Slash Radio Web: Palinsesto della settimana 16-20 ottobre 2017

Anche nella settimana dal 16 al 20 di Ottobre 2017 inizieremo le nostre trasmissioni alle 9.00 in punto, con la rubrica “Almanaccando”, a seguire, il Meteo e subito dopo Spotlight.

Vi rammentiamo che Spotlight va in onda dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 10.30.

Nel corso del programma si è soliti offrire ai nostri ascoltatori una rassegna stampa ragionata di periodici e quotidiani, con approfondimenti di temi di stretta attualità e anche di settore, quali: sport, cultura, cinema, teatro, libri, politica estera, politica interna, cronaca e molto altro, resi possibili grazie alla partecipazione di giornalisti, opinionisti, personalità del mondo della politica, dello spettacolo e della cultura.

A tal proposito segnaliamo: mercoledì 18 Ottobre saremo collegati telefonicamente con la delegazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti onlus che sarà con 76 cani guida in Piazza San Pietro, per prendere parte all’udienza generale con Papa Francesco.

Nei pomeriggi di martedì 17 mercoledì 18 e giovedì 19 Ottobre a partire dalle 15.00, sino alle 17.30 andranno in onda tre nuove puntate di Slashbox, il nostro contenitore pomeridiano; in particolare:

– Martedì 17 Ottobre : alle ore 15.00 sarà nostra graditissima ospite la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, con la quale ci soffermeremo sul suo ultimo libro “Nessuno Può volare”, scritto in collaborazione con il figlio George, edito da Feltrinelli;

«L’idea di questo libro è nata parlando con mio figlio. Volevo capire meglio la sua disabilità e al tempo stesso capire perché le persone con disabilità sono così assenti dalla vita quotidiana, dall’arte e dalla letteratura»: è così che ha avuto inizio il lungo viaggio di Simonetta Agnello Hornby, scrittrice, autrice tra gli altri di libri come La Mennulara, La monaca e Caffè amaro, insieme al figlio George, che da quindici anni convive con la sclerosi multipla, in una forma rara e progressiva, una di quelle per cui non esistono ancora né farmaci né trattamenti.
«Durante questo viaggio lungo l’Italia – racconta simonetta Agnello Hornby – abbiamo incontrato tante persone meravigliose, abbiamo visto come la gente e lo Stato trattano le persone con disabilità. Ho studiato come la nostra cultura ha emarginato e demonizzato i disabili». E quel viaggio si è trasformato in un libro dal titolo evocativo, Nessuno può volare (Feltrinelli), pubblicato alla fine di settembre.
«La mia famiglia è sempre stata molto particolare – racconta ancora la scrittrice – da noi la disabilità era un impedimento a fare qualche cosa, non un segno di inferiorità».
Nelle prime pagine del romanzo, ci si addentra in una piccola galleria di ritratti familiari: la bambinaia claudicante «che fatica a camminare», la zia cieca «che non ci vede bene», la cugina sordomuta e la prozia cleptomane cui si toglievano di nascosto i cucchiaini d’argento dalle tasche, senza rimproverarla per non metterla in imbarazzo.
«Eravamo tutti normali, ma diversi, ciascuno con le sue caratteristiche, talvolta un po’ strane -ricorda l’Autrice -. Certo, la mia era una famiglia pressoché unica, ma non ci vergognavamo di avere una disabilità, essere disabili era come avere i capelli neri o rossi».

All’improvviso la malattia fa la sua comparsa nella vita di George e costringe tutta la famiglia a fare i conti con questa situazione. «Era il mese di marzo, quando ho avuto la bruttissima notizia della malattia di mio figlio. Che mi ha ingiunto di chiamare mia madre, cui lui era molto affezionato, per dirle che era una malattia incurabile. Aveva preso questa decisione: non voleva che sua nonna cercasse di convincerlo a cercare una cura», spiega Agnello Hornby.
«Per me è stato straziante, non sapevo cosa fare. Quel giorno avevo con me la mia nipotina e siamo uscite in giardino. C’erano tanti piccioni che all’improvviso si sono levati in volo ed è stato bellissimo. Lì ho capito che nessuno di noi può volare, così George non avrebbe più potuto camminare. Ma questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Abbiamo cercato di continuare a vivere al massimo possibile».

