Il cane guida compagno di libertà della persona non vedente

Autore: Giuseppe Terranova

La funzione del cane guida può essere interpretata in diversi modi, a seconda del presupposto logico culturale cui l'interpretazione stessa è riferita.
A volte si definisce strumento, ausilio, supporto, ecc…
Appare evidente, in tal caso, la condizione di oggetto che si usa e poi si ripone in uno spazio, in attesa di essere utilizzato in altra occasione.
Semplicisticamente, in questo caso, il cane guida viene considerato nella sua materialità e per i vantaggi che può procurare alla persona. Ma la sua funzione è ben più alta e più complessa.
Se si parte dal convincimento che il cane guida svolge una missione nobile perché socialmente rilevante, e rende la persona non vedente libera ed autonoma, assicurandole mobilità in condizioni di sicurezza, si comprende immediatamente che si tratta di un soggetto, ancorché animale, meritevole di tutela giuridica e di rispetto sociale, che include, prioritariamente, il diritto di accoglienza, che, pertanto, non è circoscritto solo alle persone.
Le considerazioni su esposte, fanno attribuire al cane guida, una soggettività comprensiva di diritti comuni e specifici, ed inducono a considerarlo "compagno di libertà" della persona non vedente con il riconoscimento di un ruolo assimilabile ad una mission.
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, da quando ha cominciato ad occuparsi del cane guida, e cioè dal primo ventennio del 1900, in cui è stato avviato il progetto di fondazione della scuola di Firenze-Scandicci, prima scuola in Italia e nel mondo, si è preoccupata di diffondere il messaggio che al cane guida doveva essere riconosciuta una particolare funzione sociale, in quanto esso rendeva un importante servizio alla persona, e su questo presupposto logico-culturale imperniò una coerente azione pedagogica e formativa della opinione pubblica.
Di ciò sono testimonianza le campagne di informazione svolte nel tempo, la normativa esistente, ed in particolare le leggi 14/2/1974 n° 17 e 8/2/2006 n° 67.
Il panorama delle scuole cani guida per ciechi si arricchisce con la struttura di Limbiate realizzata dai Lions e dal Centro Regionale Helen Keller di Messina, istituito dalla regione siciliana, recentemente riconosciuto "polo nazionale per l'autonomia dei non vedenti".
Quest'ultima scuola è inserita in un sistema di servizi basati, fondamentalmente, sull'orientamento e la mobilità nell'ambiente in cui può svolgersi l'attività della persona.
Le citate scuole sono accreditate presso la federazione internazionale delle scuole cani guida per ciechi, che impone rigorosi protocolli didattici e standard formativi del personale tecnico, ed inoltre, mantiene una costante vigilanza con puntuali ispezioni svolte da specialisti della materia.
Quest'ultimo requisito costituisce una importante garanzia per gli utenti che, così, possono contare su "compagni di libertà" ben preparati per il servizio da espletare.
Naturalmente, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti orienta le strutture ad adeguare le attività alle esigenze di autonomia delle persone non vedenti, si impegna ad aggiornare e ad arricchire la normativa, provvede ad intervenire nei casi in cui vengono violati i diritti della persona e del cane, e cura l'informazione per una adeguata cultura sul cane guida.
Vi è piena consapevolezza che, se è tanto il lavoro fatto, tanto altro resta ancora da fare, soprattutto sul versante della legislazione e della formazione di una opinione pubblica più cosciente e responsabile nei riguardi della persona non vedente, accompagnata dal fedele amico a quattro zampe.