46º Campionato Italiano Meteor 2019, di Massimo Mercurio Miranda

I pontili galleggianti del circolo nautico di Torre del Greco, accolgono, proteggendoli in un grande abbraccio i 60 e più Meteor giunti dai più vicini e lontani specchi d’acqua dolce e salata d’Italia. Le piccole imbarcazioni di 6 metri, tutte uguali nella forma e nelle linee d’acqua ma ognuna diversa dall’altra per attrezzatura, colore dello scafo o delle vele, si lasciano dolcemente cullare dal pacioso respiro del mare che si insinua nello splendido golfo di Napoli.

È mattina presto e sono a bordo di “Mácchese”, il mio Meteor del 2010, con cui ho deciso di affrontare questa nuova avventura e mi godo il tiepido calore del sole del mattino, mentre una leggera brezza mi accarezza il viso. Pian piano, al dolce sciabordío del mare, sovrastato di tanto in tanto dallo stridulo ridacchiare dei gabbiani, si aggiungono le allegre voci dei regatanti che sopraggiungono a gruppetti di tre o quattro per armare le loro imbarcazioni. Il piccolo porto di Torre del Greco, sì è definitivamente svegliato!

È la mattina di mercoledì 1 maggio ed oggi cominciano le regate. Le risate e gli sfottó fra i vari equipaggi, si alternano al caratteristico rumore delle vele, simile ad un crepitio, che vengono estratte da sottocoperta e preparate per essere issate.

Soltanto ieri sera mi è stato presentato Donato, il mio timoniere, membro della flotta del Trasimeno col quale, assieme ad Alfredo e Giulio, conosciuti un paio di giorni fa presso la Lega Navale di Napoli di cui siamo soci, ci apprestiamo a dare inizio alla prima delle tre regate giornaliere.

Randa e genova sono a posto; lo spinnaker appallottolato nel gavoncino di prua è pronto per essere “sparato“ al momento opportuno; le scotte e le drizze sono in chiaro; la radio è sintonizzata sulla giusta frequenza. Bene! Non ci resta che mollare gli ormeggi e prendere il largo!

Appena lasciate le tranquille acque del porto, un leggero moto ondoso ci accoglie e la dolce brezza si trasforma in un vento sostenuto di cinque o sei nodi, Con raffiche intorno ai 10. Spiegate le vele al vento, proviamo qualche virata per cercare quel sincronismo d’azione indispensabile in un equipaggio e che, per le note ragioni, ci manca.

Testiamo anche lo spinnaker ed è entusiasmante, sentire l’accelerazione di “Mácchese” quando la Vela si gonfia pienamente! La radio ci avvisa che mancano 10 minuti all’inizio della competizione. Provvediamo ad effettuare le ultime regolazioni e ci avviciniamo alla linea di partenza. Ai cinque minuti siamo nel pieno della mischia! È come essere in un vespaio! Più di 60 barche, a pochi centimetri l’una dall’altra, in un fazzoletto d’acqua, mentre cercano di guadagnare la miglior posizione per partire allo zero!

Le voci degli equipaggi, quasi 200 persone, riecheggiano nel Golfo con i vari: “Vira!“, “Poggia!“, e “Acqua!“, di chi, in virtù di un diritto di rotta, chiede spazio agli avversari. Sono più che convinto che, se avessi ancora il dono della vista, non riuscirei a scorgere una sola goccia d’acqua, ma soltanto barche, vele spiegate e gente meravigliosa! Via radio, il comitato di regata ci avvisa che siamo all’ultimo minuto! L’adrenalina sale! Le mie mani stringono forte la scotta di sinistra del genova!

Mancano 30 secondi! Donato, con accortezza e precisione, si fa largo nel núgolo di Meteor.

10, 9, 8, 7, 6…

I muscoli delle mie braccia sono tesi allo spasmo, pronti a cazzare la scotta!

5, 4, 3, 2, 1…

Tiro la scotta con tutte le mie forze per mettere a segno la vela!

ZERO!

Un preciso colpo di timone e l’imbarcazione, inclinandosi sulla sinistra, mette la prua alla sua prima bolina!

VIAAAAAAA!!!

“Mácchese” c’è!!!

L’avventurosa follia sì è trasformata in splendida realtà!