Un’altra tappa sulla strada dell’inclusione scolastica

Autore: Antonio Quatraro

Rinnovato il protocollo di intesa fra il Ministero dell’Istruzione e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Quando ancora la stragrande maggioranza dei ciechi erano affidati alla pubblica carità, quando ancora la pensione era un sogno, Aurelio Nicolodi mise l’educazione, l’istruzione e il lavoro al posto del suo impegno civile. Nicolodi vedeva lontano e aveva capito che è l’istruzione che può liberare i ciechi dalla schiavitù morale e dalla sudditanza intellettuale. Oggi come ieri anche noi dobbiamo avere la capacità di veder lontano.

Qualche giorno fa il nostro Presidente nazionale ha firmato il nuovo protocollo di intesa, che riprende e perfeziona quello già in essere. Il primo mandato delle risoluzioni Congressuali approvate nel Novembre 2020.

Un protocollo non è una Legge vera e propria, e non contiene indicazioni di costi; però è un patto di alleanza, un partenariato, che, se ben utilizzato, può fare la differenza, a beneficio dei nostri ragazzi non vedenti, ipovedenti e pluriminorati che, non dimentichiamolo mai, hanno gli stessi diritti a ricevere una educazione adeguata, tempestiva e competente; senza dire che sono un terzo circa degli studenti che noi seguiamo.

Il protocollo riguarda il Ministero e tutte l’insieme delle organizzazioni che fanno capo alla UICI, che vengono citate una per una, e alle quali si riconosce esperienza, competenza ed efficienza. IRIFOR, Biblioteca, Federazione, Stamperia, H. Keller, Istituto Cavazza di Bologna, Istituto dei ciechi di Milano, Univoc, Iapb.

Si prevede un comitato paritetico composto da rappresentanti ministeriali e rappresentanti UICI, per fare cosa?

Per utilizzare meglio le risorse umane ed economiche già disponibili. Infatti si dice esplicitamente che non vi sono costi aggiuntivi per l’Amministrazione. Ma il denaro non è tutto, specie quando si parla di persone. Sono le relazioni, le azioni, la capacità di lavorare in rete che fanno la differenza.

I campi di azione saranno l’aggiornamento del personale direttivo e docente, la programmazione e la progettazione che tenga conto dei vincoli e delle potenzialità di ciascuno. Molto spesso è più facile metter mano al portafoglio e pagare, ma l’educazione, per fortuna, non ha prezzo, nel senso che non si può comperare, l’educazione è il frutto di una relazione, di una rete di relazioni, che da un seme genera i frutti. Il seme è la persona umana, soggetto di per sé educabile.

Un patto di alleanza è un impegno reciproco, che nasce e si alimenta da una visione condivisa. Il protocollo quindi è un debito che tutta la nostra organizzazione, dal presidente Nazionale a ogni presidente territoriale, ha firmato nei confronti non del ministero, ma dei nostri ragazzi.

E questo debito si chiama essere presenti, stare accanto, accompagnare.

Il debito significa farsi carico, nella misura delle possibilità di ciascuno, di sostenere le famiglie nel loro difficile compito, di sensibilizzare le istituzioni locali, regionali e nazionali perché trovino le risorse per garantire concretamente i servizi dedicati all’inclusione scolastica, significa dare supporto a tutte le figure che si occupano dei nostri ragazzi, significa offrire opportunità di crescita ai genitori e ai nostri ragazzi, organizzando eventi, incontri.

Tutte cose che già facciamo e che continueremo a fare, ora con rinnovata lena, perché il ministero ha riconosciuto formalmente la nostra serietà, il nostro impegno, non episodico, ma su base stabile.

Noi stiamo quindi svolgendo un servizio non solo a beneficio dei diretti interessati, ma a beneficio di una scuola che vuole essere all’altezza dei compiti istituzionali, anche nel caso dei suoi studenti meno fortunati.

Antonio Quatraro – Direzione Nazionale UICI

Pubblicato il 14/01/2022.

Audio Universo: uno spettacolo inclusivo al Planetario

Suoni oltre alle immagini per permettere anche a non vedenti e ipovedenti di esplorare la volta celeste e il Sistema Solare nel nuovo spettacolo presentato in anteprima il 3 dicembre nei planetari di Firenze, Napoli, Palermo e Torino in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, e il 4 dicembre a Cagliari. Lo spettacolo è stato prodotto dalle università inglesi di Newcastle e Portsmouth con la collaborazione di Anita Zanella dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

“Audio Universo: Viaggio attraverso il Sistema Solare” è un nuovo spettacolo per planetari che accompagna gli spettatori in un viaggio spaziale all’interno di una navicella molto speciale, dotata di una “macchina del suono” che trasforma la luce dei corpi celesti in suoni. Si possono “ascoltare” le stelle che appaiono, sul far della sera, nel cielo sopra il Very Large Telescope dell’ESO (European Southern Observatory) in Cile: a ogni stella corrisponde una nota musicale a seconda del colore, mentre il volume ne indica la luminosità e la posizione sulla volta celeste viene resa attraverso il sistema audio surround del planetario. C’è anche un’interpretazione sonora degli otto pianeti alla corte del Sole e delle loro orbite.

