Alla ricerca di nuove attività lavorative per i ciechi

Autore: Patrizia Onori

Che la situazione lavorativa dei non vedenti sia compromessa, soprattutto per quanto riguarda le prospettive future, non è una novità, anche se sono in molti ancora a sottovalutarne la gravità. Occorre, perciò, che ciascun disabile visivo, indipendentemente dalla propria condizione occupazionale, faccia uno sforzo di fantasia e di creatività, al fine di individuare nuovi sbocchi lavorativi che possano essere adatti a chi non vede o vede poco.
Con questo pensiero in mente e con le orecchie attente ai messaggi dello screen reader, navigavo su internet quando mi sono imbattuta, quasi per caso, in un messaggio pubblicitario, uno di quei brevi testi innocui,che non comportano rischi per il funzionamento del computer e che rimandano ad un sito internet per avere informazioni più dettagliate.
La mia curiosità mi ha spinto a cliccare sul collegamento e mi sono ritrovata sul sito www.segretaria24.it. Non voglio fare pubblicità all'impresa che lo gestisce, ma lo cito per il suo contenuto e, soprattutto, perché mi ha offerto lo spunto per formulare una proposta riguardante le prospettive di lavoro per i minorati della vista.
In sostanza, l'azienda offre a professionisti, lavoratori autonomi ed imprese un servizio di risposta telefonica adattabile alle esigenze di ciascun cliente: questo devia le telefonate in arrivo sul telefono del fornitore del servizio di segreteria nei giorni e nelle ore che ritiene necessari in base alla sua organizzazione, impartisce le disposizioni sulle modalità di svolgimento del servizio e sulla qualità e quantità di informazioni da fornire e paga il compenso secondo le tariffe contrattualmente concordate.
                  Il disabile visivo, dal canto suo, può svolgere quest'attività anche in forma autonoma, aprendo la partita Iva ed ottemperando agli altri obblighi burocratici: non gli serve una struttura complessa, infatti ha bisogno soltanto di una o più linee telefoniche su cui sono deviate le telefonate ricevute dai clienti, di un computer sul quale memorizza i dati necessari ad espletare l'attività (ad es. le banche dati delle aziende a cui fornisce il servizio e i messaggi eventualmente lasciati da chi telefona e qualche altro strumento tecnologico utile ad un più proficuo svolgimento del lavoro.
So che, leggendo questo scritto, molti si chiederanno quale portata innovativa ha questa proposta, rispetto alle attività di call center individuate, tra l'altro, nel "Decreto Salvi". Beh, c'è sicuramente qualcosa di più! Questo servizio non serve soltanto a fornire informazioni via telefono, né va visto come una semplice "reception delocalizzata", esterna all'azienda; questo lavoro è molto di più: presuppone conoscenze specifiche nel settore economico in cui opera l'impresa cliente, richiede capacità di relazionarsi con gli altri, particolari attitudini nel campo del problem solving e consente di sviluppare e valorizzare anche tante altre qualità individuali.
Per spiegare meglio la portata innovativa della mia proposta, faccio un esempio: un'impresa venditrice ed installatrice di apparecchiature antifurto trasferisce le chiamate aziendali tecniche e commerciali al centro telefonico gestito dal non vedente, fornendogli le principali informazioni tecniche e commerciali del settore ed impartendogli le direttive a cui attenersi nell'espletamento del servizio. Il non vedente, in tal modo, è messo in grado di dare informazioni generali, predisporre ed inviare preventivi, secondo le richieste dei singoli chiamanti, accedere alla banca dati dei clienti, assistendoli in modo efficiente, gestire da remoto le eventuali criticità, dovute a malfunzionamenti degli impianti, contattando i tecnici per eventuali interventi.
Se, da un lato, la formazione specifica di settore deve essere fornita dal singolo cliente (professionista, lavoratore autonomo o impresa che si avvale del servizio), dall'altro il non vedente gestore del servizio, per essere competitivo, deve avere una buona peparazione in campo linguistico, con la conoscenza almeno della linua inglese, esprimersi con sicurezza e scioltezza in italiano corretto, avere conoscenze informatiche tali da consentirgli di accedere rapidamente ad applicativi e risorse in rete e, cosa molto importante, apprendere i concetti più importanti delle pubbliche relazioni e della comunicazione interpersonale.
Come sempre, un ruolo non trascurabile in questo senso può essere svolto dall'I.RI.FO.R., mediante la predisposizione di corsi, almeno per l'apprendimento delle nozioni di base in tema di comunicazione e di gestione dei raporti con la clientela.
Certamente la strada da percorrere non è facile, ma l'attività lavorativa che ho descritto, elimina quanto meno i pregiudizi legati all'handicap visivo: chi si accorge infatti che la dolcissima voce femminile che risponde dallo studio medico associato e la voce maschile sicura ed esaustiva che dispensa consigli ed informazioni al telefono dell'impresa di apparecchiature idrauliche appartengono a non vedenti? E chi si accorge da dove rispondono?     

Patrizia Onori.