Nessuno può volare è un racconto intimo, in cui la scrittrice ripercorre i momenti più difficili della vita di una madre che deve fare i conti con la malattia di un figlio. Un libro che non fa sconti: la fatica ad adattarsi ai cambiamenti imposti dalla disabilità, il dolore, gli ostacoli fisici e culturali segnano la vita di George (e di riflesso quella della sua famiglia). Ma è anche un libro carico di speranza, come scrive lo stesso George, che rifiuta sempre l’autocommiserazione: «Lungo la strada ci saremmo divertiti il più possibile. Sembra strano, ma prima si piange e meglio è».

Il viaggio attraverso l’Italia è diventato anche un documentario che il 25 ottobre andrà in onda su laeffe, la tv di Feltrinelli (canale 139 della piattaforma Sky) e che è stato presentato in anteprima nazionale mercoledì 11 ottobre, a Milano, alla presenza di Simonetta Agnello Hornby e del figlio George.

Alle 16.00 avremo il grandissimo piacere di avere insieme a noi il compositore e pianista Remo Anzovino:

Biografia
“… un musicista italiano straordinario che ha la magia di Ennio Morricone e Nino Rota, intriga il suo modo di intendere la musica”
Considerato da critica e pubblico uno dei più originali e innovativi compositori in circolazione, avvocato penalista, Remo Anzovino è uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana.
Ha all’attivo cinque album registrati in studio, uno dal vivo, registrato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, un progetto speciale dedicato a Pier Paolo Pasolini e uno dedicato a Muhammad Ali. Ha composto le musiche per i maggiori capolavori del cinema muto collaborando con le più prestigiose cineteche e partecipando ai principali festival internazionali. Le sue musiche sono state anche utilizzate da celebri trasmissioni televisive, Otto e Mezzo e Ballarò su tutti, e da importanti brand commerciali, come Alitalia e Bulgari per citarne alcuni.
Numerose sono le collaborazioni di grande prestigio e grande trasversalità: da Roy Paci a Franz Di Cioccio, da Danilo Rossi all’Orchestra d’Archi Italiana, da Lino Capolicchio a Simone Cristicchi, passando per Gino Paoli, Enzo Gragnaniello, Mauro Ermanno Giovanardi, Giuliano Sangiorgi, da Tony Esposito a Luisa Prandina, fino al jazz con Gabriele Mirabassi, Enzo Pietropaoli, Bebo Ferra e Luca Aquino, ma anche il rock di Tre Allegri Ragazzi Morti e Roberto Dellera, il rap d’autore di Dargen D’Amico e l’arte fotografica e figurativa di Oliviero Toscani e Davide Toffolo.
REMO ANZOVINO nasce a Pordenone nel 1976 da genitori napoletani.
Il nonno materno, prigioniero di guerra nei campi di concentramento inglesi ad Addis Abeba in Etopia faceva ritorno nella sua Napoli, rifugiato a Castel dell’Ovo, simbolo cittadino all’interno del quale è nata la madre di Anzovino. Il padre, napoletano del quartiere Fuorigrotta, è sin dai banchi delle elementari, il miglior amico del Maestro Antonio Sinagra, il quale per primo riconosce l’attitudine per la scrittura musicale di Remo sentendolo suonare il suo pianoforte a coda, un po’ impaurito, a soli 13 anni. A metà degli anni ’70, la coppia di Napoli si è trasferita nel nord Italia dove è nato il figlio Remo.
Remo Anzovino comincia a suonare il pianoforte da bambino. I primi tentativi di scrittura preadolescenziale risalgono a 11 anni, età in cui scopre, oltre all’orecchio assoluto, che anche senza le parole si possono raccontare le emozioni più comuni.
Sin da adolescente è un lettore avido e un appassionato di cinema. Spirito da sempre libero e rigoroso, allo studio del pianoforte e della composizione – su tutti Bach e Mozart – coniuga l’amore per Luigi Tenco, Led Zeppelin, Bill Evans, Miles Davis, John Coltrane, Astor Piazzolla, Fela Kuti, Glenn Gould, Vivaldi, Clash, Cure, Beatles, Rolling Stones, Palestrina, Marenzio, Gesualdo da Venosa, Steve Reich, Tchaikovsky, Mahler, Stravinskij, Pink Floyd, comprendendo da subito che il compito di un musicista è descrivere il suo tempo e che la musica ha davvero senso solo se c’è qualcuno che la ascolta, se cioè è in grado di comunicare emozioni.
Assorbe avidamente il repertorio operistico – Mozart, Bellini, Verdi, Wagner, Puccini su tutti – lavorando alla costruzione della sua melodia, senza rifuggirla, anzi amandola quale patrimonio autenticamente italiano, ma intersecandola con le pulsazioni più colte e ancestrali, e i ritmi urbani, crescendo nella città più punk d’Italia: Pordenone.