Lo spettacolo rappresenta dati astronomici reali attraverso il suono, un processo chiamato sonificazione, mediante un software sviluppato inizialmente per usare l’udito nella ricerca astronomica da James Trayford dell’Università di Portsmouth, che ha curato il design sonoro dello spettacolo. Al contrario di quanto accade solitamente in queste produzioni, la colonna sonora è stata progettata per prima, in collaborazione con non vedenti e ipovedenti, per poter essere informativa, piacevole e accessibile per tale pubblico, e solo in un secondo momento sono state aggiunte le animazioni visive. Lo spettacolo risulta così fruibile per tutto il pubblico, anche senza l’uso della vista.

Lo spettacolo sarà presentato in anteprima mondiale venerdì 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, presso il Planetario Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze, il Planetario di Città della Scienza di Napoli, il Parco Astronomico Gal Hassin di Isnello (Palermo) e Infini.to Planetario di Torino.  Le proiezioni proseguiranno il 4 e 5 dicembre; in particolare, sabato 4 dicembre ci sarà anche una proiezione al ​​Planetario dell’INAF di Cagliari

“L’interesse nell’uso del suono per rappresentare i dati astronomici è cresciuto negli ultimi anni perché gli astronomi hanno capito l’importanza di utilizzare l’udito al posto della vista, o anche insieme alla vista, per esplorare le grandi quantità di dati che raccogliamo con i telescopi moderni”, afferma Anita Zanella, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) a Padova, che ha curato la traduzione e la diffusione dello spettacolo in Italia e ha collaborato alla produzione con il regista, l’astronomo Chris Harrison dell’Università di Newcastle.

“Inoltre”, prosegue la ricercatrice, “alcuni astronomi professionisti non vedenti usano il suono per la loro ricerca, dato che le tecniche visive tradizionali non sono utilizzabili per loro. Con il progetto Audio Universo intendiamo sviluppare risorse astronomiche basate sul suono che siano utili sia a livello didattico nelle scuole che a livello professionale per la ricerca, per dare a tutti la possibilità di apprezzare le meraviglie dell’Universo e aumentare la percentuale di astronomi professionisti non vedenti.”

I membri della comunità di non vedenti e ipovedenti hanno partecipato attivamente allo sviluppo dello spettacolo. L’astronomo non vedente Nic Bonne dell’Università di Portsmouth, oltre ad aver fatto da consulente, recita nella parte di sé stesso nella versione inglese dello spettacolo, facendo da guida agli spettatori. Nella versione spagnola, questa parte viene recitata dall’astronomo non vedente Enrique Pérez Montero dell’Instituto de Astrofísica de Andalucía. Uno studente completamente cieco appassionato di astronomia è stato coinvolto nella realizzazione dello spettacolo, dedicando un incontro a settimana per parecchi mesi e fornendo importanti consigli, come anche il gruppo di aiuto per ipovedenti VIEWS Group Newcastle.

“Risorse didattiche come queste sono davvero innovative e fondamentali per l’autodeterminazione di tutti gli studenti oltre che per l’equità nell’accesso alla cultura scientifica”, dice Stefania Varano, coordinatrice del gruppo di lavoro INAF sull’inclusione nella didattica e divulgazione dell’astronomia. “Gli studenti ciechi e ipovedenti scoprono che esistono astronomi che come loro non vedono ma che, nonostante questo, hanno fatto dell’astrofisica il loro lavoro. Gli studenti vedenti scoprono che il loro modo di vedere con gli occhi e capire è solo uno dei tanti modi possibili, aumentando così la loro consapevolezza della diversità del mondo.”

“I planetari sono tra gli strumenti più potenti per l’attività di divulgazione e didattica, perché permettono un’esperienza veramente immersiva e coinvolgente”, afferma Alessandra Zanazzi, esperta di divulgazione dell’INAF. “La creazione di uno spettacolo come questo permette di far conoscere a tutti la meraviglia dei planetari, indipendentemente dalle loro abilità”.

A partire dal 7 dicembre, lo spettacolo sarà rilasciato al pubblico, sia in versione per planetario che per la visione da casa, attraverso l’archivio online dell’ESO. Lo spettacolo è attualmente disponibile in tre lingue – inglese, spagnolo e italiano; si rivolge principalmente a bambini e ragazzi tra i 7 e i 14 anni ma può essere apprezzato dal pubblico di ogni età.

Foto di persone che assistono allo spettacolo “Audio Universo: Viaggio attraverso il Sistema Solare” nella cupola del planetario

La versione italiana è stata prodotta dall’INAF nell’ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale “Astronomy for equity, diversity and inclusion”.


Locandina italiana dello spettacolo per planetari

Per ulteriori informazioni:
Per gli orari delle proiezioni, consultare il programma dei singoli planetari.

Contatti:

Ufficio stampa INAF – Marco Galliani, 335 1778428, ufficiostampa@inaf.it

Pubblicato il 30/11/2021.

