoria e straordinaria, può ottenere il ricongiungimento per un anno anche su un posto di sostegno, purché “stia per concludere il corso di specializzazione su sostegno o abbia svolto almeno un anno di insegnamento su posto di sostegno, anche con un contratto a tempo determinato.
In pratica, a parere di chi scrive, anche per l’anno scolastico che verrà, il MIUR continuerà a ricorrere ad un numero “spropositato” di docenti “non specializzati” per coprire i posti sul sostegno che risulteranno vacanti nell’agosto p.v.
La verità è che il MIUR, nel mese di aprile di ogni anno (ed anche lo scorso aprile non ha fatto eccezione), quando cioè dev’essere conteggiato l’organico di diritto (il numero dei docenti necessari per l’anno successivo), preferisce sottostimarlo e calcolarlo in difetto rispetto alle esigenze effettive, al solo fine di risparmiare, evitando dunque di aumentare le immissioni di insegnanti di ruolo.
Conseguenza di questa condotta non del tutto ineccepibile del Ministero è che, quando tra un mese si faranno i conti reali, anche per il futuro a.s. i nodi verranno tristemente al pettine e i vari USR si troveranno costretti ad integrare l’organico di diritto con quello “di fatto”, coprendo le migliaia di esuberi e di posti liberi, prima con le assegnazioni provvisorie (incarichi annuali attribuiti ad insegnanti titolari che chiedono il riavvicinamento) e poi con la “deroga” a supplenti con contratto a tempo determinato che, cosa ancor più grave, nonostante il recente accordo sindacale, in entrambi i casi, saranno ancora una volta senza titolo di sostegno.
Come dire che la precarietà, l’emergenza e l’eccezione la faranno ancora da padrone e, solo per gli alunni con disabilità, continueranno a rappresentare la regola “fissa” della loro mancata inclusione.