I paesaggi del Friuli e l’America che risuona nelle radio della vicina Base Nato di Aviano, diventano così le tele bianche dove Remo, usando la musica e molta fantasia, dipinge tutto il Mediterraneo che scorre nelle vene, e dalla biblioteca e dalla collezione di dischi dei genitori assorbe da adolescente Eduardo, Pergolesi, Roberto De Simone, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Roberto Murolo, Pino Daniele ed Enzo Gragnaniello.
Si laurea a 24 anni in giurisprudenza all’Università di Bologna con 110/110 e lode in diritto penale discutendo con il prof. Filippo Sgubbi una tesi sui casi di favoreggiamento del difensore. Intraprende immediatamente la carriera forense, entrando nello studio milanese di uno dei massimi penalisti italiani e superando brillantemente al primo tentativo presso la Corte d’Appello di Milano l’esame di abilitazione. A 28 anni è difensore nel primo processo, ad oggi ha patrocinato centinaia di difese quale avvocato penalista, attività che tutt’ora svolge regolarmente.
Intanto, a 18 anni firma il primo contratto per la composizione di musiche di scena a teatro, a 19 anni quello per le musiche per una pubblicità.
A 26 anni scrive le prime musiche per il cinema muto su commissione della Cineteca di Bologna, realizzandole per 30 film.
Non volendo limitarsi ad essere il pianista del cinema muto, dopo essersi esibito per i più importanti festival di settore, a 27 anni è pronto a lavorare al suo primo album.
Nel 2006 esce “Dispari”, prodotto da Ado Scaini, padre del punk italiano (inventore del Great Complotto e leader dei Tampax).
Nel 2007 è invitato a suonare al Festival del Cinema di Venezia: per la prima volta mette in scena un concerto in cui suona dando le spalle allo schermo cinematografico, facendo proiettare per ogni musica che esegue la sequenza di un capolavoro diverso del muto: scorrevano sullo schermo così Buster Keaton, Louise Brooks, Chaplin, Tina Modotti, il cinema diventa colonna visiva della musica.
Il grande successo di questa intuizione, lo porta a pensare al suo secondo disco, “Tabù” (2008), come se avesse di fronte un film muto, ma utilizzando le immagini della realtà di tutti i giorni, capendo come la danza e il movimento del corpo – quindi il ritmo – possono essere uno strumento formidabile per infrangere proprio i nostri tabù.
Nel 2010 pubblica il suo terzo album “Igloo” dove, ai movimenti sinfonici codificati affidati ad una orchestra di oltre 40 elementi, fanno da contrappunto i duetti tra Anzovino ed alcuni tra i più grandi strumentisti italiani sulla scena internazionale: con la batteria di Franz Di Cioccio (PFM), con il clarinetto di Gabriele Mirabassi, con il contrabbasso di Enzo Pietropaoli, con la chitarra di Bebo Ferra, e con i due Top Jazz 2009 (il referendum annuale indetto dalla storica rivista Musica Jazz) Francesco Bearzatti per il sassofono e Luca Aquino per la tromba. È un disco che rappresenta un ponte tra la musica classica ed il jazz più contemporaneo. La copertina è disegnata da Davide Toffolo, uno più importanti fumettisti italiani oltre che leader della band punk rock dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Nel medesimo anno, Anzovino compare come ospite al Fender Rhodes e al Clavinet nel disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti “Primitivi del Dub” nel brano “La rivolta dell’avvocato”, così intitolato dalla band in suo onore.
Dopo la collaborazione per il duetto pianoforte-batteria della title-track dell’album “Igloo”, Remo Anzovino e Franz Di Cioccio consolidano il loro rapporto che sfocia nel progetto di un live insieme: Di Cioccio alla batteria e Remo Anzovino al pianoforte, uno contro l’altro, a rappresentare lo scontro tra due fuochi e l’incontro tra due generazioni di musicisti e due mondi.
Nel giugno 2012 firma la sigla e gli stacchi per LA7 della rassegna In Bianco e Nero, che programma i più grandi capolavori in bianco e nero del cinema americano.
Nel 2012 pubblica il suo quarto album “Viaggiatore Immobile”, prodotto dal sound designer Taketo Gohara, con gli arrangiamenti orchestrali di Stefano Nanni e la copertina firmata da Oliviero Toscani. Al disco partecipano alcune prime parti dell’orchestra de la Scala di Milano, e alcuni musicisti di spicco, quali Vincenzo Vasi, Alessandro “Asso” Stefana, Mauro Ottolini, Edodea Quartet diretto da Edoardo De Angelis, Achille Succi. Il disco si chiude con il brano 9 ottobre 1963 (suite for Vajont), eseguito con le 42 voci maschili del Coro Polifonico di Ruda diretto da Fabiana Noro.