Torino – L’UICI protagonista all’Inclusion Day di ITCILO

Un momento di incontro e di confronto, per ricordare che l’inclusione è un patrimonio di tutti, da custodire e alimentare. Nei giorni scorsi, su invito del Centro di Formazione Internazionale dell’ILO (International Labour Organization), agenzia legata alle Nazioni Unite, l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino, insieme con altre realtà impegnate sul fronte dei diritti e dell’accessibilità culturale, ha partecipato all’Inclusion Day, giornata della diversità in tutte le sue forme. La manifestazione si è svolta nello splendido campus, nel cuore di Torino (a pochi passi dal Po), presente in città fin dal 1964 e tuttora conosciuto da molti Torinesi con il nome francese di BIT (Bureau International du Travail). L’appuntamento è stato un’occasione importante per richiamare l’attenzione di una platea internazionale sui temi legati alla disabilità e non solo. L’Inclusion Day si è aperto con il messaggio del direttore del centro di formazione ITCILO, Yanguo Liu, il quale ha ricordato, tra l’altro, come solo un lavoro di rete, capace di coinvolgere diversi attori, possa portare alla piena promozione dei diritti della persona. Sono poi intervenuti esponenti della società civile attivi nell’ambito dell’inclusione, tra cui il disability manager della Città di Torino, Franco Lepore, l’assessore comunale ai diritti e alle pari opportunità, Marco Giusta, insieme con esponenti della comunità LGBT e del variegato mondo della disabilità.

La seconda parte della giornata ha avuto un taglio più pratico e in questo contesto l’UICI ha avuto modo di mettersi in gioco concretamente. Attraverso tre stand tematici l’associazione ha invitato i tantissimi partecipanti, provenienti da tutto il mondo, a immergersi per qualche istante nella vita quotidiana delle persone con disabilità visiva. In particolare sono state organizzate esperienze tattili-olfattive che consistevano nell’esplorare, a occhi bendati, riproduzioni in scala di alcuni monumenti torinesi (dalla Mole antonelliana alla chiesa della Gran Madre) oppure nel riconoscere, dal profumo, alcune piante officinali. Inoltre è stata data dimostrazione di come le nuove tecnologie, in particolare gli smartphone, possano essere accessibili a chi non vede con i sistemi di voice over, che trasformano in informazioni audio quanto viene scritto sugli schermi. Infine, anche grazie a esempi pratici, è stato dato qualche assaggio del codice braille, l’alfabeto a punti in rilievo che consente a chi non vede di leggere, scrivere, accedere ai libri e alla cultura.

La giornata è stata ricca di incontri, sorrisi e scambi di idee, ma soprattutto è stata un momento veramente formativo. I partecipanti hanno dimostrato grande interesse ed empatia verso la vita dei disabili visivi. «Ci auguriamo che il nostro piccolo contributo sia servito a far conoscere, almeno in alcuni aspetti, l’esperienza quotidiana di chi non vede, con le sue fragilità, ma anche con i suoi tantissimi punti di forza» è il commento del presidente UICI Torino, Giovanni Laiolo. «E soprattutto speriamo che, a partire da questo primo contatto, la collaborazione con il centro di formazione ILO possa proseguire in futuro».

Foto di Yanguo Liu direttore ITCILO al microfono

Foto scattata durante un momento dell’esperienza tattile

Pubblicato il 07/07/2021.

Accessibility Days 20-22 maggio 2021

Autore: Mario Barbuto

Mi è gradito comunicarvi che in occasione del Global Accessibility Awareness Day (GAAD), dal 20 al 22 maggio si terranno gli Accessibility Days, l’appuntamento italiano più importante dedicato all’accessibilità e l’inclusività delle tecnologie digitali.

L’iniziativa, a causa delle misure restrittive per il contenimento del COVID, anche quest’anno si svolgerà online ed è rivolta a sviluppatori, designer, maker, creatori, editori di contenuti e a tutte le persone che sono interessate o si occupano di tecnologie digitali, non ultimo il mondo della scuola, che con la didattica a distanza ha dovuto rivoluzionare i tradizionali metodi d’insegnamento.

Il programma delle conferenze è molto nutrito, l’accessibilità verrà declinata nelle forme più varie: dalla scuola al lavoro, dall’arte alla domotica, dal turismo inclusivo alla matematica, dallo sport ai social network.

All’evento è riconfermata la storica collaborazione con Rai Accessibilità che propone una sessione su “RAI e Gallerie degli Uffizi: nuove forme di accessibilità museale”; Superabile e Inail propongono: “Pensare accessibile”, l’esperienza del Contact Center per la disabilità; mentre la Scuderia Ferrari Club Riga “Esperienza inclusiva per gli appassionati di automobilismo”.

La scuola sarà in primo piano con “I siti web delle università italiane alla prova dell’accessibilità”, “Insegnare online in modo accessibile ed efficace” e “Didattica inclusiva e comunicazione accessibile attraverso le audiopenne”.

Nelle tre giornate, ampio spazio verrà dedicato anche ad audiogame, musica e storytelling. Le tre track saranno animate da molte personalità illustri, tra cui lo scrittore Iacopo Melio che, con una riflessione su inclusione, diversità e accessibilità, trarrà le conclusioni dell’evento.

Una novità dell’edizione di quest’anno è “Accessibility Game”, in cui gli organizzatori chiedono alle aziende che producono o sono proprietarie di App e siti web di mettersi in gioco e verificare, attraverso gli esperti di Accessibility Days, se ad un’alta qualità corrisponda anche un’elevata accessibilità di ciò che realizzano.

