Verso la terra promessa, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Talvolta è difficile trovare le parole giuste senza rischiare di mancar di rispetto ai testi sacri, ma per quella emozione che ho provato ascoltando i racconti di Riccardo, Eleonora, Susanna, io non ho saputo trovare una immagine più adatta.
Un lunedì di settembre, in un hotel del centro di Firenze, circa 50 persone in assoluto silenzio che ascoltavano medici, ricercatori e pazienti che raccontavano un sogno ad occhi aperti: Ricominciare a vedere.
Io che non ho mai visto, sono stato prima preso, poi sospinto, poi trascinato, poi sommerso da quelle parole: “ho rivisto mio padre”, “ho visto per la prima volta il viso di mia figlia, di cui ho conosciuto la pelle da bambina, il viso dalle carezze, ma ora la posso guardare, sia pure come dietro una grata, ma è lei”! “ora so chi mi saluta”, “ora mi rivolgo verso chi mi parla e rispondo al suo sguardo”.

Dovevo portare il saluto della nostra organizzazione, dire che anche IRIFOR Toscano partecipa a questa meravigliosa avventura attraverso una convenzione specifica con la società “second sight”, ma ha vinto la commozione, ha vinto quel vento che ti senti dentro, ha vinto il desiderio di abbracciare medici, dottoresse e soprattutto i pazienti, come si abbraccerebbe un amico, una persona cara che torna a casa propria dopo anni di confino.
Ho detto quello che avrebbe detto chiunque di noi, di noi che non abbiamo ancora avuto la fortuna di vedere i colori, i visi, i paesaggi, le stagioni, di noi che siamo ciechi dalla nascita.
Questa vittoria dell’ingegno al servizio della salute, anche se riguardasse uno solo di noi, ci riempie di gioia; è come se ciascuno di noi vincesse quella scommessa contro la malattia, iniziata per il genere umano con la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Quel lunedì 9 di settembre, in quell’hotel, il prof. Rizzo ha raccontato la vicenda umana di un oculista che restituisce la vista a chi l’aveva persa. E’ la retina artificiale, a due canali.
“La protesi è dedicata a pazienti con retinite pigmentosa a stadio molto avanzato; è un microchip impiantato stabilmente nel paziente, collegato ad un computer aggiornabile sia per l’hardware che per il software (siamo alla 14° versione).
Certo, la strada è lunga ed impervia: “c’è da ricominciare da capo!” precisa un paziente. E ciò richiede riabilitazione, costanza e tenacia, ma i frutti si vedono.
Il professore precisa molto bene i criteri di ammissibilità all’intervento, per sfuggire ad ogni tentazione di spettacolarità. Su circa 150 persone intervistate solo 5 o 6 per ora sono state scelte.

Come altro avrei potuto descrivere quel pomeriggio, se non “verso la terra promessa”?
Per chi voglia saperne di più, ecco il contatto:
numero verde per argus 2: 800 87 96 97 oppure
marsiero@SecondSight.com).
Antonio Quatraro