Lettera aperta ai Dirigenti e Soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, di Giuseppe Castronovo, Michele Corcio e Ferdinando Ceccato

Autore: Giuseppe Castronovo, Michele Corcio e Ferdinando Ceccato

Oggetto: Decisione del Collegio dei Probi Viri.

Care amiche e cari amici,
con il comunicato n. 4 dell’Unione, attraverso il quale il Presidente Nazionale vi comunica i pesantissimi provvedimenti disciplinari a noi comminati dal Collegio dei Probi Viri, si chiude nel peggiore dei modi: una delle pagine più tristi della gloriosa storia della nostra Unione. Mesi di gogna mediatica sugli organi di stampa e radiofonici dell’Unione, infatti, hanno accompagnato un processo farsesco, messo in atto ben oltre i termini previsti dalle vigenti norme statutarie e regolamentari ed in cui sono stati lesi i nostri diritti di difesa e disattese perfino le nostre richieste di essere auditi; un procedimento che si è concluso con una condanna di natura squisitamente politica.

Sulla presunta illegittimità delle modifiche allo Statuto della IAPB, pende dinanzi alla Terza Sezione del Tribunale di Roma un processo civile, che ad oggi ha visto rigettata, con declaratoria di inammissibilità, l’istanza dell’Unione tesa ad ottenere la sospensione cautelare della delibera con cui sono state disposte quelle modifiche statutarie.
Senza entrare, pertanto, nel merito delle contestazioni che ci vengono mosse, su cui tanto si è detto e scritto in questi mesi e che sono affidate alle cure della Magistratura, andiamo a cercare le vere ragioni di questa vera e propria persecuzione nei nostri riguardi.

Ebbene, dall’istituzione dell’Agenzia nel 1977 con Fucà e fino a quando Tommaso Daniele ha ricoperto la carica di Presidente Nazionale, l’Unione aveva sempre avuto con la IAPB una dialettica profondamente costruttiva. Ne designava i componenti di propria spettanza nella Direzione Nazionale e li lasciava lavorare nell’autonomia statutaria riconosciuta a quell’organismo, vigilando tuttavia – nell’esercizio delle sue prerogative di rappresentanza e tutela previste dalla legge – sul concreto conseguimento da parte dell’Agenzia delle finalità istituzionali della prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva.
Tali finalità sono state sempre perseguite efficacemente, come dimostrano i grandissimi riconoscimenti nazionali ed internazionali e i risultati raggiunti negli anni dall’Agenzia, con la piena coesione dei diversi componenti della Direzione dell’Unione e della SOI che hanno sempre assunto decisioni unanimi. Ed a questa unanimità non hanno fatto eccezione le ben 7 modifiche statutarie che hanno interessato l’agenzia negli ultimi trent’anni. Tutte adottate con le medesime modalità delle ultime, senza che nessuno prima d’ora abbia mai contestato la legittimità di quelle decisioni e l’autonomia di chi le aveva poste in essere, nell’interesse dell’organismo presso il quale era stato chiamato ad operare.

E’ doveroso ricordare che i meccanismi di designazione dei componenti della Direzione Nazionale tra l’Unione e la SOI sono cambiati più volte in questi anni, alternativamente in apparente vantaggio degli uni e degli altri, secondo le esigenze dell’Agenzia legate alle attività e ai programmi del momento, con voti sempre unanimi. Ciò anche quando, nel 2007, la SOI ha votato con i componenti dell’Unione una modifica dello statuto che portava da 4 a 1 i componenti di prima designazione della SOI e da 4 a 5 quelli di designazione dell’Unione. Come sempre, attraverso lo strumento delle cooptazioni, si è proceduto successivamente a riequilibrare le diverse componenti (ricordiamoci in proposito che oggi, su 9 componenti la Direzione della IAPB, in cui l’Unione lamenta di avere perso rappresentatività, cinque sono ciechi, Dirigenti e Soci UICI).