Anche la nostra Unione ha voluto contribuire alla buona riuscita degli Accessibility Days, collaborando ad arricchire il programma e offrendo supporto per la traduzione degli interventi di alcuni ospiti internazionali. Nella keynote session di sabato 22 maggio, dalle ore 09:00 alle 10:15, avrò il piacere di sottolineare il valore e l’importanza della sensibilizzazione della società civile rispetto ai temi dell’accessibilità. La sessione “Microelettronica e comunicazione: le nuove frontiere della mobilità e dell’autonomia personale per la disabilità visiva”, prevista per venerdì 21 maggio, dalle 18:00 alle 19:00 in track 2, sarà curata dal Componente della Direzione Nazionale UICI Marino Attini, e da Paolo Visentin esperto in telecomunicazioni e intelligenza artificiale. Sempre alle ore 18:00 di venerdì, in track 1, è previsto l’intervento di Gillian Terzis “From the Facebook team: Accessible Design at Scale”. Inoltre, la nostra Unione ha coinvolto Microsoft per una imperdibile sessione su “Inclusive Tech Lab” e su “Microsoft Soundscape”, un innovativo sistema per consentire alle persone con disabilità visiva di diventare più autonome nell’esplorazione dell’ambiente circostante. Sarà possibile seguire gli interventi di Facebook e di Microsoft in lingua italiana, con la preziosa opportunità di rivolgere domande agli esperti.

Maggiori informazioni sul programma sono disponibili nell’app per dispositivi IOS e Android o sul sito dell’evento (https://accessibilitydays.it/2021/it/). Per partecipare, basterà iscriversi collegandosi al seguente link:

https://accessibilitydays.it/2021/it/iscriviti-conference

Pubblicato il 20/05/2021.

Sant’Anastasia (NA) – Sportello Inclusione

Nel mese di Giugno 2021 riprenderanno, per n. 1 anno, le attività volte al rafforzamento dello Sportello Inclusione nel territorio di S. Anastasia, già gestito con successo dalla Eco Società Cooperativa Sociale Onlus e dal presidio U.I.C.I. S. Anastasia-Pomigliano e paesi vesuviani, con il patrocinio morale dello stesso comune di S. Anastasia.

Le attività, che si svolgeranno due pomeriggi a settimana per n. 6 ore complessive, saranno erogate da una educatrice professionale e da una psicologa, congiuntamente ad altri professionisti addetti, esperti dell’inclusione delle disabilità, presso la biblioteca comunale sita in via Arco n. 56.

Fra i principali servizi offerti ricordiamo: ascolto e consulenza psicologica, servizi educativi, tutoraggio, supporto informatico, orientamento, indirizzo e accompagnamento ai servizi sociali comunali, supporto amministrativo al disbrigo pratiche, organizzazione di laboratori e gruppi di ascolto/mutuo aiuto.

Tutti i servizi saranno opportunamente promossi nel territorio, presso i principali punti informativi nevralgici (scuole, associazioni ed altri enti “antenne”) ed attuati in rete con le altre forze sociali territoriali, al fine di estendere le opportunità di inclusione attiva dei soggetti minori e adulti diversamente abili.

Particolare attenzione è riservata stavolta ai soggetti con disabilità visiva, per i quali lo Sportello prevede l’attuazione di una gamma aggiuntiva di servizi specialistici, erogati da professionisti esperti, anche con l’ausilio di attrezzature innovative e ricorrendo a progettazioni sperimentali.

Pubblicato in data 11/06/2021.

Roma, non vedenti aggrediti a Centocelle: dura condanna dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Il Presidente Barbuto: aggressioni e intolleranza in aumento ovunque confermano mancanza di cultura del rispetto e dell’inclusione per i più fragili che mina libertà e sicurezza di tutti

Urgente una maggiore tutela per i non vedenti e più controlli

Garantire anche il diritto alla mobilità che tra barriere architettoniche, auto in sosta selvaggia e monopattini elettrici abbandonati ovunque, resta una chimera

Roma, gennaio 2021 –  L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, l’associazione nazionale che rappresenta le istanze di circa 2 milioni di cittadini italiani ciechi e ipovedenti, chiede più tutela per i diritti delle persone con disabilità visiva e scende in campo dopo l’ennesimo episodio di intolleranza e violenza nei confronti di due non vedenti, l’ultimo pochi giorni fa in Via dei Platani nel quartiere romano di Centocelle.

L’episodio da cui parte la dura condanna dell’UICI ha riguardato una coppia di residenti del quartiere romano, Alessandro Napoli e Sonia Gioia, Offese, minacciati e percossi da un automobilista malgrado avessero attraversato sulle strisce pedonali e fosse perfettamente riconoscibile il loro stato di disabilità. Nell’indifferenza generale la coppia è stata aggredita anche fisicamente e a poco servirà la denuncia verso ignoti esposta ai Carabinieri di zona.

