Uniti nel pluralismo, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

I rapporti dell’Unione con le altre organizzazioni di e per persone cieche o ipovedenti e con le altre associazioni di persone con disabilita’

Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante!
(Proverbio del Burkina Faso)

L’unità nella diversità è certamente il bene più prezioso per il movimento delle persone con disabilità visiva, così come per quello più ampio delle persone con disabilità. La storia e l’esperienza ci dimostrano che un movimento unito che sa salvaguardare e valorizzare le diversità al proprio interno ha più successo di un insieme poco coeso e determinato di elementi privi di una comune linea d’azione. Il “fattore unità” è vincente, senza di esso gli obiettivi non sono chiari e le divergenze prevalgono sui fini comuni. Si può affermare senza tema di smentite che per le persone cieche italiane l’unita associativa è stato ed è un valore condiviso e il principio che sta alla base di numerose iniziative lanciate dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nel corso degli anni per compattare il movimento. La costituzione di associazioni alternative all’Unione non ha mai compromesso sostanzialmente l’azione dell’Unione in favore delle persone cieche e di quelle ipovedenti, ma ha certamente prodotto dei danni e delle distorsioni all’immagine di tutta la categoria. Inoltre, la competizione per i benefici economici, in particolare i contributi pubblici, ha esacerbato i rapporti e provocato azioni sconsiderate che il potere istituzionale ha saputo strumentalizzare efficacemente.
I tentativi più volte esperiti per trovare un accordo accettabile non hanno avuto successo, anche a causa delle motivazioni e degli interessi personali che spesso sono prevalsi sullo spirito unitario.
L’Unione deve continuare a perseguire l’unità al proprio interno, così come con le altre associazioni, proponendo soluzioni praticabili, eque, trasparenti ed eticamente compatibili, primo tra tutti “nessuno escluso”. A tal fine è necessario rilanciare la proposta di costituire una federazione secondo criteri condivisi e tempi prestabiliti, partendo da un’ampia consultazione della base associativa adeguatamente monitorata. Ciò consentirebbe di tracciare un quadro oggettivo dei diversi contesti associativi da riunire. Successivamente un gruppo di lavoro paritetico dovrebbe stendere un documento programmatico e una bozza di statuto che dovrebbe essere formalmente approvata da tutte le associazioni nazionali interessate. Durante tutto il periodo preparatorio si dovrebbe costituire un tavolo di consultazione informale per avviare una collaborazione informale a titolo sperimentale.
Con altrettanta energia l’Unione dovrà lavorare per includere in un’unica grande confederazione nazionale tutte le associazioni e organizzazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ispirandosi ai positivi risultati già ottenuti in tal senso in altri Paesi europei, nel rispetto delle specificità del nostro. Tale organismo, che dovrebbe chiamarsi “Forum Italiano della Disabilità” dovrà essere costituito e gestito da una maggioranza qualificata di organizzazioni e persone con disabilità. I dirigenti degli organi direttivi saranno democraticamente eletti dall’Assemblea Generale ogni quattro anni. Nel Forum dovranno confluire tutte le organizzazioni legalmente costituite che ne costituiranno il tessuto associativo.
La F.A.N.D. e la F.I.S.H. in quanto tali dovranno essere progressivamente dissolte e confluire nel Forum. A quest’ultimo potranno aderire tutte le organizzazioni che svolgono attività in favore delle persone con disabilità. Esse potranno costituire all’interno del Forum un organo consultivo democraticamente eletto.
Il Forum intratterrà relazioni formali con il Forum del Terzo Settore tramite uno specifico gruppo di lavoro paritetico per le questioni afferenti alla disabilità.
Per raggiungere gli obiettivi sopra descritti dovrà essere costituito un gruppo di lavoro ad hoc, il cui coordinatore parteciperà alle riunioni della Direzione Nazionale e del Consiglio Nazionale con voto consultivo.
Nicola Stilla