La «Luce» degli Apollo Beat per i non vedenti

Autore: Giovanni Dessole

Successo a Sassari per l’iniziativa della band che il 9 novembre suonerà sul palco del Teatro Verdi

Sassari. Una grande sala buia al primo piano di un palazzo in centro città. Circa 50 persone invitate chiamate ad ascoltare, a vivere un’esperienza. A stabilire un contatto sono la band musicale Apollo Beat e i soci dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sede di Sassari. Un proiettore, un maxi schermo e il videoclip tratto dalla canzone «Luce». E poi il buio, persistente. Concetti, vissuti, mondi e sensi che si fondono in un’idea diventata un evento che è andato in scena ieri mattina a Sassari. Evento riuscito, perché intenso. Spiazzante. Capace realmente di toccare le corde del sentimento. Efficace sviluppo di una buona idea di base. L’idea, appunto. Venerdì 18 ottobre è uscito «Sfera», nuovo disco della band sassarese Apollo Beat che il prossimo 9 novembre alle 21 salirà sul palco del teatro Verdi per presentare in anteprima un atteso, nuovo e impegnativo spettacolo – con un’apertura d’eccezione – organizzato da Apollo Beat, cooperativa Le Ragazze Terribili e Associazione Bulls and Buffaloes. «Luce», quarta traccia dell’album, è l’anello di congiunzione fra tutti gli elementi sopra citati: un ponte fra due mondi, quelli della luce e del buio, del vedere e del non vedere, solo apparentemente opposti e invece certamente vicini, comunicanti a tratti. Nel brano, il cantato e la parte strumentale in un crescendo che a momenti assumono toni di liberazione. Che sa di speranza. Riuscire ad andare oltre il buio. Sfruttare la musica, il suono, come terra di incontro e di contatto fra chi vede e chi non vede. Dare voce alla luce che pervade chi, senza luce, vive la sua quotidianità. La sua esistenza. Far raccontare, non necessariamente a parole, ciò che la luce rappresenta per chi non la vede più o non l’ha mai vista. L’idea di Giuseppe Bulla e co. prende forma di incontro. Gli Apollo Beat incontrano il presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Sassari, Franco Santoro. La realizzazione del video della canzone è punto di vista che mette d’accordo le parti, lontano dalla banalità smielata e dal politically correct, opportunità reale per mostrare, per dimostrare, per illuminare il buio e dare un nome alle cose, per raccontare sfumature impossibili da cogliere per chi vede. Per aprire le porte di un mondo senza luce a chi vede, e stabilire sinergie importanti. Ieri negli spazi, al buio, della sede dell’Unione in via Quarto, l’oscurità è stata illuminata d’una luce abbagliante. Si entra a gruppi di dieci, guidati da un non vedente: mani poggiate sulla spalla di chi si ha di fronte, fiducia nell’altro. Ognuno raggiunge il suo posto, sono le voci a parlare mentre i volti sono immersi nell’oscurità. Raccontano la storia dell’incontro Santoro e Bulla. Parlano alla platea di un video nato e poi cresciuto da solo. Protagonisti del video sono proprio Giuseppe Bulla, Franco Santoro e Sara Cocciu.