Come Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro massimo sconcerto per l’ennesimo episodio di intolleranza nei confronti di persone con disabilità visiva – commenta il Presidente dell’UICI Mario BarbutoEpisodi di questo tipo, che da nord a sud registriamo in aumento, devono far riflettere e spingere tutti, istituzioni locali e nazionali in primis, a fare quadrato per riaffermare una cultura della convivenza civile e del rispetto dell’altro, che si trovi o meno in  una situazione di fragilità come in questo caso. È in gioco il diritto alla libertà e alla sicurezza di ciascuno di noi e ciascuno di noi deve sentirsi offeso da prevaricazioni e indifferenza. Anche se per un cieco o un ipovedenti situazioni di questo tipo sono ancora più inaccettabili perché per loro già uscire di casa e muoversi anche su brevi tragitti è una sfida enorme. Basti pensare alle difficoltà che un non vedente può incontrare nel salire su un mezzo pubblico, nel destreggiarsi tra auto parcheggiate in modo irregolare e, ultimamente, tra monopattini elettrici abbandonati senza logica su strade e marciapiedi, per non parlare delle tante barriere architettoniche che infestano le nostre città. Chiediamo maggiori tutele e garanzie di quelli che dalla mobilità alla sicurezza personale restano diritti elementari”.  

Per informazioni

C. Banella: 338 8768154 – caterinabanella@gmail.com

Ufficio stampa UICI – V. Massa: 366 5899948 – comunicazione.massav@uiciechi.it

Un passo avanti dell’Europa nella strategia dell’inclusione attraverso la cultura

Lo scorso 14 dicembre, il Parlamento Europeo e gli Stati Membri hanno raggiunto un accordo  sul nuovo regolamento di EUROPA CREATIVA, il programma comunitario creato per la salvaguardia del patrimonio culturale europeo attraverso il supporto ai settori della cultura e dei prodotti audiovisivi. Il nuovo regolamento dichiara che gli obiettivi del programma saranno perseguiti in modo tale da favorire l’inclusione, l’uguaglianza, la diversità e la partecipazione, anche attraverso specifici incentivi che garantiscano l’accesso delle persone con disabilità, oltre che di altri gruppi a rischio di esclusione sociale, alla cultura e alla creatività, e che ne incoraggino l’attiva partecipazione nei suddetti settori.

Inoltre, viene confermato il sostegno all’audiodescrizione e alla sottotitolazione previsto dal  sottoprogramma MEDIA di EUROPA CREATIVA, che costituisce una buona base perché le esigenze di accessibilità delle persone con disabilità visiva o uditiva vengano tenute in conto nei finanziamenti europei all’industria cinematografica.

Un bel successo a cui anche l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha contribuito; essa, infatti, su iniziativa coordinata a livello comunitario dall’Unione Europea dei Ciechi, ha svolto un’azione di sensibilizzazione presso il Governo italiano perché i suoi rappresentanti in sede europea appoggiassero queste istanze del movimento della disabilità visiva durante gli incontri inter-istituzionali per la discussione del nuovo regolamento di EUROPA CREATIVA.

Il testo integrale in lingua inglese del comunicato stampa dell’Unione Europea dei Ciechi è disponibile al seguente link: http://www.euroblind.org/sites/default/files/documents/ebu_press_release_on_creative_europe_regulation_2021-27.pdf.

Criticità di inclusione scolastica ed accessibilità digitale, di Stefania Leone e Marco Pronello

Autore: Stefania Leone e Marco Pronello

Fonte: www.fedman.it

Il tema dell’accessibilità digitale in ambito scolastico, non impatta solo sull’utilizzo di ausili tecnologici o accomodamenti ragionevoli per disabilità visive, ma anche per disabilità uditive, motorie, intellettive, relative a disturbi dello spettro autistico, nonché a pluriminorazioni. In questi mesi di emergenza, in cui l’uso dell’informatica nella didattica è stato fortemente incrementato, si è riscontrato che l’accessibilità degli strumenti scolastici presenta qualche luce, ma purtroppo ancora molte ombre. Ci si dimentica che, oltre agli alunni disabili, esistono genitori ed insegnanti con disabilità, che restano ancora quasi del tutto invisibili. Su questi aspetti ci siamo confrontati con alcuni addetti ai lavori, tra cui insegnanti di scuola secondaria, docenti universitari e docenti incaricati presso gli atenei per i corsi di sostegno, e una delle sensazioni comuni rilevate in situazione di disabilità è quella di sentirsi ai margini della vita dell’istituto scolastico. Nel collegio docenti, nei gruppi di lavoro, nei consigli di istituto e nelle commissioni d’esame; tra le principali motivazioni vi sono problemi nella scelta dei libri di testo, degli strumenti digitali di lavoro, delle piattaforme tecnologiche accessibili di meeting e didattica a distanza. Proviamo ad esaminare qualcuno di questi problemi.  