La sua composizione “9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)” è stata riconosciuta come musica ufficiale del ricordo del Vajont ed è stata insignita in Campidoglio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il Premio Anima 2013 sezione musica «Per il contributo significativo dato al senso dell’etica e della responsabilità nel nostro Paese».
Negli ultimi mesi del 2013, anticipato dal singolo “No Smile (Buster Keaton)”, pubblica l’album “Vivo”, il primo disco live, un cofanetto che contiene la registrazione del concerto tenuto il 20 aprile 2013 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il DVD video del Concerto della Memoria tenuto il 15 settembre 2013 sulla diga del Vajont.
Nel 2015 pubblica “L’Alba dei Tram”, in occasione del 40º anniversario dalla morte di Pier Paolo Pasolini. Un progetto speciale unisce alcuni grandi artisti di fama internazionale, come Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, il Premio Tenco 2015 Mauro Ermanno Giovanardi, la Prima Viola de La Scala Danilo Rossi, l’Orchestra d’Archi Italiana, l’attore Lino Capolicchio e il fotografo Dino Pedriali, per rendere omaggio al più grande intellettuale del ‘900 italiano e non solo, Pier Paolo Pasolini. L’album è divenuto anche la colonna sonora del docufilm ‘Pasolini maestro corsaro’, di Emanuela Audisio, giornalista di Repubblica, premiato con il Nastro d’argento per la sezione documentari. “L’Alba dei Tram – Canzone per Pasolini” è stata scelta tra le cinque migliori canzoni italiane per il prestigioso Premio Tenco 2016, nella categoria Canzone singola.
Nel 2016 si esibisce piano solo all’Arena di Verona in apertura del concerto dei 2Cellos, ricevendo una standing ovation e venendo definito da Sky Mag il Van Gogh del piano 2.0. Medesimo riscontro ottiene alle Terme di Caracalla, al Mediolanum Forum di Milano, ed all’Arena Stozice di Lubjiana, sempre su invito della due star del violoncello.
Il 16 novembre 2016 Yamaha Music Europe ha annunciato di aver scelto Remo Anzovino come suo ambassador artist, dichiarando: “Yamaha sarà al fianco di Remo Anzovino nella sua carriera artistica, avendo riconosciuto nel suo linguaggio una assoluta unicità capace di coniugare una visione moderna e internazionale della scrittura musicale ed un gusto per la bellezza profondamente italiano.”
Il 17 gennaio 2017, giorno in cui Muhammad Ali avrebbe compiuto 75 anni, pubblica l’album “Fight for Freedom: Tribute to Muhammad Ali”, scritto a quattro mani con Roy Paci ed estratto dalla colonna originale per il film “Da Clay ad Ali – La metamorfosi” di Emanuela Audisio per Sky Arte HD e la Repubblica, che entra direttamente al primo posto della classifica di vendita su iTunes nella categoria colonne sonore e nella Top20 della classifica generale, cui seguono nell’estate 2017 alcuni concerti evento con la simultanea proiezione del film, culminati nella partecipazione, su invito di Paolo Fresu, come chiusura alla manifestazione Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma, esibendosi a l’Aquila, lo scorso 3 settembre.
Sensibile alle tematiche sociali, e sempre con un approccio essenziale, nel maggio 2017 tiene un commovente concerto per piano solo nel Carcere di Opera Milano, quale evento di punta del festival Piano City. Nell’estate del 2017, quasi a voler congiungere le proprie radici tiene due concerti evento: uno a Napoli nel Castel S.Elmo, da dove si vede il Castel dell’Ovo, ed uno nella piazza XX Settembre di Pordenone, con ospiti speciali Roy Paci, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Marco Zurzolo, Federico Mecozzi, richiamando, in un clima di grande emozione, oltre 5000 persone. Pioniere dei concerti in orari non consueti e in luoghi non convenzionali è capace di richiamare migliaia di persone attorno al pianoforte all’alba, in cima alla montagna, di fronte ad un lago, nella convinzione che la musica debba essere portata non solo nelle sale da concerto, ma anche dove la gente vive, dove la gente ha la proprie radici e i propri sogni.
Nel corso del 2017 Remo Anzovino compone inoltre le musiche dello spettacolo teatrale “Guardiana” che lo vede sul palco assieme a Gianmarco Tognazzi e alla poetessa scrittrice Francesca Merloni e scrive la colonna sonora per il docufilm “Canto alla Durata – Omaggio a Peter Handke”, diretto da Didi Gnocchi, con la partecipazione straordinaria di Bruno Ganz.
Ha pubblicato nel mese di settembre il suo quinto album “Nocturne”, il primo per Sony Music.