Questo dimostra incontrovertibilmente come nell’Agenzia non vi sia mai stato un problema di poltrone, ma abbia sempre prevalso l’interesse per gli obiettivi della prevenzione e della riabilitazione, perseguibili più efficacemente con riassetti di volta in volta condivisi della governance, nel pieno rispetto e fiducia dei soci UICI e SOI. Tutto ciò ha condotto fino a oggi a risultati straordinari ed inimmaginabili e ad altissimi riconoscimenti nazionali e internazionali per l’Agenzia, il cui Polo Nazionale al Gemelli, nel 2013, è stato riconosciuto dall’OMS come unico suo Centro di Collaborazione al mondo nella riabilitazione visiva. Ma la nuova dirigenza nazionale UICI, rompendo bruscamente con il passato, ha introdotto nelle dinamiche della IAPB e dei rapporti con la SOI i concetti di “maggioranza” e di ”controllo”, che richiamano più alle logiche di potere delle scalate societarie e politiche, che non a quelle che ci hanno sempre caratterizzato. Prova ne sia che l’unica cosa di cui siamo stati accusati in questi mesi è di aver fatto perdere all’Unione il “controllo “ e la “maggioranza” dell’Agenzia, senza tuttavia che nessuno ci abbia detto per quali fini ciò sarebbe accaduto e con quali conseguenze negative sulle attività della IAPB e sul perseguimento delle sue finalità.
Per cui, diciamoci la verità: in qualità di componenti dell’Unione nella IAPB non abbiamo fatto nulla di diverso da quello che è stato fatto negli ultimi trent’anni, con piena condivisione e soddisfazione dell’Unione, delle Istituzioni e della collettività. Perché, quindi, accusarci di mancanze lesive dell’immagine e degli interessi dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti? Eppure i fatti dimostrano che, crescendo l’operatività ed il prestigio nazionali ed internazionali dell’Agenzia, grandi benefici ne ha tratto anche la nostra Unione, specie a livello territoriale.
Ciò che oggi è cambiato è, il rapporto dei vertici dell’Unione con i diversi Enti collegati che si occupano a vario titolo e con diverse specificità di ciechi e ipovedenti. Rapporto che oggi non è più quello tipico dell’Ente di tutela che l’UICI ha per legge – che rispetta l’autonomia e vigila sul perseguimento dei risultati in favore dei ciechi e degli ipovedenti – bensì un rapporto di potere in cui gli obiettivi sono diventati la “maggioranza” e il “controllo”, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta, inevitabilmente, nei rapporti con i soci e con i partner. La cosa più grave, infatti, è che proprio per ottenere quella maggioranza e quel controllo che non hanno mai fatto parte del vocabolario della IAPB, è proprio l’Unione che, con le sue azioni legali di oggi a spese degli associati e dei contribuenti, sta attaccando la SOI e l’Agenzia cercando di paralizzarne le importantissime e MAI CONTESTATE attività ed iniziative in favore non solo dei ciechi e degli ipovedenti, ma dell’intera popolazione italiana.
Non ci ritroviamo in questa nuova idea di Unione portata avanti dalla nuova dirigenza con metodi estranei alla nostra natura e alla nostra storia. E non possiamo, altresì, accettare un provvedimento disciplinare profondamente ingiusto, di natura politica, che impugneremo presso le sedi competenti, così come impugneremo ogni altro eventuale provvedimento che da questo dovesse conseguire.
Lo facciamo per amore della verità, della nostra dignità e ancora una volta per amore dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Care amiche, cari amici, dobbiamo sempre tenere alti i nobilissimi scopi dell’Unione in favore dei non vedenti, degli ipovedenti e dei pluriminorati, al servizio dei quali abbiamo dedicato tutta la vita.
La nostra preghiera è di esortare le vostre coscienze a non perdere mai quelli che sono da sempre stati i nostri valori guida, sin dalla fondazione della nostra grande, storica e gloriosa Unione.

Vi ringraziamo e vi inviamo carissimi saluti.

Giuseppe Castronovo
Michele Corcio
Ferdinando Ceccato