I libri di testo accessibili

Spesso, un rappresentante di una casa editrice che arriva in sala professori, non ha la versione accessibile dei testi e non comprende esattamente cosa significhi accessibilità. È dunque evidente che il primo gap è proprio la mancanza di competenze e di possibilità di verificare il prodotto, anche perché i tempi per la scelta sono ristretti e gli unici escamotage possibili sono l’aiuto dei colleghi o, qualora si conoscano personalmente gli autori, la richiesta diretta dell’invio del file in formato accessibile, ma tale soluzione non può essere definita accessibilità universale. Questi problemi ricadono a cascata sui genitori e sugli alunni con disabilità i quali, tra l’altro, non possono consultare preventivamente i testi e devono sperare che il prodotto acquistato sia fruibile tanto per la lettura, quanto per l’interazione con gli esercizi da svolgere. Proviamo a dare anche qualche parziale buona notizia: ad esempio, per le scuole secondarie si è attivato un progetto denominato “Scuolabook”, che consiste in un portale per acquistare ebook online , e si può fare anche riferimento a piattaforme mainstream come Kindle, ma purtroppo non sono tutte totalmente accessibili. Attualmente si sta sviluppando un nuovo sistema autorizzato dalla normativa vigente, secondo cui un docente non acquista il testo, ma può produrlo man mano tramite dispense. Il vantaggio è la possibilità di produrre il testo tenendo conto delle eventuali esigenze di accessibilità del docente e degli alunni, lo svantaggio sta nei costi, in quanto richiede grande dispendio di tempo e di risorse umane. Spesso le soluzioni, invece di essere affrontate a livello istituzionale, ricadono a livello associativo; ad esempio la commissione nazionale insegnanti dell’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) sta pensando di creare una banca dati con i testi già prodotti e questo progetto costituirebbe una buona prassi sia per l’accessibilità che per la non discriminazione nella professione dell’insegnamento. Si segnala inoltre un interessante progetto, a cura dell’Università di Torino, per gli studi di “matematica accessibile”: si tratta del laboratorio Polin, in cui vengono messi a disposizione degli studenti universitari, computer già forniti di tecnologie assistive e il “pacchetto accessibility”, software per la decodifica accessibile delle formule matematiche, compatibile con i  più comuni screen reader, ausili utilizzati da persone cieche o fortemente ipovedenti.  

I registri elettronici accessibili

Quando nacquero le prime piattaforme private all’inizio degli anni 2000, non c’era l’obbligo dell’uso del registro elettronico. In seguito all’obbligatorietà dello strumento, sono iniziati i problemi di accessibilità e usabilità. Qualche anno fa il MIUR (ora MI, Ministero dell’Istruzione) aveva aperto un tavolo tecnico con i principali gestori di piattaforme a livello nazionale e alcune associazioni di categoria, per l’adozione di una piattaforma comune che rispetti le norme sull’accessibilità. A tutt’oggi però, ogni istituto scolastico sceglie la piattaforma da adottare ed anche in questo caso le segnalazioni di inaccessibilità restano a carico del mondo associativo. Per esempio, in seguito a ripetute segnalazioni da parte di alcuni soci su problematiche con l’utilizzo di piattaforme sviluppate da Spaggiari e Argo, l’Associazione Disabili Visivi ONLUS (ADV) ha contattato i gestori, i quali si sono resi disponibili a risolvere i problemi, adeguando i prodotti già esistenti al tipo di problema e di disabilità. Tali soluzioni, effettuate a posteriori, non sono mai totalmente risolutive ed inclusive e risultano “toppe”, che lasciano sempre aperti altri problemi: rendere accessibile un prodotto vuol dire riprogettarlo alla radice, in modo da renderlo universalmente utilizzabile. Esistono differenze nell’accessibilità di una piattaforma digitale, a seconda della tipologia di utente che la utilizzi in compilazione o in consultazione. Per fare un esempio tecnico tra i tanti, un insegnante non vedente che debba inserire gli argomenti svolti e i compiti assegnati giorno per giorno, può trovarsi nell’impossibilità di completare il lavoro a causa della difficoltà di inserire la data nel registro digitale, perché il campo relativo non è digitabile o non è correttamente etichettato. In un periodo come quello di lockdown dovuto all’emergenza Covid-19, il problema è aggravato da forti difficoltà per insegnanti che lavorano a distanza, senza il supporto di colleghi o familiari in grado di risolvere eventuali impedimenti tecnici. Un buono stimolo affinché le scuole adottino un registro digitale accessibile, potrebbe dipendere dall’ottenimento di finanziamenti da parte del Ministero, dei Comuni e delle Regioni, a seguito di un buon rapporto annuale di valutazione RAV, a cui gli istituti scolastici sono sottoposti. Si tratta del giudizio degli stakeholders quali genitori, studenti e insegnanti, sul livello di gradimento dei servizi offerti dall’istituto scolastico, tra cui rientra ovviamente l’accessibilità e l’usabilità del registro digitale.  

