Corsi Base online di Tiflodidattica, di Giuseppe Lapietra

Autore: Giuseppe Lapietra

Giuseppe Lapietra (Direttore responsabile – Corsi base online di tiflodidattica)

Concluso l’anno sperimentale

Lo scorso 14 maggio si sono conclusi gli esami finali riservati agli insegnanti e agli educatori che ci hanno dato fiducia e frequentato i corsi base online di tiflodidattica.

L’Irifor nazionale ha sperimentalmente proposto al mondo scolastico italiano tale formulazione online in tempi non sospetti, con il duplice obiettivo di fornire una proposta formativa omogenea per tutto il territorio nazionale e garantire un’alta qualità dell’offerta attraverso uno staff di indiscussa professionalità nel campo della tiflodidattica.

Per l’attività rivolta ad adulti non vi sono particolari controindicazioni nell’utilizzare l’online. 164 sono stati gli iscritti frequentanti e 119 si sono cimentati nelle prove conclusive necessarie per ottenere l’attestato che, oltre la frequenza, ne comprovi un esito formativo positivo. 87 esaminati hanno superato le prove. Per coloro che hanno denotato lacune, il Collegio Formatori proporrà al CDA Irifor una prova d’esame ulteriore da tenersi entro il corrente anno.

I corsi sono stati suddivisi in quattro moduli tematici: a) Inclusione scolastica; b) prerequisiti e didattica del Braille; c) sussidi didattici; d) tifloinformatica e didattica.

Ogni modulo prevedeva 35 ore di lezioni e i corsisti potevano scegliere quali frequentare. Tanti iscritti hanno scelto di seguirli tutti.

Il consenso ottenuto e le gratificazioni testimoniateci hanno costituito il vero propellente che ci ha ulteriormente motivato e ha reso più lieve la pesantezza dell’impegno. Si pensi che l’attività didattica ha avuto inizio il primo ottobre 2019, ma i quattro mesi precedenti sono stati intensissimi per la definizione, la strutturazione, la formalizzazione della proposta formativa che, tra l’altro, richiedeva una sorta di tirocinio operativo per l’utilizzo della piattaforma SOFIA. Insomma, si è trattato per me di una vacanza di lavoro che ha occupato l’intero periodo estivo.

A tal proposito è opportuno che io chiarisca circostanze e motivazioni che mi hanno imposto una accelerazione risolutiva, onde consentire finalmente la messa a punto, lo svolgimento e la conclusione dei corsi base descritti.

Da quasi due anni si discuteva e si progettava con ritmi vertiginosi; il Presidente Barbuto e l’allora vicepresidente Vita ne sanno qualcosa, dato che sempre seguivano ed incitavano ad essere più pragmatici ed operativi.

Niente da fare, Sisifo sembrava sistematicamente avere la meglio – vi risparmio gli innumerevoli trascorsi della vicenda. Solo un curioso particolare mi preme richiamare: il 31 maggio 2019, in sede MIUR a Roma si svolse la riunione del Comitato paritetico MIUR/UICI. Ero presente all’incontro, presenti anche Marco Condidorio e Giampiero Notari. Linda Legname non poté partecipare, immersa in una urgentissima attività per risolvere un grosso problema relativo ad una importantissima progettualità.

All’ordine del giorno anche il canonico argomento della formazione e aggiornamento dei docenti.

Il dott. D’Amico, dirigente ministeriale competente invitato al nostro incontro, ci pose perentoriamente un quesito senza mezzi termini. Insomma, chiese se avevamo formalizzato e attuato una proposta di aggiornamento dei docenti e quanti docenti l’avevano scelta.

Conoscevo nei minimi dettagli le nostre incertezze nel definire in modo conclusivo una proposta operativa. Marco Condidorio inopinatamente rispose positivamente al quesito e il dott. D’Amico, perplesso, dichiarò che, tornato nel suo ufficio avrebbe verificato il tutto. L’accaduto mi scosse profondamente e mi assunsi la responsabilità di rassicurare il dirigente ministeriale, impegnando la credibilità dell’UICI a garantire per l’inizio dell’anno scolastico 2019/2020 la strutturazione di una coerente ed agile proposta formativa in tiflodidattica.

Ex malo bonum. Da quel momento c’è stata la svolta, grazie ad una millanteria? Forse, questo è troppo; allora, con S. Girolamo, parliamo di una pia falsificazione.

Ma via, si trattava di mettersi all’opera insieme e non fuggire dagli impegni con infantili capricci di lesa maestà. Giusto chiedere rispetto, ma si è credibile rispettando i propri colleghi di commissione che non sono orpelli puramente ornamentali.

In una simile situazione figurarsi se il grande problema cosmico era costituito dal decidere sul nome del direttore responsabile dei corsi! Bisognava solo darsi da fare e subito.

Ma accantoniamo le nostre piccolezze e procediamo.

Un plauso particolarmente motivato devo esternare nei confronti dei nostri 13 formatori, scelti come sicura garanzia di immagine, di alta credibilità ed efficacia formativa. Il Collegio Formatori da me istituito e coordinato, ha curato tutte le fasi dell’attività corsuale e assunto decisioni attraverso un libero e scrupoloso confronto. (I colleghi mi scusino per l’omissione dei titoli, mio incluso). Giancarlo Abba, Enzo Bizzi, Marco Fossati, Lorenza Vettor, Federico Bartolomei, Paola Bonanomi, Chiara Calisi, Antonio Quatraro, Francesca Piccardi, Loretta Secchi, Giovanni Cellucci, Vito Lapietra, Luca Ciani, loro sono stati i brillanti protagonisti inizialmente timorosi, via via entusiasti e trascinanti in questa importante impresa collettiva di un vero corpo docente di cui andar fieri. Le singole individualità sono emerse attraverso le specifiche competenze, ma l’assieme armonioso è stata la vera arma vincente.

Una nota di encomio devo riservare al nostro giovane direttore scientifico Carmelo Gurrieri, sempre collaborativo e attento, da me sempre invitato alle riunioni del Collegio Formatori.

Sorrido quando gli ricordo che un anno fa entrambi volevamo sottrarci al ruolo di direttore dei corsi e ci mancava che usassimo la monetina, visto che non avremmo potuto inserire alcun dato sulla piattaforma ministeriale, senza immettere cognome e nome del direttore responsabile.

Ecco svelato il complotto.

La sentita e partecipe attività di supporto dei nostri funzionari degli uffici centrali ha consentito una efficienza operativa invidiabile.

Ora occorre dare stabilità strutturale al nostro progetto, capire come offrirlo al Ministero dell’Istruzione quale opportunità quasi cogente per tutti gli insegnanti che operano con alunni ciechi e ipovedenti.

Questa è la sfida che ci dovrà vedere presto impegnati.