– Mercoledì 18 Ottobre l’intera puntata di SlashBox sarà dedicata agli eventi organizzati in occasione della giornata nazionale del cane guida; vi saranno anche numerose testimonianze; nel corso dell’intera giornata potrete ascoltare incursioni e non solo riferite ai nostri amici a quattro zampe.

– Giovedì 19 Ottobre alle 15.00 la stilista Stefania cavalieri presenterà un suo nuovo progetto; alle 16.00 Adam Smulevich, giornalista presso l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ci racconterà il suo ultimo libro “Presidenti” editore Giuntina.

Trama e commento: Raffaele Jaffe, l’uomo che regalò a Casale un incredibile scudetto alla vigilia della Grande Guerra. Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una stagione segnata da tante felici intuizioni. Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Tre protagonisti del nostro calcio, oggi quasi del tutto dimenticati, che ora ‘rivivono’ nel libro “Presidenti” (Giuntina, 144 pagine, 12 euro) del giornalista Adam Smulevich. Le loro sono storie “scomode” e fu il fascismo, e più precisamente le Leggi Razziali, a renderli degli indesiderati. Ascarelli era già morto da tempo quando le Leggi entrarono in vigore. Ma ciò non gli evitò una feroce ritorsione postuma. Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo, furono messi ai margini della società. Il preludio a quello che sarebbe successo di lì a poco. Il ‘fascistissimo’ Sacerdoti, in clandestinità, riuscì a scamparla. Jaffe invece, arrestato da militi in camicia nera, terminò la sua vita ad Auschwitz. Il libro di Smulevich ricostruisce le loro storie, non accontentandosi di ripercorrere cronologicamente fatti e situazioni. È uno sguardo d’insieme a una stagione di scelte e responsabilità, in ogni senso. Perché l’orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista riguarda un po’ tutti.
Rileggerla attraverso lo sport, linguaggio universale per eccellenza, secondo l’autore può forse aiutare a fare chiarezza. E al tempo stesso contribuire ad aprire nuove strade, a rafforzare la sfida di una memoria realmente consapevole. (ANSA).

Le trasmissioni saranno condotte da Luisa Bartolucci e Chiara Maria Gargioli.

Gli ascoltatori, che invitiamo a partecipare con quesiti ed i loro contributi, potranno, come di consueto, scegliere diverse modalità di intervento:

– Tramite telefono contattando durante la diretta i numeri: 06-69988353, o 06 679 17 58.
– Inviando e-mail, anche nei giorni precedenti le trasmissioni, all’indirizzo: diretta@uiciechi.it
– Compilando l’apposito modulo di Slashradio.
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Il contenuto delle trasmissioni verrà pubblicato:
sul sito dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti all’indirizzo http://www.uiciechi.it/ArchivioMultimediale
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