La didattica a distanza

Le piattaforme utilizzate per la didattica a distanza sono numerose; tra quelle maggiormente diffuse citiamo Moodle con Gsuite, Zoom e  Skype, che  hanno una  fruibilità  accettabile, mentre    per i webinar e i convegni, vengono molto utilizzate Microsoft Teams, Cisco meeting e Google meeting, che risultano più facilmente  gestibili tramite dispositivi mobili. Nell’ultimo periodo c’è stato un incremento dell’accesso a tali piattaforme da parte sia dei genitori che dei figli, con molte difficoltà per alcune categorie di persone con disabilità gravi, intellettive e con pluridisabilità. In alcuni casi, con sorpresa, la didattica a distanza è stata un valore aggiunto: è il caso di ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, che hanno un rapporto preferenziale con la tecnologia, che consente loro di godere di quell’isolamento che in aula si cerca di minimizzare. Va sottolineato però che la didattica a distanza non può essere sostitutiva della didattica in presenza, perché impedisce la relazione, il contatto e l’empatia. Per le disabilità gravi, anche in caso di una piena accessibilità, l’isolamento costituirà sempre un gap, in modo particolare per le famiglie meno “tecnologiche”, o comunque che senza un supporto esterno si trovino a dover sopperire a una serie di problemi di gestione della persona con disabilità per tante ore, senza tempi di riposo e di recupero. Il ministero, nell’ambito del piano nazionale di formazione triennale 2017-2019, utilizzando  i fondi europei, ha formato  più di 3000 coordinatori ed esperti di tecnologie assistive, di sostegno presso le scuole; la piattaforma utilizzata dagli enti formatori “Sophia”, pur essendo stata dichiarata accessibile, ha creato problemi di inaccessibilità in quanto  diverse  piattaforme adottate dagli enti formativi,  o i software collegati a Sophia non lo sono e dunque tutta la tecnologia è stata resa inaccessibile. Come fare dunque per risolvere tutte queste problematiche? Si può ricorrere a diversi strumenti che permettano a tutte le persone interessate di tutelarsi, a cominciare dagli strumenti giuridici. Ricordiamo infatti che la necessità di disporre di strumentazione accessibile è disposta da alcuni provvedimenti legislativi, come la ben nota legge Stanca (L. n.4/2004), che ha un articolo dedicato proprio al materiale didattico e formativo utilizzato nelle scuole di ogni ordine e grado, ai libri scolastici e agli strumenti di lavoro anche a distanza, rispetto ai quali deve essere garantita l’accessibilità anche per le persone con disabilità. Ai provvedimenti esistenti se ne aggiungeranno altri, quale la direttiva UE nota come European Accessibility Act, che a partire dal 2025 entrerà in vigore anche in Italia e verrà estesa a tutti i soggetti pubblici e privati (ad eccezione delle micro imprese). Secondo tale direttiva infatti, non potranno essere immessi sul mercato europeo prodotti e servizi che non siano accessibili; ci si riferisce quindi non solo di personal computer, ma anche di strumenti come pos bancari, e-commerce, libri digitali, registri elettronici, e qualsiasi servizio digitale, che dovrà rispettare le regole tecniche delle WCAG 2.1, Web Content Accessibility Guidelines, emanate dal W3C per l’accessibilità e usabilità digitale. Infine, si può ricorrere sempre e comunque ad un procedimento anti-discriminatorio ai sensi della legge 67 del 2006 contro le discriminazioni ai danni delle persone con disabilità, che quasi sempre costituisce lo stimolo giusto per prestare all’accessibilità degli strumenti digitali, scolastici e non solo, la dovuta attenzione.

Aggiornamento o formazione?, di Salvatore Maugeri

Autore: Salvatore Maugeri

Vorrei, con questo breve articolo, fare una riflessione sull’atteggiamento psicologico che assumono le minoranze e, nel caso dell’unione italiana ciechi, sull’inclusione scolastica.

Qual è la risposta culturale dell’associazione alla carenza pedagogica e didattica degli insegnanti curriculari rispetto alle didattiche speciali?

Questo è a mio avviso il nodo della questione per uscire dalla sindrome che solo rendendo sempre più speciale e specialistica la didattica, si ottengono risultati migliori sul piano dell’educazione, senza accorgersi che si rimane sempre più rinserrati in un atteggiamento culturale che non riesce a superare il primo stadio dell’inclusione e cioè l’inserimento.

Per inserimento infatti si intende mettere dentro un gruppo.

Per integrazione scolastica si intendeva il processo di scambio fra due o più culture. Era questo quindi uno stadio più avanzato del processo che aveva avuto inizio con la legge 360 e successivamente con la 517.

Per inclusione oggi si intende la relazione che sussiste fra due insiemi quando gli elementi dell’uno fanno parte dell’altro.

Come si vede, l’inclusione è una fase avanzata che richiede la flessibilità e lo scambio delle competenze fra insegnanti curriculari e specializzati.

È naturale che una forte formazione dell’insegnante di sostegno e degli esperti che si occupano di inclusione, sia fondamentale per attivare lo scambio, ma l’insegnante specializzato rischia di rimanere chiuso nella sua specializzazione se non è capace di confrontarsi con le metodologie e le didattiche che gli insegnanti curricolari mettono in atto nella scuola di oggi.

La formazione è uno strumento che rende possibile il confronto fra gli insegnanti e consente di progettare un modello di scuola inclusiva.

La formazione continua e la ricerca di moderne didattiche che tengano conto dell’individualizzazione dell’insegnamento, non deve riguardare solo gli insegnanti di classe, ma tutti coloro che a vario titolo fanno parte del gruppo di lavoro. La logica che deve sottostare alla preparazione delle didattiche speciali deve essere capace di rendersi flessibile fino a incontrare modelli didattici diversi e viceversa… il cuore dell’inclusione sta nell’incontro di due elementi diversi.

Nel nostro caso, dove la didattica speciale è forte, il rischio di cadere nello specialismo, col rischio concreto di attuare costantemente una separazione di fatto fra il bambino/bambina non vedente e il resto del gruppo classe è inevitabile. Il passaggio a questo punto dall’individualizzazione dell’insegnamento all’insegnamento individuale è breve.

E l’inclusione?

Propongo con Andrea Canevaro, alcuni punti da considerare importanti per chi ha la responsabilità di un gruppo-classe, e vorrebbe accompagnarlo, guidarlo, perché diventi un gruppo cooperativo, una classe cooperativa.

  • Ascoltare.
  • Alzare il livello. Qualche volta, abbassarlo.
  • Cercare diverse fonti per le risposte.
  • Trasformare i conflitti in domande.
  • Articolare gli spazi.
  • Conquistare spazi.
  • Scandire i tempi con dei rituali.
  • Fare emergere diversi ruoli per l’organizzazione del gruppo-classe.
  • Valorizzare ciascuno in rapporto al gruppo-classe. Fare memoria.

Alla luce di quanto detto sopra aggiungerei che è necessario analizzare il contesto scolastico e puntare non sulla quantità, ma sulla qualità organizzativa e sul modo di fare scuola tenendo conto delle esigenze di tutti.

Le disabily educations hanno sottolineato ad esempio come l’educazione inclusiva non si rivolge solo agli alunni disabili e a coloro che presentano bisogni educativi speciali, ma a tutti. E ancora: l’educazione inclusiva mira a rendere inclusivi i contesti, le pratiche didattiche, il curricolo , la valutazione gli approcci pedagogici

Per concludere direi che la formazione degli insegnanti non produrrà i frutti sperati se non riesce a coniugare l’aggiornamento dei contenuti con la modificazione dell’atteggiamento della relazione educativa e dell’atto pedagogico. E’ nel gruppo che la valenza formativa contribuisce a dare senso all’educazione e si fa lievito per la crescita di tutti. L’atto educativo non sarà quindi un tecnicismo, un puro addestramento, ma processo di crescita culturale e sociale.

Salvatore Maugeri
Célestin Freinet, La scuola del fare, ed.junior, 2002
Autori Vari, Disability studies e inclusione, Erickson 2018
Autori vari, Storie di scuola, Erickson, 2016
Alain Goussot, La pedagogia speciale come scienza delle mediazioni e delle
differenze, Aras Edizioni, 2015
Andrea Canevaro in: Suggerimenti per una didattica della vicinanza
Autori vari, La sfida dell’apprendere, ed.junior, 2006

Salvatore Maugeri, ha insegnato all’Istituto per Ciechi di Firenze, come
insegnante di sostegno nella scuola primaria e secondaria di primo grado. È
stato distaccato come psicopedagogista presso il comune di Firenze.
Attualmente conduce laboratori presso l’Università di Firenze, è attivo nel
Movimento di Cooperazione Educativa e svolge attività di consulenza per
l’unione italiana ciechi.

Lavoro e disabilità: colloqui di lavoro a distanza

3 luglio – Inclusion Job Day

Vi segnaliamo un progetto dedicato alle persone con disabilità e a facilitare l’inclusione delle loro competenze nel mondo del lavoro. Soprattutto in un momento in cui il lockdown rischia di creare ulteriori ostacoli.

Il prossimo 3 luglio si tiene la Virtual Edition dell’Inclusion Job Day, una giornata di veri colloqui di lavoro con i recruiter delle aziende. Attraverso la piattaforma accessibile realizzata per l’evento sarà possibile dialogare con i manager aziendali, in sicurezza, da casa propria, sfruttando la tecnologia.

Hanno già aderito all’iniziativa queste aziende:

A2A, Accenture, Cerved, Ferrovie dello Stato Italiane, FINECOBANK SpA, Lavorando.com, LIDL, Neopharmed Gentili, NTT Data, Omron Electronics S.p.A, Job Service Spa

L’elenco delle aziende è in aggiornamento.

Ognuna delle aziende partecipanti sta pubblicando sul sito www.inclusionjobday.com le proprie opportunità di lavoro, per le quali incontrerà in colloquio i candidati, attraverso video colloquio o chat. La piattaforma accessibile sarà a disposizione delle esigenze di ogni utente. Pur essendo un evento da remoto, sarà prevista anche la traduzione LIS nel linguaggio dei segni.

Chiediamo quindi la Vostra collaborazione per promuovere l’iniziativa tra le persone che sono alla ricerca di lavoro o di opportunità di crescita in grandi aziende.

L’incontro tra le persone e il talento trovano nella tecnologia un alleato che fa la differenza.

L’evento è dedicato al lavoro delle persone con disabilità e appartenenti alle categorie protette

L’evento si svolgerà in modalità virtuale tra le ore 10,30  e le ore 17,30.

I partecipanti potranno:

-incontrare i recruiter delle aziende allo stand virtuale

-consegnare il cv online

-candidarsi agli annunci di lavoro online

-effettuare colloqui LIVE con i recruiter

-partecipare alle presentazioni aziendali

-prendere parte alle talk session informative e di orientamento.

Per tutta la giornata sarà garantita assistenza in real time attraverso chat e ci sarà il supporto del team dell’evento, compreso il servizio LIS di traduzione nella lingua italiana dei segni.

Rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore informazione e chiarimento, ai seguenti recapiti:

tel 011 0267618

mail contatti@inclusionjobday.com

Saremo lieti di raccogliere le vostre segnalazioni e avviare delle collaborazioni.

Team Inclusion Job Day

I.S. Srl, Corso Duca degli Abruzzi 6, Torino, 10128 Torino IT

www.inclusionjobday.com/ 0110266830 Inclusion Job Day